Agenti chimici pericolosi possono indurre effetti dannosi, più o meno gravi (intossicazione, malattia professionale, morte), sull’organismo che ne subisce l’azione, in funzione alle specifiche proprietà chimico-fisiche e tossicologiche, alle modalità di utilizzo degli stessi ed alla dose assorbita.
Ai fini della valutazione del rischio la rappresentazione delle proprietà chimico-fisico e tossicologiche degli agenti chimici viene conferita mediante specifiche categorie o classi di pericolo secondo quanto previsto dalla normativa vigente. Nella fattispecie, di regola, ad oggi, si fa riferimento a:
- regolamento CE n. 1272/2008 (Clp) e s.m.i. per le sostanze, ad eccezione delle deroghe
- d.lgs. 65/2003 e s.m.i. per le miscele
- su base volontaria, si può far riferimento al regolamento CE n. 1272/2008 e s.m.i..
La classificazione della pericolosità per la salute deriva da criteri tossicologici.
La tossicità di un agente chimico si esplica:
- a seguito di assorbimento successivo all’esposizione (inalazione, contatto, ingestione), mediante il superamento delle naturali barriere ed il raggiungimento degli organi bersaglio dell’organismo;
-
in funzione della dose assorbita a cui concorrono molti fattori:
- concentrazione dell’agente nell’ambiente (se aerodisperso)
- temperatura e umidità ambientale
- stato fisico (solido, liquido, gassoso)
- volatilità (se liquido) o granulometria (se solido)
- uso di Dpi.