Microrganismi
Queste pagine hanno lo scopo di fornire informazioni sugli agenti biologici pericolosi potenzialmente presenti negli ambienti di lavoro.
Definizione
Gli agenti biologici, secondo la definizione del d.lgs. 81/2008 (art. 267), sono "qualsiasi microrganismo anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni" e includono pertanto batteri, virus, funghi microscopici ed endoparassiti.
I microrganismi sono ulteriormente definiti come: entità microbiologiche, cellulari o meno, in grado di riprodursi o di trasferire materiale genetico e rientrano tra gli agenti biologici da valutare in fase di stesura del Documento di Valutazione dei Rischi. Tuttavia, volendo considerare le fonti di pericolo biologico in senso più ampio, nella valutazione del rischio andrebbero considerati anche prodotti di origine vegetale o animale, ectoparassiti pluricellulari (per esempio zecche, zanzare, ecc.) e allergeni di origine animale e vegetale (acari della polvere, derivati epidermici animali, polveri di cereali, ecc.).
Caratteristiche e proprietà
Gli agenti biologici sono caratterizzati da proprietà che, nel loro insieme, ne determinano la "pericolosità":
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Infettività: capacità di un agente biologico di penetrare e moltiplicarsi in un organismo (l'infezione non evolve necessariamente nella malattia conclamata). Per alcuni agenti biologici sono state definite delle "dosi infettanti", ossia il numero di microorganismi necessari a causare l'infezione. La dose infettante 50 (DI 50) è definita come la "dose" di microrganismi in grado di infettare il 50% degli animali inoculati, mentre la "dose minima infettante" (DI0), è il numero minimo di agenti biologici che può innescare l'infezione, in alcuni casi anche una singola "unità infettante" (un virus o una cellula batterica).
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Patogenicità: capacità di indurre una malattia dopo aver infettato un organismo; dipende da alcuni fattori quali la produzione di tossine e la capacità di superare i sistemi di difesa.
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Trasmissibilità: probabilità che l'agente biologico sia trasmesso da un soggetto infetto a uno sano. Può avvenire in maniera diretta (ad esempio attraverso il sangue), o indiretta, attraverso materiali inanimati (aria, acqua, materiali biologici, polvere, indumenti, cibo, rifiuti, superfici e attrezzature) o vettori, come alcuni artropodi (zanzare, zecche, ecc.) e roditori.
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Neutralizzabilità: disponibilità di misure preventive e terapeutiche specifiche per un determinato agente biologico (disinfettanti, farmaci, vaccini).
Classificazione degli agenti biologici
Gli agenti biologici vengono classificati dal Titolo X in quattro categorie di crescente pericolosità, l'allegato XLVI elenca solo gli agenti dei gruppi 2, 3 e 4 suddivisi in batteri e organismi simili, virus, funghi e parassiti.
Classificazione degli agenti biologici
Gruppo |
Danni sull'uomo |
Rischio per i lavoratori |
Misure profilattiche e terapeutiche |
Esempi di agenti biologici |
1 |
Scarse probabilità di causare malattie |
Molto basso |
|
Saccharomyces cerevisiae |
2 |
Possono causare malattie |
Rischio basso; poche probabilità di propagarsi nelle comunità |
Di norma disponibili |
Virus influenzali, Legionella pneumophila, Clostridium tetani, E.coli (ceppi non patogeni), Pseudomonas aeruginosa, Staphilococcus aureus, Aspergillus fumigatus |
3 |
In grado di provocare malattie gravi |
Serio rischio; riescono a propagarsi nelle comunità |
Di norma disponibili |
Virus epatite B e C, virus HIV, Rickettsia conorii, Salmonella typhi, Mycobacterium tuberculosis, Brucella abortus Escherichia coli (ceppi patogeni) |
4 |
Malattie gravi |
Serio rischio; possono propagarsi molto facilmente nelle comunità |
Normalmente non disponibili |
Virus delle febbri emorragiche |
Batteri
Sono organismi unicellulari, di dimensioni variabili (in media da 1 a 10 μm) e differenti forme: bastoncelli (bacilli), sfere (cocchi), spirali (spirochete). In base alla reazione a una speciale colorazione (detta di Gram), che riflette una differente struttura della parete cellulare, si può fare una distinzione tra Gram negativi (per esempio coliformi e salmonelle) e Gram positivi (per esempio stafilococchi e streptococchi).
