10/03/2022
Prevenzione della violenza contro gli operatori sanitari, il 12 marzo la Giornata nazionale
In occasione della prima edizione che viene celebrata a partire da quest’anno, l’Istituto analizza gli infortuni lavorativi derivanti da aggressioni e minacce. Con una media di 2.500 casi l’anno registrati nel comparto della Sanità e assistenza sociale, la maggior parte di essi avviene in case di cura e ospedali, a essere più colpite sono le operatrici sanitarie

La maggior parte di questi incidenti in ospedali e case di cura, più infortunate le operatrici sanitarie. Il 46% di tali infortuni è concentrato nel settore “assistenza sanitaria”, che include ospedali, case di cura, istituti, cliniche e policlinici universitari, il 28% è stato riscontrato nei “servizi di assistenza sociale residenziale” (case di riposo, strutture di assistenza infermieristica, centri di accoglienza), mentre il restante 26% ricade nel comparto “assistenza sociale non residenziale”. Riguardo al genere, gli infortunati sono per quasi tre quarti donne, con il 64% accertato in ospedali e case di cura, e l’80% nelle strutture di assistenza sociale, residenziale e non.
Infermieri e educatori professionali le categorie più colpite. La professionalità più colpita è quella dei “tecnici della salute”, in cui sono concentrati più di un terzo del totale dei casi. Si tratta prevalentemente di infermieri, ma anche di educatori professionali, normalmente impegnati in servizi educativi e riabilitativi con minori, tossicodipendenti, alcolisti, carcerati, disabili, pazienti psichiatrici e anziani all'interno di strutture sanitarie o socio-educative. A seguire, con il 25% dei casi, sono gli operatori socio-sanitari delle “professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali” e con il 15% le “professioni qualificate nei servizi personali ed assimilati”, soprattutto operatori socio-assistenziali e assistenti-accompagnatori per persone con disabilità. Più distaccati, con il 5% dei casi di aggressione in sanità, la categoria dei “medici”, che non include nell’obbligo assicurativo Inail i sanitari generici di base e i liberi professionisti.
Nella Giornata vengono promosse iniziative di educazione e sensibilizzazione. Istituita dalla legge n.113 del 14 agosto 2020, la Giornata è stata indetta nel gennaio scorso da un decreto del ministero della Salute di concerto con i ministeri dell’Istruzione e dell’Università e Ricerca. Salutata con favore dalle rappresentanze professionali e dalle parti sociali, intende essere un’occasione per rimarcare l’importanza della diffusione di una sana cultura di educazione e rispetto nonché di condanna decisa a ogni forma di violenza verso gli operatori di questo comparto. Alle amministrazioni pubbliche, anche in coordinamento con enti e organismi interessati, viene affidata la promozione di idonee iniziative di comunicazione e sensibilizzazione in tema.
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Violenza contro gli operatori sanitari, dati e analisi in uno studio Inail
In un report pubblicato dalla Sovrintendenza sanitaria centrale in occasione del 12 marzo, Giornata nazionale di prevenzione, una panoramica aggiornata di questo fenomeno, sottostimato e diffuso non solo in ambito assistenziale ma anche in quello assicurativo e previdenziale. Il 40% degli operatori dell’Istituto ha dichiarato di aver subito un’aggressione, per la maggior parte in ambulatorio o in centri medico-legali