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02 luglio 2021

Industria chimica, online un’analisi statistica su infortuni e malattie professionali

Realizzata dall’Inail in collaborazione con Federchimica, la relazione tecnica riporta i dati statisticamente consolidati relativi al quinquennio 2015-2019 e illustra gli strumenti a sostegno delle politiche di prevenzione

Industria chimica, online un’analisi statistica su infortuni e malattie professionali

Industria chimica

ROMA – L’industria chimica registra ogni anno, in media, il 50% in meno di infortuni tra i settori manifatturieri, risultando tra le più sicure. Nel quinquennio 2015-2019, infatti, sono stati colpiti da un infortunio sul lavoro circa l’1% dei lavoratori del settore, mentre, nello stesso periodo, nell’industria manifatturiera si sono infortunati il 2% dei lavoratori ogni anno. È quanto emerge dall’Analisi statistica sugli infortuni e sulle malattie professionali e gli strumenti a sostegno delle politiche di prevenzione per l’industria chimica, realizzata dall’Inail in collaborazione con Federchimica, che rappresenta circa 1.400 imprese e oltre 94mila addetti. Lo studio riporta i dati statisticamente consolidati relativi al quinquennio 2015-2019, e, alla luce degli effetti della pandemia da Covid-19 sui dati infortunistici del 2020 e del 2021, le analisi eseguite saranno la base dati di riferimento più significativa, almeno fino al 2022.
 
I numeri del settore: l’Italia terzo produttore europeo dopo Germania e Francia. Con un valore della produzione pari a circa 55 miliardi di euro nel 2019 (88,5 miliardi, inclusa la farmaceutica), l’industria chimica in Italia e` il terzo produttore europeo, dopo Germania e Francia, e il dodicesimo a livello mondiale. Quarto settore industriale in Italia, la chimica ricopre un ruolo strategico per lo sviluppo e la competitività del Paese. Secondo i dati dell’Inail nel 2019 le imprese chimiche appartenenti ai settori di attivita` di Federchimica sono 4.229, con 163.107 lavoratori. Dal 2015 il numero dei lavoratori impiegati ha registrato un incremento del 9,1% e la Lombardia e` la regione italiana con il maggior numero di lavoratori seguita da Emilia Romagna, Veneto, Piemonte, Lazio e Toscana.
 
Oltre il 40% degli infortuni è avvenuto in Lombardia. Nel quinquennio 2015-2019 gli infortuni hanno colpito soprattutto lavoratori di sesso maschile (85,8%), sia perché più numerosi rispetto alle donne, sia per la tipologia di lavoro svolto, a più alto rischio infortunistico. Il 41% del totale degli infortuni è avvenuto in Lombardia, un dato legato al maggior numero di aziende e lavoratori presenti sul territorio. Dall’analisi dei tassi di incidenza (gli infortuni rapportati al numero dei lavoratori) per regione si rileva, invece, che la Lombardia e` tra le regioni più sicure con l’1% di lavoratori infortunati sul totale, mentre la Sardegna con il 2,2% e le Marche con l’1,9%, seguite da Trentino Alto Adige, Molise e Veneto, fanno registrare un’incidenza infortunistica più elevata. Questi dati sono dovuti in parte alla presenza di un maggior numero di imprese di piccole e medie dimensioni, dove l’incidenza tende a essere più rilevante.
 
Gravità e cause degli infortuni. L’85% circa degli infortuni non presenta alcuna menomazione, mentre, del restante 15%, il 9,7% ha fatto registrare un grado di menomazione tra l’1 e il 5%, e il 4,4% tra il 6 e il 15%. Da ciò emerge che il 98,9% degli infortuni ha comportato un grado di menomazione nullo o inferiore al 15%, mentre, tra gli infortuni più gravi, solo lo 0,44% presenta un grado di menomazione superiore o uguale al 25%. Il 67,1% degli infortuni è causato da tre tipologie di contatto: agente contundente (26,7%), schiacciamento verticale o orizzontale (21,2%) e sforzi psicofisici (17,9%). La tipologia di contatto con elettricità o sostanze si trova solo al sesto posto. I lavoratori, quindi, si infortunano più spesso per pericoli o rischi comuni a tutte le tipologie di impresa. La tendenza è confermata dall’analisi dell’attività fisica specifica: il 69,9% degli infortuni è causato da movimenti, manipolazione di oggetti e trasporto manuale. 

Le malattie professionali e gli strumenti a sostegno della prevenzione. Per quanto riguarda i casi di malattie professionali riconosciute positivamente nel decennio 2010-2019, si tratta per lo più di malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo, mentre le malattie del sistema respiratorio rappresentano la seconda causa di riconoscimenti. L’incidenza dei tumori e` del 15,8%, e, rapportata al numero dei lavoratori, è in media con quella del settore manifatturiero nel complesso (0,006%). Chiude la pubblicazione un allegato in cui vengono illustrati alcuni strumenti rivolti al sostegno delle politiche prevenzionali.
 

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