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01 settembre 2016

Memoria paralimpica, storia e sviluppo dello sport per disabili

Alla vigilia delle Paralimpiadi di Rio 2016, presentato presso l’auditorium Inail di Piazzale Pastore a Roma il progetto volto a recuperare e a mettere a disposizione della collettività le testimonianze dei protagonisti dello sport paralimpico italiano.

Memoria paralimpica, storia e sviluppo dello sport per disabili

Immagine news memoria paralimpica

Le vite e i successi di uomini, prima che di atleti, ma anche un esempio concreto del valore sociale e terapeutico dello sport. Tutto questo è “Memoria paralimpica, nascita e sviluppo dello sport per disabili in Italia”, il progetto, presentato presso la sede centrale di Inail a Roma, che è stato promosso dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP), con Inail e Fondazione Italiana Paralimpica, e realizzato da Redattore Sociale.

Il progetto e il ruolo di Inail. Il progetto è costituito da un documentario sulla nascita del movimento paralimpico in Italia, un sito web pensato e realizzato come archivio multimediale della memoria con foto, video e interviste (www.memoriaparalimpica.it) e una mostra fotografica delle immagini d’epoca più significative. A partire, dai fotogrammi storici del medico Inail Antonio Maglio e del Centro Paraplegici di Ostia, che testimoniano il ruolo decisivo di Inail nella diffusione della “sport-terapia” e nell’organizzazione della prima Paralimpiade della storia nel 1960 a Roma. 

Il documentario “E poi vincemmo l’oro”.  Nel documentario intitolato “E poi vincemmo l’oro”, proiettato in anteprima durante l’incontro nella sede Inail di Roma e che sarà trasmesso domenica su Rai 2 alle 16.45, ci sono tutti i protagonisti dello sport paralimpico italiano. I pionieri, come Olver Venturi, Aroldo Ruschioni, Uber Sala, Irene Monaco, Silvana Martino, Roberto Marson, Antonio Maglio, Vittorio Loi, Gino Giorgi. Ma anche volti e protagonisti di imprese più recenti come Carlo Di Giusto, Monica Contraffatto, Pasquale Barriera, Paola Fantato, Alvise De Vidi, Francesca Porcellato, Assunta Legnante, Alex Zanardi, Bebe Vio, Vittorio Podestà, Cecilia Camellini, Luca Pancalli e Martina Caironi. Proprio la storia di Martina, l’unica donna, amputata ad una gamba, riuscita ad abbattere il muro dei 15 secondi nei 100 metri, assistita dai laboratori del Centro Protesi Inail di Vigorso di Budrio, è stata al centro del programma andato in onda il 31 agosto su RAI 3 “Insuperabili”, lo speciale che racconta la storia di quattro atlete italiane che rappresenteranno l'Italia nel corso dei prossimi Giochi Paralimpici di Rio 2016 al via il prossimo 7 settembre.

Un’occasione per la crescita del Paese.  “Inail - ha spiegato il Direttore generale di Inail Giuseppe Lucibello - è la casa del Comitato paralimpico, inteso come sede di tutti coloro che credono nella funzione terapeutica, riabilitativa e di reinserimento dello sport. Lo sport come occasione di vita e recupero di valori e funzioni vitali. Con le modifiche normative degli ultimi anni e le innovazioni regolamentari interne all’Istituto – ha proseguito Lucibello – Inail ha potenziato ancora di più la funzione volta al reinserimento sociale dell’infortunato sul lavoro. La correlazione con il Comitato paralimpico dovrà consentirci, al di là della funzione di mera competenza, di puntare sempre più ad una politica attiva per il lavoro e per il miglioramento della salute dei lavoratori. Questo progetto – ha concluso il Direttore – rappresenta uno strumento di grande efficacia per la trasmissione nuovi stimoli propulsivi in un ambito che riteniamo fondamentale nelle dinamiche di crescita del Paese Italia”.

Lo sport paralimpico è nato con l’Inail. Per Luca Pancalli, Presidente del CIP, diventato di recente ente di diritto pubblico: “E’ giusto che l’Istituto ricordi che lo sport paralimpico è nato con l’Inail ed era giusto che con Inail si ricostruisse il percorso storico realizzato. La forza del nostro movimento – ha spiegato Pancalli – è quel legame che ci unisce a tutti. Ci abbiamo messo un pezzo di  cuore, perché quando eravamo atleti non abbiamo mai dimenticato che quello che stavamo facendo era utile per qualcuno che in quel momento si trovava in ospedale. Questa è la passione che ci ha trasferito Antonio Maglio. Il progetto ‘Memoria paralimpica’ è importante perché vogliamo essere la dimostrazione più autentica di una buona prassi dove lo sport è utilizzato come dimensione agonistica, ma anche come pezzo di welfare del Paese. Per questo – ha concluso il Presidente – il matrimonio con Inail è fondamentale, perché con l’Istituto condividiamo l’idea che nella presa in carico delle persone, sia fondamentale lo sport”.
 

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