Passa al contenuto principale
Impostazioni cookie

Ti trovi in:

17 marzo 2017

Reinserimento e integrazione lavorativa, i nuovi servizi Inail presentati a Milano

A Palazzo Marino il convegno organizzato dalla Direzione regionale dell’Istituto per presentare le modalità di attivazione degli interventi di sostegno al rientro in azienda delle persone con disabilità da lavoro, attraverso progetti personalizzati finanziati fino a un massimo di 150mila euro

Reinserimento e integrazione lavorativa, i nuovi servizi Inail presentati a Milano

Il convegno sul reinserimento e l'integrazione lavorativa organizzato dall'Inail a Milano

MILANO - Alta partecipazione al convegno organizzato mercoledì a Milano, presso la Sala Alessi di Palazzo Marino, dalla Direzione regionale lombarda dell’Inail, nell’ambito della serie di eventi promossi in queste settimane dalle sedi territoriali dell’Istituto per presentare le modalità di attivazione degli interventi di reinserimento e integrazione lavorativa delle persone con disabilità da lavoro. È stata un’occasione per approfondire la conoscenza sulle nuove competenze attribuite all’Inail in questo ambito dalla legge di stabilità 2015 e rafforzare, allo stesso tempo, il dialogo con istituzioni e associazioni del territorio per promuovere iniziative congiunte volte a sostenere il rientro in azienda.

Paura: “La persona è al centro di tutto”. Attraverso gli interventi dei direttori centrali Pianificazione e Comunicazione, Giovanni Paura, e Prestazioni socio-sanitarie, Luigi Sorrentini, sono stati innanzitutto delineati gli aspetti principali che caratterizzano il nuovo Inail, sistema di tutela globale capace di integrare cultura della sicurezza e della prevenzione, ricerca, assicurazione dai rischi e assistenza ai lavoratori per gli aspetti sanitari, di riabilitazione e reinserimento lavorativo. “Il nostro Istituto in questi ultimi dieci anni ha subito profondi cambiamenti – ha sottolineato a questo proposito Paura – E il filo conduttore è stato quello di aver messo al centro di tutto la persona, con i suoi bisogni sia elementari che complessi”.

Sorrentini: “L’Istituto è un facilitatore”. Il tratto comune a tutti gli interventi è stato proprio quello della centralità della persona in chiave di superamento delle logiche assistenziali, per la valorizzazione dell’impegno individuale e delle imprese disposte a investire, con l’aiuto dell’Inail, sul loro capitale più importante, le persone, anche quando subiscono infortuni e limitazioni funzionali. Con l’emanazione del nuovo Regolamento per il reinserimento e l’integrazione lavorativa delle persone con disabilità da lavoro, approvato l’11 luglio scorso, l’Istituto ha messo in campo percorsi personalizzati realizzati in azienda e finalizzati alla conservazione del posto di lavoro, progettati da équipe multidisciplinari di esperti e finanziati fino a un massimo di 150mila euro. Per ogni progetto, infatti, l’Inail può stanziare fino a 95mila euro per l’abbattimento delle barriere architettoniche, fino a 40mila per l’adeguamento della postazione di lavoro e fino a 15mila per la formazione. “Il nostro Istituto – ha sintetizzato Sorrentini – è sostanzialmente un facilitatore: accompagna i lavoratori e i datori di lavoro non solo con il finanziamento, ma anche con una vera e propria consulenza”.

Majorino: “È un diritto, non una concessione”. Una convinta adesione alla proposta di collaborazione avanzata dall’Inail è arrivata dall’assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino, che ha auspicato a sua volta l’avvio di “progetti e sinergie per affrontare insieme questi temi”, sottolineando che “quando si parla di integrazione nel lavoro delle persone con disabilità siamo di fronte a un diritto, non a una concessione”. Per l’assessore, inoltre, è fondamentale non abbassare la guardia sulla “questione della prevenzione, di grande importanza in una realtà come quella italiana, caratterizzata dalla precarizzazione dei lavoratori”.

Il contributo di Simlii e Assolombarda. Per Massimo Bottelli, direttore del settore Lavoro, Welfare e Capitale umano di Assolombarda, “lo sforzo comune deve essere quello di trasformare quello che sembra un vincolo di legge in un’opportunità. Ci troviamo in uno scenario economico che non ci aiuta, ci sono dinamiche competitive a livello globale che obbligano le imprese ad adeguamenti continui e alla ricerca di efficienza nella gestione delle risorse umane, sia per quelle di piccole dimensioni, più esposte alle turbolenze di mercato, che per quelle grandi. Per questo è necessaria la collaborazione di tutti, in modo da garantire anche alle persone con disabilità la possibilità di dare il proprio contributo nel mondo del lavoro e dell’impresa”. Un concetto, questo, ribadito anche da Francesco Violante, presidente della Società italiana di medicina del lavoro e igiene industriale (Simlii), che nel suo intervento ha sottolineato l’impegno dei medici del lavoro per il miglioramento delle condizioni di vita all’interno delle aziende.

Presentati i casi aziendali di IBM e Intesa Sanpaolo. Di particolare interesse i casi aziendali di IBM Italia, rappresentata nell’occasione dalla diversity engagement partner Consuelo Battistelli, e Intesa Sanpaolo, con Cristina Toscano e Paola Pellegrinuzzi, rispettivamente referente della selezione delle persone con disabilità e dell’ufficio welfare del gruppo bancario, che hanno offerto una testimonianza di attenzione e impegno sui temi della diversità e della disabilità. “Bisogna tenere sempre presenti le esigenze del lavoratore, che va consultato in ogni fase del progetto di inserimento e durante la sua vita lavorativa – ha sottolineato in particolare Battistelli – In IBM abbiamo creato un team, costituito da persone con disabilità e non, ciascuno con competenze diverse, che fornisce strumenti e ausili adeguati alla persona e alla sua disabilità, e facciamo formazione sui temi specifici dell’azienda”.

In Lombardia più di novemila infortuni con menomazione. Il convegno si è concluso con la presentazione di alcuni dei dati più significativi contenuti nell’ultimo Rapporto di Inail Lombardia, illustrati dal direttore regionale Antonio Traficante. Nel 2015, su oltre 78mila infortuni sul lavoro accertati dall’Istituto – in diminuzione del 4% rispetto al 2014 e del 19% rispetto al 2011 – più di novemila hanno causato una menomazione. “Il settore più pericoloso si conferma quello dell’attività manifatturiera – ha precisato Traficante – In questo ambito, le attività più a rischio sono quelle della fabbricazione dei prodotti in metallo, la fabbricazione di macchinari e apparecchiature e la metallurgia. I dati, inoltre, confermano la pericolosità del settore delle costruzioni e del trasporto e magazzinaggio”. Ci si fa male in azienda ma anche, e sempre di più, su strada. Il 16% degli infortuni accertati in Lombardia nel 2015 si è verificato infatti “con mezzo di trasporto” o “in itinere”, ovvero nel tragitto tra la casa e il posto di lavoro. E dei 93 casi mortali accertati, ben 50 sono avvenuti fuori dalla sede dell’impresa. Le malattie professionali denunciate all’Inail nello stesso anno sono state invece 3.416 e hanno coinvolto 2.829 lavoratori. Al 41% di loro è stata riconosciuta la causa lavorativa.

TI POTREBBE INTERESSARE

TI POTREBBE INTERESSARE