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06 marzo 2020

Giornata internazionale della donna, online il Dossier 2020 dell’Inail

L’analisi sull’andamento del fenomeno infortunistico e tecnopatico al femminile, condotta dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto alla vigilia dell’8 marzo, conferma la maggiore rilevanza del “rischio strada” per le lavoratrici. Tra le malattie professionali denunciate spiccano le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo e quelle del sistema nervoso, pari a oltre il 90% del totale

Giornata internazionale della donna, online il Dossier 2020 dell’Inail

Giornata internazionale della donna, online il Dossier 2020 dell’Inail

ROMA - Le lavoratrici, occupate prevalentemente in attività meno pericolose rispetto ai lavoratori – come quelle del personale domestico e dell’assistenza sociale domiciliare, che possono richiedere spostamenti frequenti tra l’abitazione e il luogo di lavoro – sono più esposte al “rischio strada”. A confermarlo è il nuovo Dossier donne dell’Inail, pubblicato sul sito dell’Istituto alla vigilia della Giornata internazionale dell’8 marzo.
 
Nel tragitto tra la casa e il luogo di lavoro più della metà dei casi mortali. Dall’analisi condotta dalla Consulenza statistico attuariale sui dati del 2018, aggiornati allo scorso 31 ottobre, emerge infatti che per le donne l’incidenza degli infortuni in itinere, avvenuti cioè nel percorso di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro, continua a essere molto più elevata rispetto agli uomini sia in valore assoluto – rispettivamente 53.386 casi contro 50.003 – sia in percentuale rispetto al totale delle denunce di ciascun genere (23,2% contro 12,1%). Il divario si allarga ulteriormente concentrando l’attenzione sui casi mortali denunciati: nel 2018 più di un decesso femminile su due (59 su 116, pari al 50,9%) è avvenuto in itinere, mentre il rapporto scende a circa uno su quattro (26,8%) per gli uomini.
 
Nel quinquennio 2014-2018 denunce in calo del 3,3%. Tra il 2014 e il 2018, a fronte di un incremento del 4,7% dell’occupazione femminile, le denunce di infortunio delle lavoratrici sono passate dalle 238.010 del 2014 alle 230.509 del 2018, con una diminuzione percentuale del 3,3%, maggiore rispetto a quella rilevata nello stesso periodo tra i lavoratori (-2,4%), per i quali l’occupazione è aumentata del 3,9%. Due in più, invece, le denunce di infortunio con esito mortale tra le donne – dalle 114 del 2014 alle 116 del 2018 – pari a un incremento dell’1,8%, più contenuto rispetto al +5,1% rilevato tra gli uomini.
 
La fascia di età più colpita è quella tra i 50 e i 54 anni. Nel 2018 la fascia di età delle lavoratrici più colpita in valore assoluto è stata quella tra i 50 e i 54 anni, che con 32.174 casi rappresenta il 14% di tutti gli infortuni al femminile. Le denunce si concentrano per oltre la metà al Nord (60,4%), seguito dal Centro (20,4%) e dal Mezzogiorno (19,2%), mentre per i casi mortali le percentuali si attestano, rispettivamente, al 56,9%, 16,4% e 26,7%. La diminuzione dell’1,1% delle denunce in complesso registrata nel 2018 rispetto all’anno precedente è la sintesi dei decrementi rilevati su tutto il territorio nazionale: -0,9% al Nord, -0,2% al Mezzogiorno e -2,5% al Centro. L’incidenza degli infortuni al femminile è più elevata nel settore dei servizi domestici e familiari (colf e badanti), con l’89,7% sul totale delle denunce, seguito da sanità e assistenza sociale (74,2%) e dal confezionamento di articoli di abbigliamento (70,7%).
 
Cause e conseguenze. Nel quinquennio 2014-2018, prendendo in considerazione solo i casi avvenuti in occasione di lavoro e accertati positivamente, la caduta è la prima causa di infortunio per le donne (28,3% sul totale dei casi codificati) e la terza per gli uomini (18,9%), seguita dai movimenti del corpo senza sforzo fisico (21,3%), che sono anche la seconda causa degli infortuni occorsi ai lavoratori (20,8%). Nel 2018 la sede più colpita continua a essere la mano, con un’incidenza inferiore per le donne rispetto agli uomini (23,2% contro 29,3%), dovuta alla maggiore rilevanza di caviglia, colonna vertebrale e ginocchio per le lavoratrici. Lussazioni e contusioni sono le conseguenze degli infortuni più frequenti per entrambi i generi.
 
I dati provvisori del 2019. Secondo i dati provvisori del 2019, rilevati allo scorso 31 dicembre, il lieve aumento (+0,1%) delle denunce di infortunio rispetto al dato dell’anno precedente (rilevato al 31 dicembre 2018 per omogeneità di confronto) è determinato dalla componente femminile, in crescita dello 0,5% (da 228.762 a 229.865 denunce), mentre quella maschile diminuisce dello 0,05% (da 411.961 a 411.773). Per quanto riguarda i casi mortali, l’andamento delle denunce registrato dai dati provvisori del 2019 è decrescente per entrambi i generi: -9,6% per le donne (da 104 a 94) e -3,3% per gli uomini (da 1.029 a 995).
 
Nel pubblico impiego l’incidenza maggiore delle tecnopatie. Le denunce di malattia professionale delle lavoratrici nel 2018 sono state 15.992, pari al 26,9% delle 59.504 tecnopatie denunciate nel complesso. Le patologie denunciate sono in crescita dello 0,9% rispetto all’anno precedente, ma in flessione del 4,6% rispetto al dato del 2014. Il 74,1% delle denunce femminili di malattia professionale è concentrato nella gestione più grande dell’Industria e servizi (contro l’81,6% dei maschi), il 23,5% nell’Agricoltura e il restante 2,4% nel Conto Stato. A causa della forte presenza femminile tra gli occupati di molti settori del pubblico impiego, come la scuola e i ministeri, quest’ultima gestione detiene il primato di incidenza percentuale femminile tra le denunce di patologie lavoro-correlate (394 casi su 671, pari al 58,7%del totale).
 
Tra le patologie più frequenti dorsopatie, disturbi dei tessuti molli e sindrome del tunnel carpale. I dati del 2018 confermano che sono state soprattutto le malattie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo e quelle del sistema nervoso a colpire i lavoratori nel complesso (77,3% del totale delle denunce). La differenza tra donne e uomini, però, è molto marcata: le patologie citate rappresentano infatti il 90,3% delle denunce delle lavoratrici (oltre 14mila delle 15.992 complessive), contro il 72,5% delle denunce dei lavoratori. Tra le patologie del sistema osteo-muscolare, sono più frequenti le dorsopatie e i disturbi dei tessuti molli, mentre tra le malattie del sistema nervoso, la quasi totalità è rappresentata dalla sindrome del tunnel carpale. I dati provvisori del 2019 indicano un incremento del fenomeno rispetto all’anno precedente sia per le lavoratrici che per i lavoratori, pari rispettivamente al +4,0% e al +2,5%.

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