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Sport senza barriere, la storia di Daniele Pagliari

Il racconto del 35enne marchigiano, vittima di un grave infortunio sul lavoro, che, grazie alla pratica sportiva e ai servizi messi a disposizione dall’Inail, ha avuto un percorso riabilitativo ed un reinserimento sociale molto veloce

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  • Daniele Pagliari: "Lo sport una medicina per il corpo e per la mente"

    A luglio del 2018 è vittima di un grave infortunio sul lavoro. Titolare di una piccola impresa edile nelle Marche, Daniele stava lavorando alla pavimentazione di un garage quando è rimasto coinvolto in un incendio, che ha provocato ustioni su circa il 60% del suo corpo. "Mi auguro che tutte le persone infortunate possano appassionarsi a un’attività sportiva e mettersi in gioco - racconta Daniele - soprattutto perché presto o tardi i risultati arrivano: non risultati agonistici, ma conquiste personali per la propria vita”.

    Titolare di una piccola impresa edile nelle Marche, Daniele Pagliari, 35 anni, sta lavorando alla pavimentazione di un garage quando è vittima di un grave infortunio, a causa del quale riporta ustioni su circa il 60% del corpo. All’improvviso un boato e mi accorgo che subito intorno a me c’erano delle fiamme alte circa un metro e mezzo, un metro e 60. Ero vicino all’ingresso, ma nel tentativo di uscire scivolo e cado all’indietro sul fuoco. E questa resina che prima si era creata, questa sostanza collosa e scivolosa, permette la mia caduta, ma permette anche che le fiamme si attaccassero alla parte posteriore del corpo. Mi rialzo nel più breve tempo possibile. Faccio la rampa di corsa, esco e mi spingo rotolandomi per terra, ma oramai il più era stato fatto perché comunque sia, a posteriori credo di aver bruciato per 20, 25 secondi buoni. Ad oggi penso che sia stato un innesco anche molto futile, perché il solvente nitro trova una temperatura di innesco molto bassa e per cui una scintilla o uno sfregamento o un qualcosa in quell’ambiente così saturo di fumi di gas ha consentito lo scoppio e il relativo incendio. Oggi Daniele studia Ingegneria Civile ed è formatore della sicurezza sul lavoro, attività che lo porta a testimoniare la sua esperienza in scuole, aziende e luoghi di lavoro, con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza e la sensibilizzazione sul tema degli infortuni sul lavoro. Dal suo punto di vista, oltre a un’insufficiente formazione sulla sicurezza, ci sono anche altri fattori che hanno contribuito a causare l’incidente in cui è rimasto coinvolto, avvenuto a luglio 2018. Nella fase di rimozione ci sono state delle mie mancanze: la prima è stata la fretta, la seconda non aver consultato la scheda tecnica relativa ai prodotti, che è buona prassi sempre fare. Ma a capo di tutto c’è la fretta e l’eccessiva sicurezza che si crea quando i cantieri diventano la seconda casa. Per cui nei luoghi di maggior comfort avvengono i maggiori infortuni Dopo un periodo di riabilitazione, Daniele torna ad avvicinarsi allo sport che ha sempre fatto parte della sua vita. Devo dire che l’Inail mi ha aiutato molto nel processo post incidente, ma soprattutto a riprendere l’attività sportiva come medicina, sia per il corpo che per la salute. In acqua riesco ad allungare le cicatrici, che tendono sempre a costringere un po’ il corpo. Ma soprattutto l’acqua esercita un’azione di massaggio sulle cicatrici ed evito in parte molta fisioterapia. Perché comunque sia, stando un’ora e mezza in acqua riesco ad auto massaggiare, se così vogliamo dire. Ma non sono solo fisici, anche benefici psichici: diciamo che noi ustionati siamo sempre delle persone un po’ in tensione, in quanto le cicatrici appunto tirano e questo ci causa un aumento dello stress. In piscina quando vengo scarico proprio tutta la tensione e mi trovo bene. Quest’anno ho voluto scegliere come secondo sport parallelo al nuoto, il sollevamento pesi olimpico che praticavo prima dell’incidente, uno sport che mi piaceva molto, in quanto racchiude una serie di gesti molto tecnici e soprattutto si lavora sempre con elevati range di mobilità, in particolare, che nel mio caso è perfetto in quanto devo sempre andare ad allungare muscoli, tendini e tessuti. Mi auguro che tutti gli infortunati possano seguire il mio consiglio di addentrarsi in uno sport, di appassionarsi, di mettersi in gioco soprattutto perché presto o tardi i risultati arriveranno, ma non risultati agonistici, ma anche e soprattutto risultati personali per la propria vita.