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26 ottobre 2016

Dall’infortunio alla “rinascita”, l’Inail rende omaggio ai “suoi” campioni paralimpici (con videonews)

In un grande evento a piazzale Pastore a Roma, tra gli applausi e l’emozione dei propri dipendenti, l’Inail ha ringraziato gli atleti italiani tornati dai Giochi di Rio con il medagliere più ricco degli ultimi 20 anni. Un’occasione per sottolineare il valore dello sport come strumento di riabilitazione e reinserimento sociale e per veicolare il messaggio di positività di cui gli atleti sono portatori

Dall’infortunio alla “rinascita”, l’Inail rende omaggio ai “suoi” campioni paralimpici (con videonews)

Immagine news evento live atleti Rio 2016

ROMA – “Una rinascita resa possibile anche grazie a un ausilio o a una protesi”, così ha definito la sua esperienza con l’handbike Vittorio Podestà, uno degli otto atleti paralimpici che l’Inail ha voluto ringraziare nell’evento organizzato ieri mattina a Roma nell’auditorium della Direzione generale dell’Inail. A poco più di un mese dalla cerimonia di chiusura delle XV Paralimpiadi di Rio de Janeiro, che ha dato all’Italia 39 medaglie, il bottino più ricco degli ultimi 20 anni, l’iniziativa è stata l’occasione per celebrare i campioni assistiti dall’Istituto che hanno preso parte ai Giochi e sottolineare il valore dello sport, che costituisce una delle leve strategiche dell’Inail per la riabilitazione e il reinserimento sociale delle persone con disabilità.

Gli azzurri presenti. Insieme al veterano dell’handbike Vittorio Podestà, che in Brasile ha conquistato due ori, sette gli azzurri che hanno ricevuto una targa  dal commissario straordinario De Felice e dal direttore generale Giuseppe Lucibello. Da Martina Caironi e Monica Contrafatto, oro e bronzo nella finalissima dei 100 metri categoria T42, a Giovanni Achenza e Giovanni Sasso, che hanno gareggiato nella nuova disciplina del Paratriathlon (nuoto, corsa e ciclismo), dal giovane nuotatore Riccardo Menciotti, al tiratore con l’arco Giampaolo Cancelli e a Oney Tapia, che alla sua prima Paralimpiade ha conquistato l’argento nel lancio del disco F11.

L’omaggio ad Antonio Maglio, pioniere della sport-terapia. L’incontro, moderato dal giornalista di Rai Sport, Enrico Cattaneo, alla presenza del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Enrico Costa, si è aperto con la partecipazione di Maria Stella Calà, vedova del neuropsichiatra Antonio Maglio, direttore del Centro paraplegici di Ostia dell’Inail e pioniere della sport-terapia. Come ricordato anche dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel videomessaggio inviato agli atleti alla vigilia delle Paralimpiadi di Rio, Maglio ebbe infatti la felice intuizione di promuovere le prime competizioni internazionali per atleti disabili in concomitanza con le Olimpiadi di Roma.

De Felice: “Esperienza importantissima anche in senso non agonistico”. “Per l’Inail, che ha piantato il seme delle Paralimpiadi, essere sempre stato vicino a questo tipo di attività fino ai Giochi di Londra e di Rio è un motivo di orgoglio, che ci impegna a continuare in questa direzione – ha sottolineato nel suo intervento il commissario straordinario Massimo De Felice – Si tratta, infatti, di un’esperienza importantissima per diffondere lo sport riabilitativo anche in senso non agonistico, avvicinando tramite i trionfi agonistici quanti più giovani possibili allo sport, come mezzo di riabilitazione e reinserimento”.

Lucibello: “Questi atleti sono i nostri portabandiera”. “Gli atleti– ha spiegato Lucibello – sono i nostri portabandiera perché contribuiscono a far capire che l’Inail non è soltanto un’assicurazione, ma anche un’articolazione territoriale strutturata in attività socio-sanitarie che non si esaurisce con il Centro Protesi di Vigorso di Budrio e con le sue filiali: il CTO di Roma, il Centro di Lamezia che aprirà a fine anno, il Centro di Riabilitazione Motoria di Volterra. Tutta la nostra attività è finalizzata a mettere il lavoratore infortunato o tecnopatico al centro di un intervento a 360 gradi, che parte dalle attività di ricerca e prevenzione e si chiude con la riabilitazione e il reinserimento socio-lavorativo, anche attraverso lo sport”.

