INAIL - Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro

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Monitoraggio ambientale

Il monitoraggio microbiologico ambientale ha lo scopo di stimare la contaminazione ambientale aerodispersa e delle superfici. La concentrazione microbica aerodispersa è un indice della qualità dell'aria nell'ambiente mentre la contaminazione delle superfici può essere indicativa dell'efficacia delle procedure di pulizia e sanificazione.

Il monitoraggio microbiologico ambientale può essere eseguito analizzando diversi substrati: aria, superfici di lavoro, acqua o altro (materiali, strumenti, indumenti, ecc.).

Il campionamento si differenzia in base al tipo di metodica adottata e di campionatore utilizzato. Per la valutazione dell'esposizione negli ambienti di lavoro, generalmente, si effettua un campionamento attivo e uno passivo dell'aria e un campionamento sulle superfici di lavoro.

Nel caso di attività lavorative che comportano uso deliberato di agenti biologici (ossia nelle quali gli agenti biologici fanno parte del ciclo produttivo, per esempio industrie farmaceutiche) si procederà al monitoraggio degli specifici agenti, mediante tecniche che ne consentano il rilevamento in aria e sulle superfici; tale monitoraggio consentirà la verifica dell'efficacia delle misure di contenimento adottate e la correttezza delle procedure operative messe in atto al fine di eliminare o ridurre al minimo l'esposizione dei lavoratori.

Per gli ambienti di lavoro indoor nei quali la presenza di agenti potenzialmente patogeni può essere considerata accidentale, la valutazione della carica microbica totale (funghi e batteri) è usualmente sufficiente, anche se dovrà essere valutato, per ciascun caso specifico, il tipo di monitoraggio da effettuare.

Per attività lavorative nelle quali il rischio connesso alla presenza di agenti biologici è di natura allergica oltre che infettiva, è consigliabile affiancare ai campionamenti microbiologici anche la caratterizzazione e la quantificazione degli allergeni eventualmente presenti.

Monitoraggio allergeni indoor

Il campionamento

Gli allergeni possono rimanere in aria per periodi di tempo variabili; quelli di acari e blatte tendono a depositarsi velocemente mentre quelli di gatto o cane rimangono sospesi in aria più a lungo.
Generalmente il monitoraggio ambientale viene effettuato mediante la raccolta della polvere sedimentata. È stata infatti dimostrata una correlazione tra la concentrazione degli allergeni nella polvere e la sensibilizzazione di soggetti predisposti.

L'eventuale determinazione della concentrazione di aerospore e la loro identificazione può essere effettuata mediante metodi di cattura quantitativa attraverso un captaspore o mediante esposizione di piastre contenenti terreni colturali. I punti critici da monitorare in un ambiente indoor non industriale sono quelli relativi alla postazione di lavoro e quelli in cui la polvere sedimenta maggiormente: pavimento, scrivania, poltrone, moquette, librerie, scaffali di archivi.

La quantità minima di polvere per poter effettuare l'analisi è di circa 50 mg, ma se si vuole valutare l'efficacia di un trattamento contro gli acari o altri allergeni monitorandola nel tempo, è anche necessario standardizzare la superficie da campionare (1-3 m2) e i tempi di prelievo (1 o 2 minuti).
 

La nomenclatura degli allergeni

Gli allergeni relativi a microrganismi od organismi viventi sono generalmente denominati secondo la nomenclatura raccomandata dall'OMS: le prime tre lettere indicano il genere della specie animale o vegetale (ossia il "primo nome") che ne costituisce la sorgente; la quarta lettera indica l'iniziale del nome della specie (ossia il "secondo nome"); segue uno spazio e un numero, che indica l'ordine cronologico della purificazione dell'allergene in questione. Ad esempio, il primo allergene purificato dell'acaro appartenente alla specie Dermatophagoides pteronyssinus è stato denominato "Der p 1".


Denominazione di alcuni tra i più comuni allergeni indoor

Allergene Fonte dell'allergente
Acari  
Der p 1, Der p 2 Dermatophagoides pteronyssinus
Der f 1, Der f 2 Dermatophagoides farinae
Animali  
Fel d 1 Felis domesticus (gatto)
Can f 1 Canis familiaris (cane)
Mus m 1 Mus musculus (topo)
Rat n 1 Rattus norvegicus (ratto)
Insetti  
Bla g 1 e Bla g 2 Blattella germanica (scarafaggio)
Muffe  
Alt a 1 Alternaria alternata
Asp f 1 Aspergillus fumigatus
SCX Stachybotrys chartarum
Pollini  
AM 1 Ambrosia artemisiifolia

 

Analisi degli allergeni

L'analisi dei campioni prelevati è generalmente effettuata con metodi immunoenzimatici che impiegano anticorpi monoclonali per alcuni dei più comuni allergeni. Oggi esistono anche metodiche che consentono di misurare contemporaneamente alcuni dei più importanti allergeni indoor quali: Der p 1, Der f 1, Mite Group 2, Fel d 1, Can f 1, Bla g 2, Asp f 1, Alt a 1.

Al termine dell'analisi, si ottengono indici di esposizione esprimibili in termini di μg di allergene per grammo di polvere (μg/g). Sebbene non esistano dei veri e propri livelli soglia relativi alla dose minima di allergene in grado di indurre sensibilizzazione, sono stati proposti alcuni valori critici, riportati nella tabella seguente.
 

Indici di riferimento per gli allergeni indoor

Fonte allergene Valore critico Rischio per la salute umana
Acari Der p 1, Der f 1 2 μg/ g di polvere Sviluppo sensibilizzazione
Der p 1, Der f 1 10 μg/ g di polvere Scatenamento attacchi acuti di asma
Gatti Fel d 1 2-8 μg/ g di polvere Sviluppo sensibilizzazione
  10 μg/ g di polvere Scatenamento attacchi acuti di asma

Allegati

Ultimo aggiornamento: 12/12/2017