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05 maggio 2016
Con la firma del Piano 2016-2018 prosegue l’impegno di Inail nell’ambito della ricerca e sperimentazione riabilitativa del Centro Protesi di Budrio
Transfer tecnologico e qualità della vita delle persone con disabilità questi i temi su cui verteranno i dodici progetti di cui si compone il Piano approvato dal Presidente dell'Inail, Massimo De Felice.
Con la firma del Piano 2016-2018 prosegue l’impegno di Inail nell’ambito della ricerca e sperimentazione riabilitativa del Centro Protesi di Budrio

“Il nostro Istituto è fortemente impegnato nell'attività di ricerca, che svolge in numerosi ambiti, tra cui quello della sperimentazione di protesi e di ortesi, affidato al Centro Protesi di Vigorso di Budrio", ha affermato il Presidente De Felice. "Con questo nuovo piano triennale, si è inteso soprattutto confermare la presenza fondamentale di Inail in una rete di ricerca tecnologica - ha continuato il Presidente - che risponde alla necessità di superare l'estrema frammentazione del sistema, concentrando risorse ed energie su alcuni grandi progetti strategici, al servizio degli infortunati sul lavoro e di tutte le persone con disabilità motoria”.
Un’attività di ricerca applicata ed orientata all’integrazione trasversale dei vari progetti e indirizzata a nuovi ambiti per ampliare e migliorare l’opportunità per i propri assistiti di accedere a dispositivi tecnologicamente avanzati.
Infatti, accanto all’evoluzione dei progetti avviati nel triennio precedente, frutto di nuove ideazioni basate sui risultati ottenuti e che vertono principalmente sull’arto superiore, sono previsti nuovi ambiti di studio sia di carattere clinico che tecnico, con un focus sull’arto inferiore.
Quattro le macro aree di attività:
POR, Progetto ortesi; PPR, Progetto protesi; entrambi con progetti specifici dedicati all’arto inferiore e all’arto superiore. PCR, Progetto clinico e di riabilitazione; PDT, Progetto dispositivi tecnici.
Le principali innovazioni su cui lavoreranno nel prossimo triennio i ricercatori del Centro Protesi Inail in collaborazione con i più importanti Istituti, Università e Centri di ricerca italiani:
un esoscheletro che può diventare stabilizzatore ortostatico, lasciando liberi gli arti superiori, una protesi robotica di arto inferiore con invasatura innovativa e interfaccia bidirezionale, componentistica protesica made in Italy, nuove metodiche nel trattamento delle amputazioni, finalizzate all’osteointegrazione e all’applicazione di protesi bioniche, ambienti virtuali per facilitare il rientro al lavoro dopo l’infortunio,
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Pubblicazione
5/05/2016, 10:01
Ultimo aggiornamento
5/05/2016, 10:01
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