INAIL - Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro

INAIL - Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro

Comfort termico

Il microclima è l’insieme degli aspetti fisici che caratterizzano l’aria degli ambienti confinati; un microclima confortevole suscita nella maggior parte degli individui una sensazione di soddisfazione per l’ambiente termico, detta benessere termo-igrometrico o comfort termico. Nello stato di benessere termico il soggetto non avverte sensazioni né di caldo né di freddo; il comfort termico è quindi definito come condizione mentale di soddisfazione nei riguardi dell’ambiente termico.
Le condizioni microclimatiche rappresentano un importante fattore ergonomico da tenere sotto controllo, perché possono arrecare un notevole disagio ai lavoratori. La maggior parte della popolazione trascorre infatti molto tempo all’interno di edifici chiusi, lamentando spesso disagi riferibili agli aspetti microclimatici dei locali ove svolge la propria attività.
Il complesso delle variabili microclimatiche condiziona lo scambio termico dell’uomo con l’ambiente e influenza la percezione dell’ambiente termico da parte degli occupanti. I principali fattori fisici che determinano il microclima sono la temperatura, l’umidità relativa, la temperatura radiante e la velocità dell’aria, mentre importanti variabili individuali o soggettive sono il metabolismo, il vestiario indossato e il tipo di attività svolta.
Il benessere termico comprende condizioni di comfort globale, cioè di tutto l’organismo, e comfort di tipo locale, relativo a specifiche parti del corpo. Il comfort termico globale è legato al mantenimento di condizioni di neutralità termica del corpo attraverso la risposta fisiologica del sistema di termoregolazione, che mantiene costante la temperatura del nucleo corporeo. Il comfort locale è invece legato agli scambi termici localizzati in alcune aree superficiali del corpo. Nella situazione ottimale non c’è alcuna causa che induca sensazioni di discomfort, in nessuna parte del corpo.
Le condizioni microclimatiche possono costituire un rischio per la salute e influenzano la sensazione di benessere. Per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori occorre misurare lo scostamento delle condizioni microclimatiche reali da quelle di benessere: il datore di lavoro deve provvedere a mantenere il microclima degli ambienti di lavoro in condizioni prossime a quelle di benessere.

ALLEGATI

Ambienti termici moderati

Gli ambienti termici si suddividono convenzionalmente in ambienti severi (caldi o freddi) e in ambienti moderati.

Negli ambienti termici severi le condizioni microclimatiche possono compromettere gravemente la salute dei lavoratori.

Gli ambienti moderati caratterizzano in genere gli uffici e non comportano rischio di stress termico perché mancano importanti scambi termici fra soggetto e ambiente; le condizioni microclimatiche sono omogenee e poco variabili, l’attività fisica svolta è modesta e il vestiario indossato è piuttosto uniforme.

Questo tipo di ambienti termici non compromette l’incolumità dei lavoratori, ma può essere fonte di disagio e alterarne il benessere psico-fisico con riduzione della performance lavorativa.

In questi ambienti la misura delle condizioni microclimatiche si effettua per valutare gli indici di comfort termico, tuttavia non esistono riferimenti di legge che obbligano al rispetto di determinati valori di tali indici. In mancanza di limiti di legge si fa riferimento alla normativa tecnica nazionale ed internazionale.

La principale norma tecnica di riferimento per gli ambienti moderati è la UNI EN ISO 7730:2006 (Ergonomia degli ambienti termici – Determinazione analitica e interpretazione del benessere termico mediante il calcolo degli indici Pmv e Ppd e dei criteri di benessere termico locale).

Secondo tale norma, gli ambienti moderati sono caratterizzati da variabili oggettive comprese entro un ristretto intervallo:

  • temperatura dell’aria (ta) tra 10 e 30 °C;
  • temperatura media radiante (tr) tra 10 e 40 °C;
  • umidità relativa (ur) tra 30 e 70 %;
  • velocità dell’aria (va) tra 0 e 1 m/s.

In particolare per velocità inferiori a 0,05 m/s l’aria diventa stagnante e non c’è il ricambio prescritto dal D.lgs 81/2008.

Ultimo aggiornamento: 12/07/2022