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25 maggio 2017
“Il ruolo dei Cug fondamentale nel ‘Terzo Tempo’ della riforma della pubblica amministrazione”
Lo ha detto la ministra per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione, Maria Anna Madia, intervenendo al convegno che al Forum PA ha riunito le rappresentanti dei Comitati unici di garanzia. Ninci (Inail): “Necessario cominciare a parlare di lavoro per obiettivi e risultati”
“Il ruolo dei Cug fondamentale nel ‘Terzo Tempo’ della riforma della pubblica amministrazione”

ROMA - Sostenibilità, cura, etica, equità. Queste le parole chiave attorno a cui ha ruotato la discussione del convegno “Cambiare si può! Come prendersi cura e rendere sostenibile la riforma della PA con innovazione, conciliazione ed etica: il ruolo dei Comitati unici di garanzia”, che si è svolto martedì pomeriggio a Roma nell’ambito della giornata inaugurale della 28esima edizione del Forum PA, ospitato nella cornice del nuovo convention center “La Nuvola”.
Favorire la conciliazione per accrescere efficienza e produttività. Dopo il saluto di benvenuto del presidente del Forum PA, Carlo Mochi Sismondi, la prima sessione dei lavori è entrata nel vivo con una serie di interventi incentrati sulla riforma della pubblica amministrazione, nell’ottica del sostegno alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro come strumento per accrescere efficienza e produttività. Sul tema sono intervenute Maria Anna Madia, ministra per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione, Antonella Ninci, presidente del Comitato unico di garanzia (Cug) Inail e componente del comitato di coordinamento del Forum dei Cug, Francesca Bagni Cipriani, consigliera nazionale di parità, Monica Parrella, dirigente generale del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, e Laura Calafà, ordinaria di Diritto del lavoro ed esperta di diritto antidiscriminatorio e tematiche di conciliazione dell’Università di Verona.
Madia: “È il momento di trasformare le norme in cambiamento concreto”. Aprendo il suo intervento, la ministra Madia ha ricordato la campagna “Terzo Tempo”, avviata “per trasformare le disposizioni legislative in cambiamento concreto e verificare i loro effetti”, dopo l’approvazione degli ultimi decreti attuativi e la conclusione della consultazione pubblica che ha visto i cittadini inviare circa 40mila email con suggerimenti e ipotesi di modifica. “In questa terza fase – ha spiegato – i Comitati unici di garanzia giocano un ruolo fondamentale come sentinelle dell’attuazione della riforma all’interno degli enti pubblici”.
“Con lo smart working un cambiamento culturale profondo”. La ministra si è soffermata anche sul tema dello “smart working”, o lavoro agile, la modalità flessibile di impiego che consente di eseguire una parte del lavoro in un luogo diverso dall’ufficio, definito “un cambiamento culturale ancora più forte del solo obiettivo della conciliazione”. Per Madia, infatti, “lavoro agile significa credere in un’innovazione dell’organizzazione del lavoro che mette al centro la tecnologia e ne riconosce le potenzialità”. Si tratta di “un compito complesso che richiede un grande sforzo collettivo”, ha precisato la ministra, che si è detta “convinta che modalità flessibili di impiego possano migliorare l’efficienza dei servizi offerti al cittadino”. Di qui la decisione di varare una nuova direttiva che prevede la sperimentazione di forme di smart working con il coinvolgimento, su base volontaria, di almeno il 10% dei dipendenti della PA. “È una scommessa impegnativa – ha aggiunto Madia – ma la vinceremo. I Cug, come è scritto nella direttiva, saranno i garanti di questa sperimentazione”.
Ninci: “Necessaria un’innovazione tecnologica e organizzativa”. Forti dell’esperienza virtuosa del Forum creato nel 2015 – che oggi riunisce i Comitati unici di garanzia di oltre 120 amministrazioni ed enti centrali, nazionali e locali, che rappresentano circa 700mila lavoratori pubblici – i Cug sono pronti a raccogliere la sfida. Come sottolineato da Antonella Ninci, infatti, “nell’attuale fase di rinnovo e rilancio della PA, i Cug possono essere attori del cambiamento, svolgendo una funzione importante per la valorizzazione delle diversità, la promozione di azioni positive e l’introduzione di strumenti di flessibilità lavorativa a supporto della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”. A questo proposito, la presidente del Cug Inail ha spiegato che è “necessario cominciare a parlare di lavoro per obiettivi e risultati e non di lavoro legato esclusivamente alla presenza in ufficio”, avviando un percorso che metta al centro la persona nel segno “dell’innovazione tecnologica, con l’incremento del telelavoro e l’introduzione del lavoro agile, dell’innovazione organizzativa, della conciliazione e della valorizzazione dei codici etici, attraverso la loro integrazione con i codici di comportamento”.
