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27 novembre 2019

Rischi e opportunità dello sviluppo tecnologico al centro del seminario nazionale degli avvocati Inail

Promosso dall’Avvocatura generale dell’Istituto, con il patrocinio del Consiglio nazionale forense e del Politecnico di Milano, l’evento ospitato la scorsa settimana dall’ateneo lombardo ha indagato le nuove frontiere dell’intelligenza artificiale e i suoi riflessi sul lavoro che cambia

Rischi e opportunità dello sviluppo tecnologico al centro del seminario nazionale degli avvocati Inail

Rischi e opportunità dello sviluppo tecnologico al centro del seminario nazionale degli avvocati Inail

MILANO - I benefici dello sviluppo tecnologico, il supporto dell’intelligenza artificiale, la Blockchain, il lavoro su piattaforma digitale, ma anche i rischi dell’innovazione dell’It e le sue dirette conseguenze sull’automazione dei processi produttivi, la sicurezza sul lavoro 4.0 e il dibattito sull’allargamento delle tutele. Sono stati questi i punti focali del seminario nazionale degli avvocati Inail che si è svolto dal 20 al 22 novembre presso il Politecnico di Milano, che ha patrocinato l’evento insieme al Consiglio nazionale forense. Tre giornate che hanno visto, oltre agli interventi istituzionali del presidente e del direttore generale dell’Inail, Franco Bettoni e Giuseppe Lucibello, e del presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Istituto, Giovanni Luciano, anche le relazioni di avvocati e docenti universitari, che hanno affrontato i temi seminariali dalla prospettiva delle loro aree di studio.

Bettoni: “Impegnati per rendere la tecnologia accessibile a tutti”. Legalità, rispetto delle norme e tecnologia inclusiva sono state le parole chiave dell’intervento di apertura di Franco Bettoni, che ha introdotto i lavori del seminario insieme al direttore regionale Inail della Lombardia, Alessandra Lanza, al presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Milano, Vinicio Nardo, e all’avvocato generale dell’Istituto, Riccardo D’Alia. “L’Inail – ha sottolineato il presidente – è fortemente impegnato nel trasferimento dei risultati della ricerca al mondo produttivo per realizzare pari condizioni di accesso tecnologico a tutti, a partire dalle fasce più deboli dei lavoratori. L’impatto dell’innovazione, infatti, se non ben governato, rischia di provocare la loro esclusione dalla realtà produttiva”.

Lucibello: “Dati e statistiche per interpretare il presente”. Diversi sono stati i nodi toccati nel suo intervento dal direttore generale dell’Istituto. Dal potenziamento dell’Inail e degli altri enti di controllo, all’allargamento delle tutele assicurative, alla commercializzazione dei prodotti della ricerca, Lucibello ha rimarcato il lavoro compiuto nella transizione da ente assicurativo a polo integrato della salute e sicurezza sul lavoro, anche attraverso l’apporto dell’innovazione digitale. Un esempio è dato dagli open data diffusi a cadenza mensile, che raccolgono tutti gli infortuni denunciati. Ma dati e statistiche, per il direttore generale, “devono fare da sprone, oltre che per lavorare sul futuro e per prevenire, anche per leggere il presente”. Quando avviene un infortunio, ha proseguito Lucibello rivolgendosi alla platea degli avvocati, “occorre andare al di là delle linee guida preventive e delle relazioni. Bisogna analizzare in profondità le cause, capire il perché delle mancate coperture assicurative”. Per quanto riguarda la ricerca, invece, la sfida è quella di “fare l’ultimo miglio, passando dalla registrazione del marchio e dei prototipi realizzati dall’Istituto, in sinergia con enti e centri di eccellenza, alla riproduzione industriale dei prodotti, accompagnando le imprese nel processo di trasferimento tecnologico”.

