L’utilizzo massiccio, avvenuto in Italia soprattutto tra gli anni ’50 e la fine degli anni ’70, ha trasformato l’esposizione all’amianto in un dramma dalle forti ripercussioni sociali. Malgrado sia stato messo al bando nel 1992 (con la legge 257), studi scientifici ed epidemiologici sostengono che nei prossimi 15 anni assisteremo a un forte incremento delle malattie correlate alla fibra killer, quali l’asbestosi, il tumore della pleura (mesotelioma pleurico) e il carcinoma polmonare. Il progetto vuole incidere e fornire strumenti per la sorveglianza sanitaria sui soggetti a rischio e consentire la diagnosi precoce dell’insorgenza di patologie derivanti dall’esposizione professionale. Ma anche la presa in carico dei pazienti che già presentano una patologia asbesto-correlata e creare un registro regionale degli ex-esposti, nonché realizzare un biorepository per la conservazione di campioni biologici da utilizzare nell’ambito della ricerca e della medicina preventiva. Tale repository costituisce, alla luce delle conoscenze derivate dal sequenziamento del genoma umano e dal rapido avanzamento delle tecnologie bioanalitiche, il fondamento per la ricerca biomedica avanzata. Lo studio ha avuto una fase di avvio complessa per la preparazione dei protocolli, per l’assemblaggio del materiale e per l’addestramento e la formazione del personale coinvolto. Il controllo clinico dei soggetti esposti (già classificati Inail) avviene con cadenza annuale e prevede il reperimento e lo stoccaggio permanente in biobanca del loro materiale biologico. L’obiettivo a lungo termine è quello di creare un moderno presidio per la salute dei cittadini, in particolare dei lavoratori ex-esposti ad amianto.
Durata
5 anni, dal 2012 al 2017
Partner
Cesi (Centro di scienze dell’invecchiamento, Fondazione Università G. D’Annunzio di Chieti), Agenzia sanitaria regionale dell’Abruzzo, Asl di Lanciano-Vasto-Chieti.
Attività svolte
Il progetto ha avuto una fase di avvio complessa per la preparazione dei protocolli, per l’assemblamento del materiale e per l’addestramento e la formazione del personale addetto, da parte di personale dell’Università qualificato allo scopo. Da settembre 2014 sono iniziate le visite mediche ed il reperimento in biobanca del materiale biologico e si prevede di estendere la Sorveglianza Sanitaria e la conservazione in biobanca del relativo materiale biologico a 500 soggetti l’anno. Tutti gli ex-esposti ad asbesto della regione potranno comunque accedere alla sorveglianza sanitaria, con un protocollo attivo di ricerca ed invito alla visita degli ex-esposti.
Da un punto di vista operativo oltre alla visita medica, esecuzione di esami di laboratorio e strumentali (prova di funzionalità respiratorie, RX – eventualmente con TC se indicato) e couseling sul fumo, viene prelevato materiale biologico (sangue, urine, escreato indotto) per la conservazione nella biobanca (come siero, cellule ed acidi nucleici).
Effettuate le prime visite mediche, l’esecuzione degli esami di laboratorio e strumentali (prova funzionalità respiratorie, RX – eventualmente con TC se indicato) e couseling sul fumo, eseguiti prelievi di materiale biologico (sangue, urine, esescrato indotto) per la conservazione nella biobanca. Effettuato il monitoraggio clinico ed educazionale (fumo) dei soggetti esposti ad asbesto e il monitoraggio laboratoristico.
Risultati
I risultati attesi dal progetto sono:
-
a breve termine
- Monitoraggio clinico ed educazionale (fumo) dei soggetti esposti ad asbesto
- Monitoraggio laboratoristico di base dei soggetti esposti
-
a lungo termine
- Individuazione di markers precoci di sviluppo di malattie in soggetti esposti ad asbesto
- Individuazione dei meccanismi di malattia
- Validazione della progettualità a estendere ad altre patologie professionali. Il biorepositorio potrà essere infatti utilizzato per altre patologie, legate o meno ad esposizione ambientale, su specifici progetti di ricerca mirati alla prevenzione anche primaria.
Contatti
Uliano Battisti, Sovrintendenza sanitaria regionale - u.battisti@inail.it;
Teodora Tomassi, Sovrintendenza sanitaria regionale - t.tomassi@inail.it.