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03 aprile 2019

Robotica, innovazione e inclusione: anche questo è Inail

L’Istituto partecipa alla 13esima edizione di RomeCup, la manifestazione promossa dalla Fondazione Mondo Digitale che nell’arco di quattro giorni coinvolge centinaia di studenti in un’esperienza immersiva su presente e futuro delle nuove tecnologie. Il direttore generale Lucibello: “La ricerca è nel nostro dna”

Robotica, innovazione e inclusione: anche questo è Inail

Robotica, innovazione e inclusione: anche questo è Inail

ROMA - Oltre 25 relatori nazionali e internazionali, 148 squadre composte da 600 studenti di 10 regioni, in gara per il titolo di campioni italiani di robotica che vale come pass per i mondiali di luglio in Australia. E ancora sei contest creativi, due “hackathon” e 40 stand nell’area dimostrativa dedicata a centri di ricerca, aziende, università e scuole, con oltre 70 prototipi in mostra, tra cui figura anche la mano di derivazione robotica “Hannes”, sviluppata dall’Inail insieme all’IIT di Genova. Questi i numeri principali della 13esima edizione di RomeCup, la manifestazione della Fondazione Mondo Digitale dedicata alla robotica, all’innovazione e all’inclusione, in programma nella Capitale fino al 5 aprile presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Roma Tre e in Campidoglio, dove venerdì mattina si svolgerà la cerimonia di premiazione dei vincitori delle diverse sfide in programma, tutte ad altissimo tasso tecnologico.
 
Il via a ritmo di musica con la performance del dj bionico Michele Specchiale. A fare da cornice alla sessione di apertura di ieri mattina è stata l’Aula Conferenze del Dipartimento di Ingegneria di Roma Tre, gremita da tantissimi studenti – non solo universitari, ma anche delle scuole elementari, medie e superiori – che sono stati accolti dalla coinvolgente performance musicale di Dj Miky Bionic, nome d’arte di Michele Specchiale, unico dj al mondo a suonare in consolle con una protesi mioelettrica al posto del braccio sinistro, perso 18 anni fa mentre era al lavoro su un trattore. Assistito dal Centro Protesi di Vigorso di Budrio, Specchiale è anche uno dei protagonisti delle “belle storie” Inail, la campagna di comunicazione avviata dall’Istituto un anno fa per raccontare percorsi di rinascita dopo un infortunio, attraverso le testimonianze dei propri assistiti.
 
Un percorso iniziato oltre mezzo secolo fa al Centro Protesi di Vigorso di Budrio. Per spiegare la partecipazione dell’Istituto a RomeCup, il direttore generale, Giuseppe Lucibello, ha preso invece in prestito lo slogan della campagna di comunicazione dedicata all’attività di ricerca, in corso proprio in queste settimane su stampa, radio e tv: “Anche questo è Inail – ha esordito Lucibello – Il numero di ricercatori impegnati, la quantità delle risorse investite e l’insieme molto ampio e diversificato dei progetti realizzati, infatti, oggi fanno del nostro Istituto un grande ente di ricerca”. Anche se l’impegno dell’Inail sulla frontiera dell’innovazione ha trovato un nuovo slancio soprattutto nell’ultimo decennio, il direttore generale ha sottolineato come la ricerca faccia parte del dna dell’Istituto: “La prima protesi mioelettrica – ha ricordato – venne sviluppata più di 50 anni fa dal professor Johannes Schmidl nel nostro Centro Protesi di Vigorso di Budrio, una struttura che ancora oggi rappresenta un modello di eccellenza nel trattamento protesico-riabilitativo a livello mondiale”.
 
“Fondamentale mettere le eccellenze a fattore comune”. Citando l’esempio di “Hannes”, il cui nome è un omaggio proprio al professor Schmidl, Lucibello ha spiegato che “l’Inail vuole dimostrare che anche in Italia è possibile fare ricerca di alto livello e ottenere risultati concreti in un arco relativamente breve di tempo. Per arrivare alla fase di pre-industrializzazione della mano robotica realizzata con l’Istituto italiano di tecnologia sono bastati cinque anni”. Decisive, in questo senso, sono le collaborazioni instaurate con realtà di primissimo piano del mondo accademico e produttivo “come lo stesso IIT, l’Istituto di Biorobotica della Scuola Sant’Anna di Pisa e il Campus Bio-Medico di Roma”. Una strada che l’Istituto ha cominciato a percorrere negli ultimi anni con sempre maggiore convinzione e frequenza, partendo dalla consapevolezza che “per raggiungere risultati di qualità e favorire il trasferimento tecnologico in tempi rapidi, non è più possibile rimanere in un ambito autonomo e chiuso, ma è fondamentale mettere le eccellenze a fattore comune”.
 
