Ti trovi in:
26 ottobre 2016
Dall’infortunio al sogno paralimpico, l’Inail premia i “suoi” campioni
La direzione generale dell’Istituto ha fatto da cornice all’evento dedicato agli atleti della nazionale italiana, tornati dai Giochi di Rio con il medagliere più ricco degli ultimi 20 anni. Un’occasione per celebrare i campioni azzurri assistiti dall’Istituto, sottolineando allo stesso tempo il valore dello sport come strumento di riabilitazione e reinserimento sociale
Dall’infortunio al sogno paralimpico, l’Inail premia i “suoi” campioni
ROMA - A poco più di un mese dalla cerimonia di chiusura delle XV Paralimpiadi di Rio de Janeiro, ieri mattina a Roma l’auditorium della direzione generale dell’Inail di piazzale Pastore ha ospitato un evento dedicato agli atleti azzurri, tornati dal Brasile con 39 medaglie, il bottino più ricco degli ultimi 20 anni. È stata l’occasione per celebrare i campioni assistiti dall’Istituto che hanno preso parte ai Giochi e sottolineare allo stesso tempo il valore dello sport come strumento di riabilitazione e reinserimento sociale delle persone con disabilità, la cui promozione rappresenta un impegno costante nelle strategie dell’Inail fin dalle prime Paralimpiadi di Roma del 1960.
L’omaggio ad Antonio Maglio, pioniere della sport-terapia. L’incontro, moderato dal giornalista di Rai Sport Enrico Cattaneo alla presenza del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Enrico Costa, si è aperto proprio nel segno di quei Giochi attraverso la partecipazione di Maria Stella Calà, vedova del neuropsichiatra Antonio Maglio, direttore del Centro paraplegici di Ostia dell’Inail e pioniere della sport-terapia. Come ricordato anche dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel videomessaggio inviato agli atleti alla vigilia delle Paralimpiadi di Rio, Maglio ebbe infatti la felice intuizione di promuovere le prime competizioni internazionali per atleti disabili in concomitanza con le Olimpiadi di Roma.
De Felice: “Esperienza importantissima anche in senso non agonistico”. “Per l’Inail, che ha piantato il seme delle Paralimpiadi, essere sempre stato vicino a questo tipo di attività fino ai Giochi di Londra e di Rio è un motivo di orgoglio, che ci impegna a continuare in questa direzione – ha sottolineato nel suo intervento il commissario straordinario Massimo De Felice – Si tratta, infatti, di un’esperienza importantissima per diffondere lo sport riabilitativo anche in senso non agonistico, avvicinando tramite i trionfi agonistici quanti più giovani possibili allo sport, come mezzo di riabilitazione e reinserimento”.
Pancalli: “Dalla copertura delle gare uno tsunami di positività”. Lo stesso concetto è stato ribadito dal presidente del Comitato italiano paralimpico, Luca Pancalli, che ha definito “uno tsunami di positività” l’effetto generato dall’ampia copertura televisiva garantita dalla Rai alle ultime Paralimpiadi. “Dopo le 39 medaglie conquistate in gara dai nostri straordinari atleti – ha detto – la 40esima medaglia è quella che è venuta dal riscontro che abbiamo avuto nel Paese. Dai tanti disabili che ci hanno scritto per sapere come iniziare a praticare uno sport, ma anche dai tanti non disabili che si sono appassionati assistendo in tv alle imprese dei nostri atleti”.
Gli azzurri premiati. Alcuni degli azzurri in gara a Rio erano presenti anche all’auditorium dell’Inail, dove sono stati premiati dal commissario straordinario De Felice e dal direttore generale Giuseppe Lucibello. Da Martina Caironi e Monica Contrafatto, oro e bronzo nella finalissima dei 100 metri categoria T42, al veterano dell’handbike Vittorio Podestà, che in Brasile ha conquistato due ori, da Giovanni Achenza e Giovanni Sasso, che hanno gareggiato nella nuova disciplina del Paratriathlon (nuoto, corsa e ciclismo) al giovane nuotatore Riccardo Menciotti, dal tiratore con l’arco Giampaolo Cancelli a Oney Tapia, che alla sua prima Paralimpiade ha conquistato l’argento nel lancio del disco F11.
La “rinascita” grazie a un ausilio o a una protesi. Dalle loro testimonianze è emerso il concentrato di emozioni che li ha accompagnati dallo shock per l’infortunio subito alla “rinascita” – così l’ha definita Vittorio Podestà – come atleti paralimpici. Una rinascita resa possibile anche grazie a un ausilio o a una protesi. Un handbike nel caso di Podestà, che anche dopo l’infortunio in itinere che nel 2002 l’ha costretto su una sedia a ruote ha potuto continuare a coltivare la passione giovanile per il ciclismo e a provare “la sensazione del vento in faccia durante gli allenamenti su strada”. Una protesi, invece, nel caso di Martina Caironi, per cui l’incidente stradale in cui ha perso una gamba nel 2007 “è ormai acqua passata”. Nelle parole della portabandiera azzurra, che a Rio oltre a bissare il successo ottenuto nel 2012 a Londra ha conquistato anche una medaglia d’argento nel salto in lungo, “la vita grazie a una protesi può tornare a essere normale. Mi accorgo della differenza quando sono costretta a utilizzare le stampelle, con cui è tutto molto più difficile e faticoso. Con le protesi da cammino e da corsa, invece, faccio di tutto e di più”.
