05/02/2020
Denunce di infortunio e malattia professionale, nel nuovo numero di Dati Inail la prima fotografia del 2019
Dall’analisi dei dati provvisori rilevati allo scorso 31 dicembre, l’andamento infortunistico risulta sostanzialmente stabile (+0,1%) rispetto all’anno precedente, mentre i casi mortali sono stati 44 in meno (-3,9%). In aumento del 2,9% le patologie di origine lavorativa denunciate all’Istituto

Gli incrementi percentuali maggiori in Sardegna, Basilicata e Umbria. I dati evidenziano a livello nazionale un incremento dei casi avvenuti “in itinere”, nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il luogo di lavoro, che sono passati da 98.446 a 100.905 (+2,5%), mentre quelli “in occasione di lavoro” sono passati da 542.277 a 540.733 (-0,3%). Tra gennaio e dicembre del 2019 il numero degli infortuni denunciati è diminuito dello 0,05% nella gestione Industria e servizi (dai 501.740 casi del 2018 ai 501.496 del 2019) e dell’1,5% in Agricoltura (da 33.180 a 32.692), mentre è aumentato dell’1,6% nel Conto Stato (da 105.803 a 107.450). L’analisi territoriale evidenzia un aumento delle denunce d’infortunio sul lavoro nel Nord-Ovest (+0,1%), nel Centro (+1,2%) e nelle Isole (+0,5%), e una diminuzione nel Nord-Est (-0,1%) e al Sud (-0,8%). Tra le regioni con i maggiori incrementi percentuali spiccano Sardegna (+4,2%), Basilicata (+2,7%), Umbria (+2,2%) e Marche (+2,1%), mentre i decrementi maggiori sono quelli rilevati in Molise (-6,9%), Valle d’Aosta (-4,0%) e Abruzzo (-3,7%).
Nel 2018 quasi il doppio di vittime in incidenti plurimi. La riduzione delle denunce di casi mortali riguarda invece quasi esclusivamente quelli occorsi “in itinere”, che nel 2019 sono stati 41 in meno rispetto all’anno precedente (da 347 a 306), mentre quelli avvenuti “in occasione di lavoro” sono stati 783, soltanto tre in meno rispetto ai 786 denunciati nei 12 mesi precedenti. La flessione è comunque da ritenere poco rassicurante e il raffronto tra i due anni poco significativo in quanto il 2018 si è contraddistinto, soprattutto, per il maggior numero di “incidenti plurimi”, ovvero gli eventi che causano la morte di almeno due lavoratori, che per loro natura ed entità possono influenzare l’andamento del trend infortunistico. I 24 incidenti plurimi avvenuti tra gennaio e dicembre del 2018, infatti, hanno causato 82 vittime, quasi il doppio dei 44 lavoratori deceduti nei 19 incidenti plurimi avvenuti nel 2019.
Il fenomeno tecnopatico in crescita nell’Industria e servizi. Le denunce di malattia professionale nel 2019 sono aumentate, da 47.424 a 49.378 (+4,1%), solo nella gestione Industria e servizi, in cui è concentrato l’80,6% delle patologie denunciate, mentre sono diminuite in Agricoltura, da 11.491 a 11.294 (-1,7%), e nel Conto Stato, da 670 a 638 (-4,8%). L’aumento ha riguardato il Nord-Est (+2,0%), il Centro (+2,4%), dove è denunciato un caso su tre, il Sud (+2,9%) e le Isole (+11,1%). Il Nord-Ovest, come rilevato da Dati Inail, si distingue invece per un calo dell’1,4%. Le malattie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo (38.492 casi), del sistema nervoso (6.678, con una prevalenza della sindrome del tunnel carpale) e dell’orecchio (4.311) continuano a rappresentare, anche nel 2019, le prime tre patologie lavoro-correlate denunciate, seguite da quelle del sistema respiratorio (2.809) e dai tumori (2.458). Queste cinque malattie rappresentano quasi il 90% del totale dei casi denunciati all’Inail.
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Gennaio 2020
Argomenti Dati mensili 2019: la fotografia di fine anno - Periodo gennaio-dicembre: le denunce di infortunio nel biennio 2018-2019 - Le denunce mortali nel periodo gennaio-dicembre 2018-2019 - Le malattie professionali denunciate nel 2019 (.pdf - 919 kb)