Un approccio basato sulla condivisione delle buone prassi. Gli stessi temi hanno fatto da filo conduttore anche tra gli interventi delle altre relatrici della prima sessione, da cui è emersa la complessità della sfida da affrontare, ma anche la consapevolezza di aver creato le condizioni, attraverso la nascita del Forum dei Cug, per superare il limite della individualità delle organizzazioni e dare vita a forme di collaborazione che rappresentano un valore aggiunto nel contesto della pubblica amministrazione. Monica Parrella, in particolare, ha insistito sul “ruolo di sollecitazione che i Cug possono svolgere per vincere le resistenze della dirigenza rispetto alle nuove modalità di organizzazione del lavoro”, segnalando il progetto che è stato promosso per accompagnare 15 amministrazioni di tutta Italia nell’implementazione del lavoro agile, i cui risultati saranno messi a disposizione di tutti gli enti interessati, in linea con un approccio basato sulla condivisione delle buone prassi. Un concetto, questo, ribadito nelle conclusioni dei lavori dalla presidente del Cug della Corte dei Conti, Oriana Calabresi, che ha parlato della “necessità di mettere in sinergia le esperienze”, attraverso la costruzione di “modelli che possono essere adattati e replicati dalle singole organizzazioni”, sottolineando anche l’importanza di “adeguare i sistemi di monitoraggio e controllo interno per il raggiungimento degli obiettivi prefissati”.
Equità ed etica binomio indispensabile per l’innovazione. Il convegno è proseguito nella seconda parte con una tavola rotonda dedicata al ruolo dei Cug per equità ed etica, binomio indispensabile per l’innovazione e il cambiamento della PA nella PA, moderata da Giovanni Paura, direttore centrale Pianificazione e Comunicazione dell’Inail, che prima di avviare la discussione ha ricordato l’attentato di Manchester dello scorso 22 maggio e tutte le vittime delle stragi mafiose di Capaci e via D’Amelio di 25 anni fa. Nel corso della tavola rotonda sono state ulteriormente approfondite alcune delle suggestioni emerse nella prima sessione dei lavori, a partire dalle novità introdotte dalla riforma della PA, allargando la riflessione anche alle modalità di contrasto dei comportamenti scorretti e dei fenomeni corruttivi attraverso i contributi di Rossella Orlandi, direttrice generale dell’Agenzia delle Entrate, Tiziano Treu, presidente del Cnel, Raffaele Squitieri, presidente emerito della Corte dei Conti, e Daniela Carlà, dirigente generale del Ministero del Lavoro e direttrice della rivista “Nuova etica pubblica”.
Orlandi: “Le regole devono essere condivise e vissute per non diventare sterili”. Affrontando il tema dell’etica, Rossella Orlandi ha sottolineato in particolare la necessità di agire sul fronte dei comportamenti e delle abitudini. “L’uomo non nasce virtuoso o etico, la sua virtuosità è condizionata dall’ambito sociale in cui vive – ha spiegato ricorrendo a una citazione di Aristotele - Quindi le regole della società, così come le regole dell’ambito lavorativo, il modo con cui condividiamo l’agire ma anche i valori, sono fondamentali”. Un altro elemento centrale, per la direttrice dell’Agenzia delle Entrate, è rappresentato “dall’equità nei confronti dei propri collaboratori e dei propri colleghi, attraverso un’applicazione giusta ed equa delle regole e il riconoscimento del loro lavoro, ma anche nei confronti del Paese e dei cittadini”. Corruzione ed evasione, ha aggiunto, “sono le due facce di un male antico del nostro Paese, che ne stanno minando lo sviluppo e pregiudicando il futuro. Equità, però, vuol dire anche comportamento corretto e atteggiamento di assistenza e attenzione alle esigenze di chi si rivolge alla pubblica amministrazione”. È importante, quindi, “darsi delle regole e fare in modo che siano condivise e vissute perché altrimenti diventano sterili”.