Il Centro di Vigorso di Budrio. Caironi e Podestà, così come Contrafatto, Achenza, Sasso e altri atleti della nostra nazionale paralimpica, sono seguiti nella loro preparazione dal Centro Protesi Inail di Vigorso di Budrio, che dal 1961 accoglie persone con disabilità motoria provenienti anche dall’estero. Come sottolineato dal direttore tecnico del Centro, Gennaro Verni, “i pazienti trattati ogni anno sono più di 11mila, in prevalenza infortunati sul lavoro assistiti dall’Istituto ma anche invalidi civili assistiti dal Servizio sanitario nazionale e privati”. Un’attenzione particolare è riservata proprio all’attività sportiva, come strumento per favorire il recupero di una vita di relazione autonoma. A Budrio vengono costruite protesi per numerose discipline (atletica, sci, tennis, equitazione, scherma, wind-surf, ciclismo…) ed è attivo anche un servizio di consulenza per la fornitura di ausili sportivi (handbike, carrozzine da tennis e basket, monosci...) e per l’addestramento al loro utilizzo.
Una rete di collaborazioni per lo sviluppo di dispositivi innovativi. Il Centro Protesi, lo ha ricordato il direttore generale Lucibello, è inserito anche in una rete di ricerca, grazie alla quale l’Inail negli ultimi anni ha promosso numerosi progetti per lo sviluppo di dispositivi protesici innovativi insieme a enti di rilevanza nazionale e internazionale. È il caso delle partnership avviate con l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova, per sviluppare un esoscheletro motorizzato e una mano robotica, con l’Università Campus Bio-Medico di Roma, per realizzare un sistema impiantabile sul braccio che renda possibile il controllo di una mano poliarticolata attraverso l’utilizzo di interfacce neurali, e insieme all’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, con cui è stata testata un’innovativa protesi di dito in grado di restituire agli amputati la sensibilità dell’arto perduto.
Lucibello: “Questi atleti sono i nostri portabandiera”. “Gli atleti che abbiamo premiato – ha spiegato Lucibello – sono i nostri portabandiera perché contribuiscono a far capire che l’Inail non è soltanto un’assicurazione, ma anche un’articolazione territoriale strutturata in attività socio-sanitarie che non si esaurisce con il Centro Protesi di Vigorso di Budrio e con le sue filiali: il CTO di Roma, il Centro di Lamezia che aprirà a fine anno, il Centro di Riabilitazione Motoria di Volterra. Tutta la nostra attività è finalizzata a mettere il lavoratore infortunato o tecnopatico al centro di un intervento a 360 gradi, che parte dalle attività di ricerca e prevenzione e si chiude con la riabilitazione e il reinserimento socio-lavorativo, anche attraverso lo sport”.
ALLEGATI e TI POTREBBE INTERESSARE
ALLEGATI
-
Scarica
file:
Locandina
Formato PDF — Dimensione 6.49
MB
Formato PDF — 6.49 MB
TI POTREBBE INTERESSARE
- Videomessaggio del presidente Mattarella agli atleti paralimpici: apre una nuova finestra
- Sito del progetto "Memoria paralimpica": apre una nuova finestra
-
Per l’Italia una Paralimpiade da record. Mai così bene negli ultimi 20 anni
Con 39 medaglie – 10 d’oro, 14 d’argento e 15 di bronzo – il bottino della squadra azzurra a Rio è il migliore dai Giochi di Atlanta 1996. Nell’ultima serata di gare nei 100 metri categoria T42 l’impresa di due azzurre assistite dal Centro Protesi Inail di Vigorso di Budrio: Martina Caironi si conferma la più veloce al mondo bissando il successo di Londra, mentre Monica Contrafatto è terza. Quattro anni fa guardava la compagna in tv da un letto di ospedale
-
Memoria paralimpica, storia e sviluppo dello sport per disabili
Alla vigilia delle Paralimpiadi di Rio 2016, presentato presso l’auditorium Inail di Piazzale Pastore a Roma il progetto volto a recuperare e a mettere a disposizione della collettività le testimonianze dei protagonisti dello sport paralimpico italiano.
Condivisione social
Pubblicazione
26/10/2016, 08:31
Ultimo aggiornamento
26/10/2016, 08:31
Condividi