Rischio da agente cancerogeno amianto: esposizione, bonifica, gestione dei rifiuti
Il Dipartimento Innovazioni Tecnologiche dell’Inail ha in essere specifiche ricerche dedicate all’agente cancerogeno amianto.
In particolare, si occupa di tutti gli aspetti di tutela dei lavoratori e degli ambienti di vita correlati ad esposizioni all’agente cancerogeno amianto nonché della tutela delle matrici ambientali (aria, acqua e suolo). Tra i principali temi trattati vi sono:
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Rilevazione, studio e mappatura di situazioni di rischio di origine antropica e naturale, anche mediante l’ausilio dei laboratori Inail DIT fissi e mobili per l’analisi delle matrici ambientali e l’utilizzo di tecniche di telerilevamento con sensoristica multibanda.
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Elaborazione di specifiche Linee Guida/Istruzioni operative in merito alle più idonee procedure lavorative da adottare nelle attività di Messa In Sicurezza d’Emergenza (MISE), caratterizzazione, bonifica e ripristino ambientale di siti contaminati.
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Individuazione e mappatura degli impianti di deposito preliminare o definitivo di Rifiuti Contenenti Amianto (RCA) a scala nazionale ai fini della redazione di procedure di sicurezza specifiche per i lavoratori impegnati in tali impianti e della tutela degli ambienti di vita limitrofi.
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Studio a scala internazionale delle più avanzate procedure di inertizzazione dell’amianto.
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Supporto al Legislatore, ai Ministeri ed agli Organi di Vigilanza e Controllo per il rispetto della Legislazione di settore vigente e per l’emanazione di nuovi Atti normativi.
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Attività di formazione, informazione per i lavoratori addetti al settore e per i vari Organi tecnici delle P.A.
Inquinamento da amianto di origine naturale, NOA (Natural Occurring Asbestos)
Con l’espressione “amianto di origine naturale” (NOA - Natural Occurring Asbestos) viene generalmente indicata la presenza di affioramenti superficiali di rocce contenenti amianto e/o minerali di amianto (crisotilo, crocidolite, amosite, tremolite, actinolite, antofillite) formatisi per processi metamorfici dinamotermico-regionali o di contatto.
La presenza di fibre di amianto in superficie può essere di origine geologica (affioramenti) oppure determinata da attività antropiche che hanno modificato lo stato originario del territorio creando potenziali sorgenti di contaminazione (erosione e alterazione di rocce contenenti amianto, attività produttive e insediamenti urbani, terremoti, alluvioni, frane, etc.).
L’esigenza di approfondimento nasce dall’evidenza che ad oggi circa il 5% di casi di mesotelioma asbesto-correlati non sono ascrivibili ad una esposizione di tipo professionale ma derivanti da esposizioni di tipo ambientale. Il numero di casi accertati di quest’ultimo genere di tipologia di esposizione risulta in continuo e progressivo aumento. In aggiunta il 20% dei casi l’esposizione ad amianto è improbabile o ignota e si suppone possa essere determinata anche da esposizioni di tipo ambientale non ancora accertate. L’argomento risulta di grande interesse in termini di prevenzione dei rischi tanto che ben tre siti da bonificare di Interesse Nazionale (Balangero, Emarese e Biancavilla) sono ascrivibili ad una contaminazione di origine naturale. Per detti siti lo Stato italiano ha già stanziato significativi finanziamenti per la bonifica e ripristino delle aree, tutt’ora in corso.
Tale tematica, estremamente ampia, interessa vaste porzioni del territorio nazionale e risulta complicata dalla presenza, in alcuni casi specifici, di siti NOA con contaminazione determinata da fibre asbesto-simili (non normate come minerali di amianto) quali la Fluoro-edenite, l’Erionite, la Balangeroite, Carlosturanite, etc.
Il Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e Insediamenti Antropici ha avviato da anni ricerche su tale argomento conducendo specifiche attività sulle matrici ambientali (aria, acqua e suolo) anche tramite sopralluoghi, campionamenti ed analisi con metodiche ed attrezzature innovative per l’individuazione delle aree a maggior rischio. Ciò ha consentito la segnalazione alle Autorità competenti di misure cautelative di tipo collettivo e individuali. La preliminare attività di ricerca ha quindi portato ad un successivo livello di stretta collaborazione con Amministrazioni Nazionali, Regionali e locali per l’attuazione di misure e procedure sito specifiche straordinarie, non contemplate, per la loro peculiarità, dalla normativa vigente.
Il Dipartimento ha, tra l’altro, in essere il “Progetto NOA”, in collaborazione con la Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione dell’Inail (CONTARP), il cui obiettivo è la stesura finale di indicazioni operative per l’applicazione di misure di prevenzione e protezione di lavoratori o popolazioni esposte, a seguito della preliminare individuazione delle principali situazioni di rischio sul territorio nazionale. Potranno essere inoltre indicate specifiche procedure di gestione del territorio (previsione di vincolistica locale sull’uso del suolo, etc.), anche a tutela delle matrici ambientali.
- Verbali delle conferenze dei servizi (ricerca per S.I.N.)
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Ultimo aggiornamento: 11/08/2017
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