Pancalli: “Le imprese dei nostri atleti hanno contagiato passione”. “Uno tsunami di positività - ha definito il presidente del Comitato italiano paralimpico Luca Pancalli - l’effetto generato dalle ultime Paralimpiadi, anche dall’ampia copertura televisiva garantita dalla Rai. Dopo le 39 medaglie conquistate in gara dai nostri straordinari atleti – ha detto – la 40esima medaglia è quella che è venuta dal riscontro che abbiamo avuto nel Paese. Dai tanti disabili che ci hanno scritto per sapere come iniziare a praticare uno sport, ma anche dai tanti non disabili che si sono appassionati assistendo in tv alle imprese dei nostri atleti”.

Costa: “Oggi ho ascoltato delle parole con delle radici”. “Ho assistito ad una bellissima mattinata – esordisce così il ministro Costa – io amo lo sport, sono un uomo di sport. Credo che sia lo specchio del carattere di una persona, un punto di riferimento per tutti perché dà a ciascuno degli obiettivi. Oggi ne vedo degli esempi, questi atleti mi hanno trasferito tantissimo - continua - ho ricevuto un messaggio, non delle frasi fatte, banali o dei capricci. Ho ascoltato delle parole con delle radici, parole che dietro l’evento sportivo hanno un percorso di vita, di emozioni e sensibilità. Ho apprezzato molto la spontaneità, la maratona con le stampelle, la fatica dell’allenamento, il sentimento della rinascita. Se oggi siete qui, però, è anche perché dietro c’è qualcuno che vi ha permesso di esprimere le vostre potenzialità. Un grazie al Presidente Pancalli e all’Inail. Siete un orgoglio per le vostre famiglie e un esempio anche per la politica.”.

La “rinascita” grazie a un ausilio o a una protesi. Dalle loro testimonianze è emerso il concentrato di emozioni che li ha accompagnati dallo shock per l’infortunio alla “rinascita”. “La rinascita delle emozioni, anche grazie a un ausilio o a una protesi” - ha detto Podestà, che attraverso l’handbike, anche dopo l’infortunio in itinere che nel 2002 l’ha costretto su una sedia a ruote, ha potuto continuare a coltivare la passione giovanile per il ciclismo e a provare “la sensazione del vento in faccia durante gli allenamenti su strada”. Una protesi, invece, nel caso di Martina Caironi, per cui l’incidente stradale in cui ha perso una gamba nel 2007 “è ormai acqua passata”. Nelle parole della portabandiera azzurra, che a Rio oltre a bissare il successo ottenuto nel 2012 a Londra ha conquistato anche una medaglia d’argento nel salto in lungo, “la vita grazie a una protesi può tornare a essere normale. Mi accorgo della differenza quando sono costretta a utilizzare le stampelle, con cui è tutto molto più difficile e faticoso. Con le protesi da cammino e da corsa, invece, faccio di tutto e di più”.

Il Centro di Vigorso di Budrio. Caironi e Podestà, così come Contrafatto, Achenza, Sasso e altri atleti della nostra nazionale paralimpica, sono seguiti nella loro preparazione dal Centro Protesi Inail di Vigorso di Budrio, che dal 1961 accoglie persone con disabilità motoria provenienti anche dall’estero. Come sottolineato dal direttore tecnico del Centro, Gennaro Verni, “i pazienti trattati ogni anno sono più di 11mila, in prevalenza infortunati sul lavoro assistiti dall’Istituto ma anche invalidi civili assistiti dal Servizio sanitario nazionale e privati”. Un’attenzione particolare è riservata proprio all’attività sportiva, come strumento per favorire il recupero di una vita di relazione autonoma. A Budrio vengono costruite protesi per numerose discipline (atletica, sci, tennis, equitazione, scherma, wind-surf, ciclismo…) ed è attivo anche un servizio di consulenza per la fornitura di ausili sportivi (handbike, carrozzine da tennis e basket, monosci...) e per l’addestramento al loro utilizzo.

Una rete di collaborazioni per lo sviluppo di dispositivi innovativi. Il Centro Protesi, lo ha ricordato il direttore generale Lucibello, è inserito anche in una rete di ricerca, grazie alla quale l’Inail negli ultimi anni ha promosso numerosi progetti per lo sviluppo di dispositivi protesici innovativi insieme a enti di rilevanza nazionale e internazionale. È il caso delle partnership avviate con l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova, per sviluppare un esoscheletro motorizzato e una mano robotica, con l’Università Campus Bio-Medico di Roma, per realizzare un sistema impiantabile sul braccio che renda possibile il controllo di una mano poliarticolata attraverso l’utilizzo di interfacce neurali, e insieme all’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, con cui è stata testata un’innovativa protesi di dito in grado di restituire agli amputati la sensibilità dell’arto perduto.

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