In quest’area le attività di ricerca si concentrano sulla valutazione del rischio da agenti chimici e agenti cancerogeni di natura sia chimica che fisica in ambito occupazionale. Viene utilizzato un approccio multidisciplinare che va dal campionamento e messa a punto di metodiche specifiche per la caratterizzazione e la quantificazione dell’agente chimico e fisico, al biomonitoraggio dell’esposizione, fino alla valutazione degli effetti su sistemi cellulari e su popolazioni lavorative esposte attraverso lo studio dei meccanismi di azione e l’implementazione di indicatori di esposizione, effetto precoce e suscettibilità che possano contribuire alla gestione del rischio dell’esposizione lavorativa.
Particolare attenzione viene data alle miscele di agenti chimici, compresi i cancerogeni certi e potenziali, all’amianto, alle radiazioni ionizzanti anche da sorgenti naturali (radon e toron) e ai nuovi materiali introdotti nei cicli produttivi, come ad esempio i nanomateriali, che destano preoccupazione per una loro eventuale cancerogenicità.
In particolare nell’ambito della valutazione del rischio da agenti cancerogeni e mutageni, l’attività di ricerca si focalizza su:
- messa a punto e standardizzazione di metodologie di monitoraggio e di analisi dell’amianto e dei materiali sostitutivi nonché della silice libera cristallina e polveri di legno duro negli ambienti di lavoro; qualificazione dei laboratori pubblici e privati che effettuano attività analitiche sull’amianto (come previsto dal d.m. 14/05/1996);
- studi e ricerche in tema di esposizione a nanomateriali, per l’individuazione precoce di possibili effetti avversi per la salute dei lavoratori e la messa punto di adeguate misure di prevenzione nell’ottica di un approccio sostenibile dello sviluppo: messa a punto di biomarcatori precoci d’effetto, valutazione dell’esposizione a nanomateriali tramite metodologie standardizzate di misura e monitoraggio nei luoghi di lavoro e sviluppo di strumenti per la gestione del rischio;
- studi e ricerche per la caratterizzazione dell’esposizione a radiazioni ionizzanti anche da sorgenti naturali quali radon e toron al fine di individuare adeguate misure di radioprotezione;
- individuazione e sviluppo di biomarcatori (sensibili e non invasivi) di effetto genotossico/ossidativo precoce per il biomonitoraggio di popolazioni lavorative esposte da utilizzare nell’ambito della valutazione e gestione del rischio cancerogeno.
Per quanto riguarda il rischio da agenti chimici, le attività di ricerca si concentrano sulla realizzazione di indagini finalizzate alla valutazione dell’inquinamento chimico degli ambienti di lavoro e di vita per l’individuazione di adeguate misure di prevenzione.
Vengono messi a punto e standardizzati metodi di campionamento e di analisi degli inquinanti, dando priorità sia a sostanze di interesse per le proprietà tossicologiche (interferenti endocrini, sostanze ototossiche e neurotossiche) e per la classificazione ai sensi del regolamento REACH, che all’esposizione a miscele. Vengono sviluppate tecniche di monitoraggio biologico dell'esposizione a xenobiotici per l’acquisizione di dati correlabili con quelli ambientali ed epidemiologici e per l’individuazione di valori di riferimento. Relativamente alle esposizioni ambientali, si realizzano monitoraggi finalizzati ad effettuarne la caratterizzazione chimica (IPA, VOCs, metalli) e correlarla con il monitoraggio biologico degli esposti. Inoltre, l’attività di ricerca si dedica allo studio della relazione gene/ambiente mediante analisi dei polimorfismi dei geni di detossificazione delle sostanze di interesse.
Relativamente alla protezione delle vie respiratorie si studiano le prestazioni dei dispositivi di protezione in relazione alle condizioni di uso, sia simulate in laboratorio che riscontrate sul luogo di lavoro.
Contatti: dmil.sts@inail.it