Luciano: “Servono norme e tutele in linea con il lavoro di oggi”. Dopo aver ribadito le funzioni rilevanti di elaborazione delle norme e di presidio degli interessi anche economici dell’Inail svolte dall’Avvocatura generale dell’Istituto, il presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza, Giovanni Luciano, si è soffermato su alcune questioni che animano il dibattito pubblico in questo periodo. I dati sul contenzioso del pagamento dei premi, gli unici in aumento rispetto a quelli in flessione del contenzioso generale presenti nella relazione 2018 dell’Avvocatura, segnalano un evidente momento negativo da parte delle imprese nella stagnazione economica presente nel Paese. Un altro dato su cui riflettere, ha proseguito il presidente del Civ, “è quello relativo agli infortuni mortali, che negli ultimi sette anni risultano essere stabili, a fronte di un generale calo complessivo delle denunce di infortunio”. Da qui l’appello alla politica e alle istituzioni, “perché sappiano approntare norme di tutela e di prevenzione più in linea con l’evoluzione tecnologica in atto nel mondo del lavoro, con un possibile allargamento della tutela assicurativa e riabilitativa anche a lavoratori che ne sono attualmente sprovvisti”.   

Puglisi: “Investire sulla competenza per affrontare le nuove sfide”. Per Francesca Puglisi, sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali, i temi affrontati dal seminario sono di grande attualità anche a livello comunitario. La Commissione europea, ha spiegato, “si domanda come accompagnare le imprese in questa nuova transizione sociale, economica ed ecologica. Le nuove tecnologie non devono essere viste come un nemico, ma come una grande opportunità per lo sviluppo umano, come testimonia il grande investimento scientifico e tecnologico che l’Inail sta compiendo, insieme a grandi centri di ricerca nazionale, per aiutare i lavoratori che hanno subito gravi incidenti sul lavoro”. Il lavoro cambia, si trasforma e “compito della politica – ha aggiunto Puglisi – deve essere quello di non lasciare sole le persone in questo cambiamento, investendo sulla competenza, affrontando le nuove sfide produttive e allargando le forme dì tutela dei lavoratori”.

D’Alia: Necessario mettere in luce anche le criticità. L’intelligenza artificiale e la robotica avanzata, nelle loro applicazioni, possono supportare differenti e importanti attività professionali, contribuendo a una maggiore efficienza dei processi produttivi e a elevare gli standard della sicurezza. Lo sviluppo tecnologico amplia decisamente l’orizzonte del lavoro ma, come ha sottolineato l’avvocato generale dell’Inail, Riccardo D’Alia, “non può e, soprattutto, non deve sostituire l’attività e l’ingegno umani”. Per D’Alia è necessario, inoltre, “mettere in luce anche i rischi derivanti dall’innovazione tecnologica, come le possibili violazioni della privacy e il possesso dei big data, di proprietà di pochi attori globali, che evidenzia un importante problema di concorrenza”.

Di Ciommo: “L’innovazione ha collocato il diritto in una nuova dimensione operativa”. Il rapporto tra l’uomo e i robot, i big data e gli algoritmi, le problematiche che deve affrontare il diritto in tecnologie di frontiera sono state al centro della sessione moderata dal direttore centrale Ricerca dell’Inail, Edoardo Gambacciani, che ha coinvolto, tra gli altri, Antonio Nicita, commissario dell’Autorità garante per le comunicazioni e Lorenzo De Michieli, direttore del Rehab Technologies Lab dell’Istituto italiano di tecnologia di Genova. Su Blockchain e smart contract, in particolare, è intervenuto Francesco Di Ciommo, docente di Diritto privato all’Università Luiss Guido Carli di Roma, che ha sottolineato come “sempre più spesso le norme giuridiche siano costrette a rinunciare a disciplinare fenomeni altamente tecnologici, destinati a una velocissima obsolescenza”. Affrontando il tema del “non diritto”, ha proseguito Di Ciommo, il giurista dei nostri giorni “deve quindi prendere atto di come, oggi, il connubio tra tecnica ed economia abbia relegato la nozione di diritto comunemente intesa in una dimensione operativa totalmente diversa, più modesta rispetto a quella che ha avuto per millenni fino a qualche decennio fa”.

Tomasini: “La transizione digitale investe tutta la struttura”. In apertura della sessione conclusiva del seminario, Stefano Tomasini, direttore centrale Organizzazione digitale dell’Inail, ha sintetizzato il cambiamento compiuto dall’Istituto nella trasformazione digitale. Un percorso che “non è un mero switch off digitale ma investe, complessivamente, tutta la struttura in termini di linguaggi e mentalità”. Partito nel 2012, è tuttora in corso e si declina in diversi appuntamenti tecnologici e organizzativi, attraverso piani triennali strategici. “Nel 2020-2022 – ha precisato Tomasini a questo proposito – l’attenzione sarà rivolta ai servizi verso l’utente”.

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