INAIL - Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro

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Agenti chimici pericolosi

Gli agenti chimici pericolosi possono indurre effetti dannosi, più o meno gravi (intossicazione, malattia professionale, morte) sull’organismo che ne subisce l’azione, in funzione delle specifiche proprietà chimico-fisiche e tossicologiche, delle modalità di utilizzo degli stessi e della dose assorbita.
 
Ai fini della valutazione del rischio la rappresentazione delle proprietà chimico-fisiche e tossicologiche degli agenti chimici avviene mediante specifiche categorie o classi di pericolo secondo quanto previsto dalla normativa vigente. Nella fattispecie attualmente si fa riferimento al regolamento CE n. 1272/2008 (CLP) e s.m.i. per le sostanze, a eccezione delle deroghe.
 
La classificazione della pericolosità per la salute deriva da criteri tossicologici.
La tossicità di un agente chimico si esplica:
  • a seguito di assorbimento successivo all’esposizione (inalazione, contatto, ingestione), mediante il superamento delle naturali barriere ed il raggiungimento degli organi bersaglio dell’organismo;
     
  • in funzione della dose assorbita a cui concorrono molti fattori:
    • concentrazione dell’agente nell’ambiente (se aerodisperso)
    • temperatura e umidità ambientale
    • stato fisico (solido, liquido, gassoso)
    • volatilità (se liquido) o granulometria (se solido)
    • uso di Dpi.

Allegati

Agenti con effetti probabilistici

In caso di esposizione ad agenti chimici con effetti probabilistici l’insorgenza della patologia potrebbe:
  • comparire dopo anni o decenni dall’esposizione;
  • non richiedere il superamento di una determinata soglia di dose;
  • avere una frequenza di comparsa molto piccola nell’insieme di persone esposte;
  • evidenziare un andamento tale per cui la frequenza è proporzionale alla dose collettiva assorbita o la probabilità di contrarre la malattia dipende dall’entità dell’esposizione;
  • non mostrare gradualità negli effetti.
 

Ultimo aggiornamento: 12/07/2022