Ti trovi in:
13 luglio 2023
Sport senza barriere, la storia di Antonio: atleta paralimpico dopo l’incidente stradale
È online un nuovo episodio della serie di video dedicata ai nostri assistiti che hanno subito infortunio sul lavoro. Ognuno di loro racconta come, attraverso la pratica sportiva e i servizi messi a disposizione dall’Inail, abbia seguito con successo un percorso di riabilitazione e reinserimento sociale
Sport senza barriere, la storia di Antonio: atleta paralimpico dopo l’incidente stradale

ROMA – “Era il 2005 e stavo andando a lavoro in moto quando un’auto mi ha travolto: il conducente è fuggito senza prestare soccorso. Mi sono reso subito conto di aver perso la gamba sinistra nell’incidente e ho avuto la lucidità di bloccare l’emorragia con la cintura dei pantaloni e chiamare un’ambulanza”. Inizia così il racconto di Antonio Acciarino, 47enne di Foligno in Umbria che all’epoca dell’infortunio lavorava presso una società di giardinaggio a Deruta. La sua storia è raccontata nel video online da oggi sul nostro portale, parte del progetto “Sport senza barriere”, dedicato agli assistiti Inail che hanno subito un infortunio sul lavoro. Le testimonianze raccolte nei filmati mostrano come, attraverso lo sport, i protagonisti siano riusciti a recuperare il benessere psicofisico e la motivazione per reinserirsi nella società.
La passione per il lancio del peso. “Il percorso di riabilitazione dopo l’incidente è stato lungo e ci sono state difficoltà, ma io non mi sono mai perso d’animo – dice Antonio. Poi, un tecnico che realizzava protesi nel centro di riabilitazione Inail a Roma, mi ha suggerito di andare a vedere alcuni ragazzi che facevano lancio del peso al campo di atletica. Appena ho visto questi ragazzi ho avuto una folgorazione: ho iniziato ad allenarmi seriamente e da quel momento non ho più smesso”.
“Lo sport è determinante per rimettersi in gioco”. Antonio pratica sport paralimpico da 10 anni e ha ottenuti ottimi risultati a livello nazionale e internazionale. “Per me lo sport è determinante, per rimettersi in gioco e per dimostrare a te stesso che ce la fai, soprattutto quando hai una delle difficoltà fisiche - aggiunge. E credo che lo sport paralimpico sia da consigliare a tutte le persone che hanno un deficit fisico perché rinvigorisce e soprattutto libera la mente. È una cosa portentosa”.
L’assistente sociale: “Coinvolgiamo gli infortunati in attività orientate al reinserimento”. Barbara Tini, assistente sociale che segue Antonio ed altri assisti Inail da diversi anni, spiega in che modo l’Istituto sostiene gli infortunati e li coinvolge in attività orientate al reinserimento nella società: “Li abbiamo sempre coinvolti in attività di ogni tipo, non solo sportive, ma anche nelle giornate dedicate al teatro, ai corsi di cucina. Abbiamo sempre portato l’esempio di altri ragazzi e di altri assicurati che prima si erano messi alla prova ed erano riusciti a reinserirsi grazie a tutte queste attività. Poi, la nostra è comunque una sede piccola, dove si riesce a fare gruppo con molta facilità e di certo questo è un vantaggio per i nostri assistiti”.
L’impegno dell’Istituto per le persone con disabilità da lavoro. Il reinserimento sociale delle persone con disabilità da lavoro attraverso lo sport affianca il sostegno economico destinato dall’Inail agli assistiti e, con il tempo, ha acquisito un ruolo sempre più centrale tra le attività istituzionali. Attraverso la sua rete di assistenza, l’Istituto fornisce i servizi necessari per avviare il percorso di riabilitazione, servizi che possono includere anche protesi per praticare diverse attività sportive fornite dal Centro di Vigorso di Budrio. Inoltre, Inail mette a disposizione dei propri assistiti, con la collaborazione del Comitato Italiano Paralimpico, corsi di avviamento allo sport con l’obiettivo di ottenere un maggior benessere psicofisico per gli infortunati e il loro reinserimento sociale.
L’eredità di Antonio Maglio. Precursore e personalità di riferimento in Italia nell’uso dello sport come strumento di riabilitazione e reinserimento degli infortunati sul lavoro è stato proprio un medico dell’Inail, Antonio Maglio, ispiratore dei primi Giochi Paralimpici di Roma nel 1960. Il patrimonio di competenze che oggi ci appartiene in questo settore, affonda le radici in quegli anni. Il progetto “Sport senza barriere” è stato ideato per raccogliere quell’esperienza e testimoniarne il valore, offrendo un segnale di continuità.
Condivisione social
Pubblicazione
13/07/2023, 10:25
Ultimo aggiornamento
13/07/2023, 10:25
Condividi