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La bella storia di Matteo, il maestro orafo che riplasma la sua vita

L'assistito racconta come è tornato al suo lavoro di orafo dopo il grave infortunio subito. A 37 anni un incidente stradale, mentre rientra dal lavoro, cambia radicalmente la sua vita. Ricoverato d’urgenza a Siena, viene sottoposto a un delicato intervento chirurgico per il trauma cranico riportato. Dopo un difficile percorso di riabilitazione neurologica in Svizzera, rientra a Grosseto, dove grazie alla sua grande forza d’animo, al bene dei suoi familiari e all’assistenza dell’equipe multidisciplinare della sede Inail di Grosseto, trova gli stimoli giusti per ricominciare.

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La "Bella Storia" di Matteo

“È stata un'emozione tornare al mio lavoro. Dopo l'incidente e le conseguenze subite, pensavo non fosse ormai più possibile. Ho imparato che non si molla mai, perché dopo le giornate buie arriva la luce”. È online la testimonianza di Matteo Stoppa, un ragazzo di Grosseto che, grazie al progetto di reinserimento lavorativo dell'Inail, è tornato alla sua attività dopo il grave infortunio subito.

Un gioiello perfetto. È un'opera d'arte ed è il risultato di tanta dedizione e precisione. Matteo, orafo da sempre, oggi applica questa antica tecnica anche alla sua vita. Sono Matteo, ho 47 anni, vivo a Grosseto e sono un orafo. In cosa consiste il tuo lavoro? Creare gioielli, riparazione gioielli. Quando è nata questa passione? Da piccolo. Quando andavo al laboratorio con papà e io mi mettevo sulle sue spalle e vedevo i lavori che faceva. Quindi il lavoro manuale, una cosa di precisione, una cosa veramente bellissima. E mi sono appassionato a questa cosa. Eri affascinato dal lavoro di tuo papà? Si e quindi ho fatto la tesi e ho fatto una scuola d'arte orafa a Valenza Po. Questa è un'azienda di famiglia, Quando è nat? Nell'86, il mio babbo ha aperto il primo negozio, poi noi, essendo quattro figli abbiamo, non abbiamo aperto più negozi.Quando hI iniziato a lavorare? I dopo le superiori mi sono diplomato in mastro d'orafo ho iniziato ad avere il mio laboratorio, a fare riparazioni e creazioni. Ed è proprio la creatività a muovere Matteo, anche dopo il grave incidente mentre rientrava dal lavoro. Come è avvenuto il tuo infortunio in itinere? Tornavo dal lavoro perché avevamo un negozio a Follonica, dove nel 2014 per il mio compleanno mi ero regalato una moto per andare a lavoro a Follonica. Perché ovviamente d'estate Follonica era una città turistica, non trova parcheggio con la macchina, nemmeno la moto che avevamo davanti al negozio parcheggiava e aprì un negozio. Quindi una cosa comodissima. Tornando quel giorno, tornando, fa dell'incidente un genio ha fatto il benzinaio. L'ho preso in pieno. Io però insomma, sono qui a raccontarlo, per fortuna. La sede territoriale Inail di Grosseto e accanto a Matteo per aiutarlo in un percorso di recupero dell'autonomia e di reinserimento sociale e lavorativo e ricordo che le prime volte che lo incontravo era fuori dal cancello dell'Inail che veniva con la mamma in macchina e vedevo questo ragazzo con questo sguardo perso. Però nei suoi occhi vedevo tanta forza che ha dimostrato nel corso degli anni Matteo, che è una persona straordinaria perché ha una forza e una determinazione che gli ha permesso, nonostante il grave trauma cranico che ha subito e ha permesso comunque di ricostruire e di gettarsi nella sua vita. Quello che mancava a Matteo, poi, era recuperare la sua dignità lavorativa. Allora è stato un progetto molto ampio e articolato, perché sono stati adattati questi locali che erano già di nostra proprietà, ma venivano utilizzati come magazzino, sono stati adattati alle esigenze di Matteo, quindi è stato rifatto il pavimento. È stato fatto anche un bagno per per portatori di handicap. È stato anche installato un montascale che facilita Matteo nei suoi spostamenti. In più, quindi, a questo discorso architettonico sono stati forniti dei dei macchinari. Sono dei macchinari che tecnologicamente sono all'avanguardia. Quindi un marcatore laser, un un incisore laser, un saldatore laser. Quindi sono tutti macchinari che si possono comandare con una tastiera di computer e quindi anche Matteo riesce a utilizzarli. E il progetto di reinserimento lavorativo dell'Inail. Quanto ti ha aiutato? Tantissimo. Devo ringraziare l'Inail perché è stata una cosa stupenda. Non pensavo di poter tornare a fare questo lavoro. Invece ce l'ho fatta grazie a loro. Matteo partecipa con entusiasmo ai progetti di reinserimento sociale proposti da Inail. Dalla falconeria al tiro con l'arco. Pensavano fosse impossibile, invece mi hanno fatto modificato un arco con una specie di bilancino sulla corda principale che io prendo con i denti. Stendo l'arco e tiro la freccia. Anche qui è una cosa veramente fantastica e non pensavo di uscire a fare. Un consiglio ad altre persone che si arrendono dopo l'infortunio? Non si molla mai perché dopo giornate brutte arriva la luce. Infatti sto vedendo la luce anche perché è tutta al lavoro, quindi comunque riesco a tenere la testa impegnata a fare qualcosa.