I batteri sono gli agenti eziologici di infezioni e intossicazioni; le prime interessano specifici organi e apparati e possono causare patologie sistemiche, le seconde sono la conseguenza della produzione di tossine (esotossine ed endotossine) da parte di alcune specie batteriche. Un noto esempio è quello di Clostridium tetani, il batterio responsabile del tetano che può penetrare attraverso le ferite rilasciando una potente neurotossina che agisce sul sistema nervoso.
Le endotossine sono rilasciate dai batteri Gram negativi che le contengono nella parete cellulare e possono indurre febbre, nausea, diarrea e infiammazione.
Alcuni batteri (per esempio Clostridium tetani, Clostridium botulinum e Bacillus anthracis), in caso di mancanza di nutrimento e in condizioni ambientali di stress, possono "trasformarsi" in una forma inerte denominata spora batterica. Le spore, quando le condizioni ambientali e nutrizionali tornano più favorevoli, per esempio attraverso il contatto con il sangue di una ferita, riescono a svilupparsi nuovamente e a riportare il batterio alla normale vita attiva. Le spore sono molto resistenti ai semplici trattamenti di pulizia e disinfezione e per essere disattivate devono essere sottoposte a sterilizzazione.
L’esposizione anche potenziale a batteri patogeni interessa moltissimi settori lavorativi; tra questi ricordiamo gli allevamenti e i macelli, gli impianti di trattamento dei rifiuti e delle acque reflue, le attività socio sanitarie e veterinarie, l’agricoltura. Nelle righe successive sono trattate brevemente alcune infezioni batteriche di particolare interesse.
Una infezione emergente, di potenziale interesse lavorativo, è rappresentata dalla malattia (o borreliosi) di Lyme. Tale patologia è causata da Borrelia burgdorferi, una spirocheta il cui serbatoio naturale è rappresentato da uccelli e varie specie di mammiferi (piccoli roditori, cani e cavalli) e che viene trasmessa all’uomo attraverso i morsi delle zecche..
In Italia le regioni centro-settentrionali presentano il maggior numero di casi osservati di infezione; tra i lavoratori a maggior rischio di esposizione vi sono quelli che svolgono attività outdoor (agricoltori, giardinieri, forestali, edili, ecc.).
Anche la leptospirosi è un’infezione considerata emergente e/o riemergente a causa dei numerosi focolai distribuiti ubiquitariamente.
Gli agenti eziologici della leptospirosi sono batteri appartenenti all'ordine Spirochaetales, e in particolare Leptospira interrogans con le sue centinaia di sierovarianti. L’infezione nell’uomo si verifica quando il microrganismo, escreto con le urine o i tessuti del parto (placenta e liquido amniotico) di molti animali, penetra attraverso ferite o mucose attraverso acqua o terra contaminate. Il lavoro è un fattore di rischio significativo per l’uomo, in particolare per contadini, forestali, lavoratori dei servizi fognari, minatori, veterinari, allevatori, addetti alla produzione di latte e latticini, lavoratori dei macelli.
L’antrace o carbonchio è un’infezione acuta causata da Bacillus anthracis, un bacillo Gram positivo che forma spore resistenti nell’ambiente anche per decenni o secoli. L’infezione nell’uomo può essere contratta per via cutanea (il 95% dei casi), inalazione o ingestione. La forma cutanea è causata dal contatto con animali infetti o con prodotti infetti quali lana e cuoio; il primo sintomo è una piccola piaga che si sviluppa successivamente in un’ulcera con un’area nera al centro, da cui il nome di carbonchio. La malattia rappresenta un rischio occupazionale per agricoltori, tessitori di lana, lavoratori dei macelli, conciatori, allevatori, veterinari e operatori sanitari.
Ultimo aggiornamento: 09/11/2022
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