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Sogni Paralimpici – Parigi 2024: Monica Contrafatto

Con l’intervista alla campionessa paralimpica Monica Contrafatto, parte il nuovo progetto dedicato agli atleti che parteciperanno ai prossimi Giochi con protesi Inail. I protagonisti si raccontano ai nostri microfoni, spiegando come lo sport sia stato nelle loro vite un potente strumento di rinascita e reinserimento sociale. Che li ha portati a gareggiare ai massimi livelli

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“All’essere sempre più forte non c’è limite”

“All’essere sempre più forte non c’è limite. L’importante è sempre mettersi in gioco, perché se non ti metti in gioco non lo saprai mai” afferma Monica nell’intervista. E in questa frase è racchiuso il senso del suo carattere grintoso e combattivo. Vincitrice di diverse medaglie, tra le più importanti i bronzi a Rio 2016 e Tokyo 2020 nei 100 metri, 43 anni, militare dell’Esercito, Monica Contrafatto nel 2012 era in missione da volontaria in Afghanistan quando è rimasta coinvolta in un attacco al contingente italiano a seguito del quale ha subito l’amputazione della gamba destra. Da quel momento il suo obiettivo è allenarsi per tornare più forte di prima e partecipare alle Paralimpiadi. Nel video si racconta, spiegando il ruolo che lo sport ha avuto nel suo percorso di riabilitazione e la sua importanza in quanto strumento d’inclusione e benessere psicofisico.

Vulcanica e solare come la terra da cui proviene la Sicilia. Monica Contrafatto, militare, atleta paralimpica e terza donna più veloce al mondo nei 100 metri insieme ad Ambra Sabatini e Martina Caironi, ci ha fatto sognare con uno straordinario podio tutto italiano a Tokyo 2020. Oggi è pronta a scendere di nuovo in pista a 43 anni per le prossime Paralimpiadi che si terranno a Parigi dal 28 agosto all'8 settembre. "Io stavo sul letto d'ospedale, mancava un pezzo, mi mancava una gamba. Non conoscevo l'atletica paralimpica, non conoscevo lo sport paralimpico. Sì, sapevo che senza gamba avrei potuto fare. Riprendere la mia vita con le protesi tecnologiche per camminare. Però mai avrei pensato che avrei potuto fare sport. Da quel letto d'ospedale che vedevo vincere per la prima volta Martina Caironi, la sua prima gara e da quel letto d'ospedale vedendo correre Martina mi si è aperto un nuovo mondo e dissi alla mia amica che stava con me in camera. Dissi Appena posso, anche io voglio una protesi da corsa, voglio correre, voglio partecipare alle prossime Paralimpiadi". Nel 2012, in una missione da volontaria in Afghanistan. Monica è vittima di un attacco al contingente italiano a causa del quale le viene amputata la gamba destra per il comportamento tenuto in quelle circostanze. Sarà la prima donna dell'esercito a ricevere la medaglia d'oro al valore. Nel 2015. L'Inail le fornisce le protesi per gareggiare attraverso il centro di Vicorso di Budrio e grazie allo sport lei si scopre più forte di prima. E proprio così sceglie di intitolare il libro in cui si racconta 'Non sai quanto sei forte'. "Io mi sono resa conto che che dopo un grande trauma una persona si può riscoprire ancora più forte, riscoprendo dentro di se quella forza, che è la forza di volontà. Se ce l'ho avuta io allora la possono trovare tutti... e io posso dire che lo sport mi ha aiutato tantissimo e mi ha fatto scoprire un mondo che non conoscevo perché fondamentalmente prima ignoravo. La diversità non è una cosa brutta, ma è bellezza, è nuova forma di vita. Io mi sento più forte adesso rispetto a prima. Posso dire che lo sport mi ha aiutato tantissimo se ce l'ho fatta io, ce la possono fare tutti. Lo sport non deve essere visto soltanto come sport d'eccellenza, ma come modo di vivere, perché comunque lo sport aiuta tantissimo nellqa vita di tutti i giorni e forse dico sempre che è molto meglio quello non agonistico, perché quello agonistico poi diventa un pò un lavoro invece quello non agonistico, diventa vero e proprio divertimento". Poi sulle Paralimpiadi Parigi 2024 e sul rapporto con Ambra e Martina rivela: "Cioè noi tre siamo un gruppo, cioè non siamo la singola persona, cioè noi tutti vogliamo arrivare prima però però vogliamo arrivare tutti e tre primo, secondo e terzo questo ci accomuna tantissimo. Sono sempre stata la terza però quest'anno voglio essere la prima... Mi raccomando state attente che gli ultimi saranno i primi".