INAIL - Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro

SALERNO - “State con i piedi per terra e la testa alta, con lo sguardo dritto alla meta. E poi, guagliù, mettetevi il casco!”. Con linguaggio schietto ed energia incontenibile, che non lo ha fatto restare seduto neanche per un attimo, il rapper Clementino, nome d’arte di Clemente Maccaro, ha lanciato questo messaggio ai giovani giurati della categoria Elements +10 del Giffoni Film Festival.
 
Mercoledì l’incontro nell’ambito della 47esima edizione della manifestazione. Intervenendo mercoledì scorso alla 47esima edizione della manifestazione di respiro internazionale dedicata al cinema per bambini e ragazzi, come testimonial speciale di un progetto dell’Inail dedicato alla promozione della cultura della prevenzione tra le nuove generazioni, l’artista partenopeo ha spiegato ai suoi interlocutori, tutti di età compresa tra gli 11 e i 13 anni, che “la sicurezza e la protezione sul lavoro sono cose importanti, fondamentali”.
 
Un approccio diretto pieno di riferimenti a vicende personali. Parole semplici e immediate, pronunciate prima di riempire il pomeriggio dei piccoli giurati con alcuni dei suoi brani più amati e condite da riferimenti espliciti a vicende personali, che hanno reso il messaggio ancora più comprensibile e convincente. “Tra un po’ avrete 15 anni e magari chiederete ai vostri genitori di comprarvi il motorino, è un classico. Io un po’ di anni fa sono caduto dallo scooter e se non avessi avuto il casco molto probabilmente non sarei qui a fare rap insieme a voi”.
 
“Non voglio imporvi nulla ma spero capiate l’importanza della vita”. “Non dobbiamo essere superficiali – ha aggiunto – dobbiamo scongiurare le tragedie. Qualche anno fa, dopo un mio concerto due miei fan persero il controllo della propria auto. Uno dei due non ce l’ha fatta. Voglio dirvi una sola cosa, che spero portiate sempre con voi come se fosse una mia canzone, pensata e cantata apposta per voi. Quando comincerete a guidare, prima di partire allacciate la cintura e posate il cellulare. Io so parlare di musica e con la musica, non sono uno snob che vuole imporvi delle cose. Vorrei però che con il mio linguaggio, tanto vicino al vostro, capiate l’importanza della vita”.