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28 aprile 2023
Sport senza barriere, la storia di Giuseppe Galliano “Non poniamoci limiti: nella vita si può fare tutto”
In occasione della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, pubblichiamo un nuovo episodio della serie di video dedicata ai nostri assistiti che hanno subito infortunio. Ognuno di loro racconta come, attraverso la pratica sportiva e i servizi messi a disposizione dall’Inail, abbia seguito con successo un percorso di riabilitazione e reinserimento sociale
Sport senza barriere, la storia di Giuseppe Galliano “Non poniamoci limiti: nella vita si può fare tutto”

ROMA – Oggi, 28 aprile, ricorre la Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro. Un momento di riflessione per ribadire l’importanza della prevenzione di infortuni e malattie connessi all’attività lavorativa. Abbiamo scelto questa data per pubblicare sul nostro portale il quarto episodio della serie di video-racconti dedicata agli assistiti che dopo un infortunio sul lavoro, grazie allo sport e con il sostegno dell’Inail hanno ripreso in mano la propria vita.
A 29 anni l’incidente in scooter. Giuseppe Galliano, 51enne milanese, a causa di un incidente avvenuto nel 2001 mentre si recava al lavoro in scooter, ha perso l’uso degli arti inferiori. “Avevo 29 anni - racconta – e in un attimo la mia vita è stata stravolta. Giorno dopo giorno ho iniziato a raccogliere i cocci e a rimetterli insieme, come credo sia successo a tanti altri ragazzi. Da lì è iniziato il mio percorso di conoscenza e avvicinamento all'Inail, che è mi stato di supporto”. “Organizzavo eventi – continua Giuseppe – mi piaceva tantissimo, ma era un’attività difficile da portare avanti dopo l’infortunio. Così nel tempo ho cambiato settore: insieme ad alcuni amici ho aperto e gestisco una catena di ristoranti a Milano. Amo il mio lavoro, ma anche lo sport: così pianifico le mie giornate per riuscire a far entrare tutto. Non nascondo che spesso è difficile e si fatica, ma tutto si può fare, è solo una questione di volontà”.
Dall’handbike al padel in carrozzina. Diversi anni dopo la riabilitazione Giuseppe inizia a praticare handbike. “Avrei dovuto iniziare ad allenarmi con l’handbike subito dopo l’infortunio, invece ho iniziato molti anni dopo. Ho sempre amato lo sport e sono molto competitivo, avrei potuto mettere il mio fisico nelle condizioni di gareggiare con gli atleti più forti e fare attività agonistica”. Oggi Giuseppe si è appassionato al padel in carrozzina. “Uno sport che mi dà molta energia e un grande benessere psicofisico, ed è un’attività aggregante, giocando si conoscono tante persone”. Giuseppe promuove il padel “misto”, cioè giocato da persone con disabilità e normodotati, perché come ci ha raccontato “è un modo per fare inclusione. E perché così posso giocare con tutti, anche con chi sta in piedi e con i miei amici, quelli con cui sono cresciuto”.
Una passione da condividere. “Ho un nuovo obiettivo - racconta Giuseppe - è quello di dare il mio contributo per costruire in Italia un circuito di giocatori nel padel. Così da diventare bravi, al livello dei francesi, degli spagnoli e di tutti gli altri che sono più avanti di noi in questo campo, e di dare modo a più ragazzi di avvicinarsi allo sport. Vorrei creare le condizioni per cui un ragazzo di Macerata o di Reggio Calabria o di Trento, che ha un problema, possa decidere di andare in un centro sportivo e dire “Io vorrei provare a giocare padel”. Il centro sportivo deve avere la carrozzina adattabile, perché la persona possa provare a giocare. È chiaro che le prime volte che si gioca, non ci si compra subito la carrozzina sportiva che, comunque, ha dei costi impegnativi”. “E stiamo lavorando - continua - anche insieme a persone della Federazione, affinché ogni regione possa avere 2 o 3 circoli attrezzati in questo modo”.
L’impegno dell’Istituto per le persone con disabilità da lavoro. Il reinserimento sociale delle persone con disabilità da lavoro attraverso lo sport affianca il sostegno economico destinato dall’Inail agli assistiti, e con il tempo ha acquisito un ruolo sempre più centrale tra le attività istituzionali. Attraverso il Centro Protesi di Vigorso di Budrio, l’Istituto fornisce i servizi necessari per avviare il percorso di riabilitazione, servizi che possono includere anche protesi per praticare diverse attività sportive. Oltre al supporto offerto attraverso il Centro Protesi e le sue filiali e i punti di assistenza attivi sul territorio, Inail mette a disposizione dei propri assistiti, con la collaborazione del Comitato Italiano Paralimpico, corsi di avviamento allo sport con l’obiettivo di ottenere un maggior benessere psicofisico per gli infortunati e il loro reinserimento sociale.
L’eredità di Antonio Maglio. Precursore e personalità di riferimento in Italia nell’uso dello sport come strumento di riabilitazione e reinserimento degli infortunati sul lavoro è stato proprio un medico dell’Inail, Antonio Maglio, ispiratore dei primi Giochi Paralimpici di Roma nel 1960. Il patrimonio di competenze che oggi ci appartiene in questo settore, affonda le radici in quegli anni. Il progetto “Sport senza barriere” è stato ideato per raccogliere quell’esperienza e testimoniarne il valore, offrendo un segnale di continuità.
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Pubblicazione
28/04/2023, 10:19
Ultimo aggiornamento
28/04/2023, 10:19
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