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07 agosto 2024
“Sogni paralimpici”, online il video su Ambra Sabatini
Pubblicato un nuovo episodio del progetto dedicato agli atleti che parteciperanno ai prossimi Giochi con protesi Inail. La campionessa paralimpica, che lo scorso anno ha stabilito anche il record del mondo nei 100 metri in 13”98, si racconta. L’importanza dello sport come strumento di riabilitazione e inclusione, la passione per la velocità in pista, il rapporto con le sue compagne di squadra Martina Caironi e Monica Contrafatto. E un appuntamento a Parigi che l’aspetta…
“Sogni paralimpici”, online il video su Ambra Sabatini
ROMA – “Sono molto testarda, me lo dicono tutti, quando mi metto in testa una cosa, mi impegno al massimo per raggiungere l’obiettivo prefissato”. Ambra Sabatini, 22 anni, nata a Livorno e cresciuta a Porto Ercole, un oro alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 nei 100 metri, detiene anche il record del mondo con 13’98, conquistato ai mondiali di Parigi lo scorso anno. E nella capitale francese scenderà di nuovo in pista ai prossimi Giochi, in programma dal 28 agosto all’8 settembre, nei quali sarà anche portabandiera per l’Italia.
Le protesi e l’incontro con Inail per tornare a correre. A 17 anni, a causa di un incidente in motorino mentre si stava recando proprio agli allenamenti di atletica, Ambra subisce l’amputazione della gamba sinistra. Decide subito di seguire il percorso di riabilitazione e con le protesi fornite dall’Inail, può ricominciare anche ad allenarsi con gradualità. “Quando ho ricominciato ad allenarmi, - racconta Ambra nel video - avevo molta difficoltà e non riuscivo ad avanzare bene. Facevo fatica negli allenamenti e non sentivo più quella libertà di correre che, provenendo dal mezzofondo, sapevo già apprezzare prima dell’incidente. Il mezzofondo è una disciplina di resistenza e fatica e mi ha forgiato tantissimo. Quindi per me c’è stato un momento di sconforto a quel punto, ma è durato poco. Poi, dopo aver incontrato l’Inail, si è aperta un’altra pagina della mia vita”.
Un trio straordinario. A Tokyo 2020 insieme a Martina Caironi, argento, e Monica Contrafatto, bronzo, ci ha regalato uno straordinario podio tutto italiano. E sul rapporto che la lega alle sue compagne di squadra rivela: “Per correre è stato fondamentale avere persone come Martina e Monica e altri grandi atleti che mi hanno fatto capire che potevo ritornare in pista e cosa avrei potuto fare. Sono stati per me dei modelli di riferimento. Quindi capisco quanto sia importante avere e dare esempi positivi”. Una testimonianza per tutti di come lo sport possa essere uno strumento di riabilitazione e inclusione.
L’iniziativa. Il progetto “Sogni paralimpici – Parigi 2024” consiste in una serie di video storie e podcast in cui gli atleti raccontano come hanno ricostruito la propria vita grazie allo sport e il valore che questo ha avuto nei rispettivi percorsi umani ed agonistici. Il progetto è stato condiviso con il Cip, con cui Inail collabora da tempo in materia di riabilitazione e reinserimento sociale attraverso la pratica sportiva, e il cui impegno è stato determinante per lo sviluppo, il successo e la promozione dello sport paralimpico. Tra le attività condivise, i corsi di avvicinamento allo sport per persone con disabilità in seguito a un infortunio sul lavoro. Il progetto “Sogni paralimpici” rientra nella più ampia iniziativa “Sport senza barriere” collana di video e podcast lanciata oltre un anno fa, in cui i nostri assistiti vittime di infortuni sul lavoro, raccontano la propria esperienza di rinascita e reinserimento sociale attraverso lo sport.
Un modello per tutti. Le esperienze degli atleti paralimpici rappresentano un modello, in questo caso d’eccellenza, per le persone che in seguito a un infortunio sul lavoro, si trovano ad affrontare difficoltà concrete nella vita di ogni giorno. E spesso perdono la fiducia in sé stesse e la voglia di riprendere le attività quotidiane. L’obiettivo è, quindi, quello di mettere in primo piano attraverso le storie, le emozioni, le voci dei campioni, il valore dello sport come strumento di riabilitazione e inclusione sociale.
L’eredità di Antonio Maglio. Precursore e personalità di riferimento in Italia nell’uso dello sport come strumento di riabilitazione e reinserimento sociale degli infortunati sul lavoro è stato proprio un medico dell’Inail, Antonio Maglio, ispiratore di quelli che oggi sono riconosciuti come primi Giochi paralimpici della storia, tenutisi di Roma nel 1960. Il patrimonio di competenze che ci appartiene in questo settore, affonda le radici in quegli anni. Il progetto “Sogni paralimpici – Parigi 2024”, ideato in occasione delle prossime Paralimpiadi nell’ambito di “Sport senza barriere” ha l’obiettivo di valorizzare quell’esperienza, offrendo un segnale di continuità.
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Pubblicazione
7/08/2024, 17:00
Ultimo aggiornamento
7/08/2024, 17:00
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