La sezione raccoglie studi e ricerche che mirano allo sviluppo e alla validazione di metodiche, procedure e prodotti volti a mitigare il rischio, in contesti lavorativi e antropici, legati alla progettazione, alla costruzione e all’impiego di attrezzature.
Esistono varie definizioni di attrezzatura.
Il DLgs 81/2008 e smi definisce:
- attrezzatura di lavoro (Dlgs 81/08 art. 69): qualsiasi macchina, apparecchio, utensile o impianto, inteso come il complesso di macchine, attrezzature e componenti necessari all’attuazione di un processo produttivo, destinato ad essere usato durante il lavoro;
- uso di una attrezzatura di lavoro: qualsiasi operazione lavorativa connessa ad una attrezzatura di lavoro, quale la messa in servizio o fuori servizio, l’impiego, il trasporto, la riparazione, la trasformazione, la manutenzione, la pulizia, il montaggio, lo smontaggio;
- dispositivo di protezione individuale (Dlgs 81/08 art. 74), di seguito denominato “DPI”: qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo. Si tiene conto, inoltre, delle finalità, del campo di applicazione e delle definizioni di cui agli articoli 1, 2 e 3, paragrafo 1, numero 1), del regolamento (UE) n. 2016/425.
Ancora il Dlgs 81/08 riconosce, distingue, tratta o comunque cita, le seguenti tipologie di attrezzature:
- attrezzature di primo soccorso (Dlgs 81/08 art. 45 e DM 388/2003);
- attrezzature antincendio (Dlgs 81/08 art. 46);
- attrezzature e dispositivi medici elettronici (Dlgs 81/08 art. 207);
- attrezzature destinate al pubblico (Dlgs 81/08 art. 207);
- attrezzature per il trattamento dell’amianto (Dlgs 81/08 art. 251);
- attrezzature specifiche per i parchi di divertimento (Dlgs 81/08 note all’art. 71 - esclusioni);
- attrezzature destinate ad essere utilizzate a bordo di navi o unità (Dlgs 81/08 note all’art. 71 - esclusioni).
Le attrezzature possono essere installate permanentemente in un sito, oppure possono essere trasferibili, mobili (semoventi o non semoventi), spostabili, portatili, indossabili, ecc.; anche questa caratteristica incide sui rischi che all’utilizzo delle attrezzature sono associati.
Il DIT si occupa della sicurezza delle attrezzature intese come l’insieme di dispositivi, componenti, strumenti, utensili, apparecchi, macchine e impianti, ecc. utilizzati per lo svolgimento di un’attività, la realizzazione di un prodotto o di un processo, l’esecuzione di un’operazione/lavorazione o di un servizio/prestazione, l’equipaggiamento di una persona o l’allestimento di un ambiente.
A prescindere dalla tipologia e dalla destinazione d’uso, la sicurezza delle attrezzature deve essere garantita da scelte e operazioni agite in ciascuna fase del loro ciclo di vita: nella progettazione e costruzione, all’atto dell’installazione e messa in servizio, durante il loro esercizio e utilizzo, nella loro manutenzione e fino alla disinstallazione e al loro smaltimento.
Nell’area Sicurezza delle attrezzature ricadono dunque le attività istituzionali e di ricerca che hanno come obiettivo la definizione di soluzioni tecniche e procedurali innovative, in grado di migliorare la sicurezza delle attrezzature tradizionali; lo studio delle attrezzature innovative al fine di promuoverne l’impiego per applicazioni di sicurezza e tuttavia di intercettare i rischi emergenti ad esse associati; l’analisi delle criticità cui l’attrezzatura va incontro nel corso del suo esercizio al fine di conoscere i principali meccanismi di degrado delle prestazioni o di danno che la caratterizzano sia nel suo insieme sia nei componenti che la costituiscono e nei materiali utilizzati per la sua fabbricazione. Inoltre, la partecipazione ai tavoli normativi costituisce parte integrante delle attività svolte in quanto fornisce temi che necessitano di approfondimento e di ricerca e rappresenta un percorso privilegiato per il trasferimento dei risultati conseguiti.
In particolare, le ricerche del DIT in quest’ambito riguardano prevalentemente:
- l’individuazione dei materiali che meglio rispondono alle sollecitazioni meccaniche e termiche nonché alle aggressioni fisiche e chimiche alle quali l’attrezzatura si troverà sottoposta nel corso dell’esercizio;
- la determinazione – mediante criteri teorici o empirici – delle caratteristiche geometriche (forme e spessori dei componenti, tipologia delle giunzioni, ecc.) dell’attrezzatura tali da garantirne la stabilità e la resistenza strutturale;
- la definizione dei coefficienti di sicurezza e della tipologia e frequenza dei controlli tali da ridurre ulteriormente il rischio di cedimenti di qualsiasi tipo;
- lo studio di componenti e dispositivi in grado di garantire un maggior livello di efficacia e affidabilità ai fini della sicurezza;
- l’individuazione di misure di protezione innovative per la riduzione di rischi;
- la definizione di misure procedurali e organizzative per la gestione dei rischi residui (per l’utilizzo, la manutenzione, i controlli, le verifiche, ecc.);
- la definizione di percorsi formativi, addestrativi e professionalizzanti destinati a studenti e lavoratori.
e hanno come obiettivi comuni quelli di integrare la sicurezza nella progettazione ed evitare, o in ogni caso limitare, il manifestarsi di situazioni di danneggiamento o di degrado (anomalie, guasti, avarie, ecc.) delle attrezzature.
D’altro canto, il perseguimento di prestazioni sempre migliori dei prodotti (anche in termini di costi della loro fabbricazione vs loro durabilità) sta diffondendo l’utilizzo di materiali e processi industriali innovativi e la definizione e applicazione di strategie manutentive che inseriscono l’invecchiamento delle attrezzature tra le condizioni di esercizio da gestire, garantendo comunque un adeguato livello di sicurezza. Pertanto, un ulteriore aspetto – e ambito di ricerca - con risvolti significativi in termini di sicurezza è quello dell’invecchiamento delle attrezzature e della gestione dei rischi che ne derivano.
Contatti: dit@inail.it