Ricerca in collaborazione e centri di competenza. In quest’ottica va inquadrato anche il coinvolgimento dell’Inail nei tre “competence center” che hanno come capofila la Scuola Sant’Anna di Pisa, Sapienza Università di Roma e il Politecnico di Milano, realizzati negli ultimi mesi in attuazione del piano nazionale Industria 4.0. “L’obiettivo di questi centri di competenza – ha precisato Lucibello – è di fornire alle imprese, a partire dalle micro e piccole imprese che sono la colonna portante del nostro sistema produttivo, un sostegno concreto per il trasferimento tecnologico e l’innovazione negli ambiti della robotica, della sicurezza informatica e del settore manifatturiero. Per rafforzare la nostra rete scientifica, a partire dal 2015 sono stati anche promossi i cosiddetti bandi Bric, dedicati alla ricerca in collaborazione”, con cui l’Istituto ha messo a disposizione importanti risorse economiche per la realizzazione di progetti negli ambiti del reinserimento lavorativo, della tutela assicurativa e della prevenzione.
 
“Le necessità dei nostri assistiti al centro della sperimentazione”. All’incontro di questa mattina dedicato ad “Hannes” e, più in generale, al tema della robotica al servizio della disabilità, insieme a Emanuele Gruppioni, responsabile ricerca tecnica e sanitaria del Centro Protesi Inail, e Matteo Laffranchi, coordinatore ricerca e sviluppo dell’IIT, ha partecipato anche Marco Zambelli, il primo paziente coinvolto nella sperimentazione della mano robotica, che permette alle persone con amputazione dell’arto superiore di recuperare il 90% delle funzionalità di una mano naturale. Come sottolineato da Lucibello, la sua presenza è “particolarmente significativa” perché riflette quello che è l’approccio dell’Inail alla ricerca in ambito protesico e riabilitativo. “Il nostro studio delle soluzioni tecniche parte sempre dalle necessità delle persone che ne devono usufruire, che contribuiscono attivamente alla progettazione, alla realizzazione e alla sperimentazione dei dispositivi sviluppati”.
 
La doppia frontiera della prevenzione e della riabilitazione. La ricerca, e in modo particolare la ricerca in ambito robotico, gioca ormai un ruolo strategico per realizzare la mission istituzionale dell’Istituto, non solo mettendo a disposizione degli assistiti protesi, ausili, soluzioni domotiche e strumenti riabilitativi sempre più sofisticati, che migliorano drasticamente la loro qualità della vita, ma anche sviluppando dispositivi che aiutano a prevenire gli infortuni sul lavoro. “È il caso – ha spiegato Lucibello – dei sensori intelligenti che sorvegliano gli ambienti di lavoro e sono in grado di rilevare situazioni di pericolo, adottando rapidamente le contromisure adeguate. Dei robot teleguidati che possono sostituire gli operatori umani quando si tratta di svolgere operazioni ad alto rischio di infortunio o di esposizione ad agenti nocivi. Degli esoscheletri cooperativi che permettono agli operai di spostare carichi pesanti senza compiere alcuno sforzo fisico”.
 
Il ruolo dello sport per lo “human enhancement”. Per approfondire il tema dello “human enhancement”, il miglioramento umano reso possibile dalla tecnologia, RomeCup ha scelto di dedicare diversi spazi di approfondimento all’attività del Comitato italiano paralimpico (Cip) e ad alcuni dei suoi campioni più rappresentativi, come le velociste Martina Caironi e Monica Contrafatto, assistite entrambe dal Centro Protesi Inail. “L’attività sportiva – ha sottolineato il presidente del Cip, Luca Pancalli – è la metafora della vita che vorremmo per i disabili tutti i giorni, con parità di accesso in tutti gli ambiti, ma come insegnano la Formula 1 e il motomondiale può anche essere un terreno di sperimentazione al servizio dell’innovazione. Molte delle tecnologie che oggi ritroviamo di serie sui nostri veicoli, infatti, sono state sviluppate a partire dalle auto e dalle moto da competizione. Allo stesso modo, la tecnologia delle protesi realizzate per i nostri atleti oggi si ritrova nei dispositivi utilizzati tutti i giorni dalle persone con disabilità”.
 
L’eredità di Antonio Maglio. “Il Cip, con cui l’Inail collabora da quasi 20 anni in modo strutturato per far conoscere ai propri assistiti i tanti benefici che possono trarre dalla pratica sportiva – ha aggiunto a questo proposito Lucibello – ha raccolto il testimone di Antonio Maglio, il medico dell’Istituto che negli anni Cinquanta del secolo scorso, in un’Italia in cui avere una disabilità equivaleva ancora a una condanna all’emarginazione, fu il primo a utilizzare la sport-terapia come strumento per la riabilitazione fisica e il reinserimento sociale delle persone con disabilità. Si deve a lui anche l’intuizione che nel 1960 portò all’organizzazione dei primi Giochi paralimpici, che si svolsero proprio qui a Roma”.

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