Carlà: “Un ponte tra le norme astratte e le situazioni concrete”. Anche Daniela Carlà, dopo aver definito il Forum dei Cug “una sede importante per l’attuazione della riforma”, ha sottolineato che “nella PA non può esserci efficienza se non c’è equità”. Etica ed equità, ha spiegato, sono “il ponte che collega le regole con i comportamenti, le norme astratte con le situazioni concrete”, per questo “serve un patto per evitare che le regole siano fatte e disfatte continuamente, come avviene troppo spesso nel nostro Paese”. L’innovazione, ha aggiunto la dirigente generale del Ministero del Lavoro, “non passa solo attraverso la tecnologia, ma anche dalla capacità di leggere il territorio e interpretare i bisogni delle persone”. Citando il caso di Rita Atria, la giovane testimone di giustizia che si suicidò una settimana dopo l’omicidio di Paolo Borsellino, perché si era decisa a collaborare con gli inquirenti proprio per la fiducia che riponeva nel magistrato ucciso nella strage di via D’Amelio, Carlà ha sottolineato come la sua storia sia “significativa della responsabilità di chi si occupa della cosa pubblica, in qualsiasi ambito e a qualsiasi livello”.
Treu: “Importante la motivazione data dall’alto”. Secondo Tiziano Treu, questa responsabilità ricade innanzitutto sui dirigenti, “perché è importante la motivazione data dall’alto”. Citando il Nobel per l’economia Amartya Sen, il presidente del Cnel ha spiegato che “le istituzioni pubbliche con regole buone e fatte bene sono fondamentali, soprattutto se le regole non vengono cambiate a ogni giro di vento, ma anche se sono solide e fatte bene per funzionare hanno bisogno di continue iniezioni di sforzi personali”. I comportamenti, ha precisato, “non sono soltanto un insieme di atti”, ma devono basarsi su “una cultura fatta di principi, esempi e motivazioni”. È necessario, quindi, “insistere molto sul ruolo, la responsabilità e la morale dei dirigenti e sul monitoraggio e la valutazione del loro operato”. A proposito del lavoro agile, invece, il giuslavorista lo ha definito “una grande opportunità, che può moltiplicare le energie e favorire la conciliazione”.
Squitieri: “Sul piano giuridico l’Italia è adeguatamente attrezzata”. “L’etica è una tensione morale, un sentimento che ci guida nei comportamenti – ha spiegato Raffaele Squitieri – È qualcosa che dobbiamo avere nel nostro Dna e se non ce l’abbiamo deve essere la famiglia, in questo caso la famiglia della pubblica amministrazione, a inculcarcela”. Per il presidente emerito della Corte dei Conti, l’ingresso nella PA dovrebbe essere preceduto da delle verifiche sui futuri dipendenti, effettuate anche sfruttando gli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia. “Poi subentra il ruolo dei genitori, ovvero dei dirigenti – ha aggiunto il magistrato – che devono svolgere il ruolo cruciale di dare l’esempio per quanto riguarda l’impermeabilità alle raccomandazioni e il rispetto dei colleghi, dei subordinati, degli orari e degli strumenti di lavoro”. Sul piano giuridico, secondo Squitieri, l’Italia è adeguatamente attrezzata per valutare l’eticità di questi comportamenti e intervenire qualora non lo siano. “Innanzitutto – ha spiegato – abbiamo i codici etici, che impegnano il dipendente, anche sotto il profilo giuridico, a rispettare alcune regole di comportamento. Sul piano pubblico, poi, è la stessa Costituzione, al secondo comma dell’articolo 54, a dirci che l’impiegato, una volta entrato nella PA, deve eseguire le sue funzioni con disciplina e onore. Un’espressione che forse ai tempi dell’Assemblea Costituente aveva un significato un po’ diverso, ma che oggi la giurisprudenza interpreta sistematicamente come sinonimo di conforme all’etica”.
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Pubblicazione
25/05/2017, 16:32
Ultimo aggiornamento
25/05/2017, 16:32
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