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30 ottobre 2019

Incentivi alle imprese, bonifica dell’amianto dalle coperture dei capannoni

Online la video-storia in cui si racconta l’esperienza di un’azienda sarda, nel settore della lavorazione del marmo, che ha utilizzato i contributi Isi, messi a disposizione dall’Inail, per rimuovere la fibra killer dai tetti dei propri depositi. Con l’obiettivo di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori e la salubrità dell’ambiente

Incentivi alle imprese, bonifica dell’amianto dalle coperture dei capannoni

Immagine azienda

SANT’ANTONIO DI GALLURA (SS) – Un intervento di rimozione e bonifica dell’amianto dalle coperture dei capannoni, realizzato con gli incentivi alle imprese che investono in salute e sicurezza nei luoghi di lavoro erogati dall’Inail. È online la video-storia in cui si mostra l’esperienza di un’azienda sarda nel settore della lavorazione del marmo, ultimo episodio della campagna di comunicazione #storiediprevenzione lanciata lo scorso maggio per raccontare il sostegno alle imprese attraverso i contributi Inail.

L’attività produttiva inizia negli anni ’90. La Campolonghi SpA, azienda leader a livello internazionale nella fornitura di materiale lapideo, ha un deposito a Sant’Antonio di Gallura in provincia di Sassari, attivo dal 2004. Qui è stato realizzato l’intervento di rimozione e bonifica dell’amianto dalle coperture dei capannoni utilizzati per lo stoccaggio di marmi destinati al territorio della Sardegna. “L’azienda è nata nel ’90. All’inizio l’attività produttiva consisteva nell’acquisto di granito sardo sul territorio, per la trasformazione e spedizione nei nostri laboratori di Carrara, spiega Salvatore Orecchioni, responsabile del deposito. In quegli anni, per costruire questo tipo di strutture, ancora si utilizzava l’amianto”.

Le coperture dei capannoni esposte all’usura causata dai forti venti della zona.  Messo al bando in Italia con la legge n.257 del ‘92, l’amianto è ancora utilizzato per le sue caratteristiche fisiche, in settori come l’edilizia e l’industria, in diversi Paesi del mondo che non hanno introdotto il divieto. In molti edifici, tubature, rivestimenti e coperture sul nostro territorio è ancora presente e il rischio per l’uomo deriva dall’esposizione alle fibre, che si può avere in presenza di deterioramento o usura delle strutture in cui è contenuto. “Motivo che ci ha spinto ad intervenire, perché le coperture dei capannoni erano esposte ai forti venti tipici di quest’area geografica e, quindi, soggette a erosione ed usura, continua Salvatore”.

Nel bando Isi un asse di finanziamento dedicato a questo tipo di interventi. L’intervento di bonifica dall’amianto è complesso e costoso, motivo per cui gli incentivi costituiscono per le aziende un sostegno importante. “Volevamo realizzare da tempo quest’intervento, - aggiunge Orecchioni - ma la possibilità di accedere ai contributi Inail è stata determinante ed ha costituito un notevole sostegno sul piano economico”. La realizzazione del progetto ha comportato un miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori che operano nelle aree bonificate e all’interno dei capannoni, oltre ad aver avuto ripercussioni positive sulla salubrità dell’ambiente circostante.

Bando 2018: oltre 97 milioni gli incentivi riservati al terzo asse. Dall’edizione 2015 del bando Isi è stato introdotto un asse di finanziamento, tra i cinque previsti, specificamente dedicato ai progetti di bonifica da materiali contenenti amianto. Si tratta di uno degli strumenti con cui l’Istituto attua le proprie politiche di prevenzione in materia, assolvendo ai compiti che il legislatore gli ha attribuito. In particolare, con il bando Isi 2018 gli incentivi a fondo perduto del terzo asse di finanziamento, riservato agli interventi di bonifica da materiali contenenti amianto, sono aumentati rispetto all’edizione precedente, passando da 60 a più di 97 milioni di euro.

Dal 2010 a oggi erogati oltre due miliardi di euro. L’Istituto mette a disposizione delle imprese, attraverso i cinque assi in cui è suddiviso il bando Isi, finanziamenti a fondo perduto in conto capitale, che possono coprire fino al 65% delle spese sostenute. Dal 2010 ad oggi, a questo fine, sono stati erogati oltre due miliardi di euro.
 
 
 


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