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Sogni Paralimpici – Parigi 2024: Martina Caironi

Con l’intervista a Martina Caironi, vincitrice di due medaglie d’oro e tre d’argento alle Paralimpiadi e tanti altri titoli mondiali ed europei, è online un nuovo episodio del progetto “Sogni Paralimpici – Parigi 2024”. L’iniziativa è dedicata agli atleti che parteciperanno ai prossimi Giochi, in programma a Parigi dal 28 agosto all’8 settembre, utilizzando protesi e assistenza del Centro Inail di Vigorso di Budrio e delle sue filiali.

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  • L'intervista 1

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    Martina Caironi: “Per me essere un’atleta paralimpica ormai è la quotidianità, è la mia vita e dentro questa definizione c’è tantissimo: c’è l'impegno quotidiano, quindi l’allenamento duro e costante, c’è la fatica, c’è l’onore di rappresentare una nazione, ci sono le responsabilità anche, di doverlo fare. E infine la possibilità di conoscere, di girare il mondo, di gareggiare. V.O. Martina Caironi, 34 anni, due medaglie d’oro e tre d’argento alle Paralimpiadi, e tanti altri titoli mondiali ed europei, è una specialista nei 100 metri e nel salto in lungo. Dopo un incidente in motorino nel 2007 le è stata amputata la gamba sinistra. Martina Caironi: Lo sport inizialmente per me è stato anche terapeutico, perché mi ha permesso di reinserirmi nella società, di mostrare le mie gambe, la mia gamba amputata, le protesi senza vergogna. V.O. Poi, per Martina lo sport si trasforma in passione. Martina Caironi: Poi è diventata una necessità fisica, perché proprio allenarsi ti fa star bene e ti fa migliorare proprio in tutto, nella postura, nelle abitudini, anche alimentari che poi vanno di conseguenza. E infine, quando poi è arrivato davvero l’alto livello, con l’agonismo, lo sport ti porta proprio a tendere verso una condizione massima e quindi, come l’atleta olimpico lo è anche l’atleta paralimpico. E devo dire che io non riesco a stare più un giorno senza fare attività, perché mi fa stare bene e mi completa proprio, anche totalmente, anche a livello psicologico. V.O. L’incontro con Inail per realizzare le prime protesi avviene subito dopo l’incidente… Martina Caironi: Il centro protesi di Vigorso di Budrio è stato il primo ad accogliermi per la prima protesi da cammino e poi è diventato centro di riferimento per tutte le protesi sportive grazie alla collaborazione con il Cip. Quindi io all'oggi continuo a riferirmi sia a Budrio che anche a Roma, che c’è un altro centro protesi Inail, proprio per le migliorie, le prove e i continui cambi. Per noi è fondamentale la figura del tecnico ortopedico perché è il nostro strumento e la nostra macchina. Oltre al corpo c’è la tecnologia. V.O. Ai mondiali di Parigi 2023 un altro obiettivo centrato: con 5,18 metri nel salto in lungo Martina conquista l’oro. Martina Caironi: Sì, quello che mi manca nel salto in lungo è proprio l’oro paralimpico, perché ho sempre avuto una grande avversaria, Vanessa Low, che se l’è preso sempre lei. L'anno scorso al Mondiale sono riuscita io a spuntarla, però il grande obiettivo è quello di fare una gara fatta bene nel salto in lungo, che passa quasi sempre in secondo piano perché ci sono i 100 metri, la gara madre. Però attenzione, io mi alleno e faccio molta fatica anche per questo salto in lungo che è molto tecnico e che spero davvero di riuscire a far bene. V.O. E dopo lo straordinario podio di Tokyo 2020 insieme ad Ambra Sabatini e Monica Contrafatto, l’Italia aspetterà col fiato sospeso i 100 metri a Parigi. Martina Caironi: La prima Paralimpiade dopo Londra, quindi Rio, abbiamo preso Monica. Poi è arrivata Ambra e abbiamo fatto un bel bottino in tre. Adesso si cercherà di ripetere questo podio paralimpico tutto italiano. Che cosa succederà? Non si può mai dire. Perché ogni gara a sé stante, soprattutto una finale paralimpica, ha un carico emotivo è eccezionale e quindi seguiteci. L'unico modo per saperlo è seguirci, possibilmente in diretta su Rai due!