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14 ottobre 2025

Worklimate 2.0 vince il premio “Impatto Pa” del Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro

Il presidente dell’Inail, Fabrizio D’Ascenzo, ha ritirato il riconoscimento il 14 ottobre, presso la sede del Cnel. Il progetto è coordinato dall’Istituto e dal Cnr-Ibe, in collaborazione con altri enti partner

Worklimate 2.0 vince il premio “Impatto Pa” del Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro

ROMA – Riconosciuto come esperienza virtuosa sviluppata all’interno della Pubblica amministrazione, il progetto Worklimate, che analizza l’impatto dei cambiamenti climatici e delle ondate di calore sulla salute e la sicurezza dei lavoratori, ha vinto il premio “Impatto Pa” del Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro (Cnel). Il progetto è coordinato da Inail e dall’Istituto per la Bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr- Ibe), con la collaborazione delle Usl Toscana Centro e Toscana Sud-Est, del Dipartimento di Epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio, del Consorzio LaMMA e del Dipartimento di Scienze e tecnologie agro-alimentari dell’Università di Bologna. Il presidente dell’Istituto, Fabrizio D’Ascenzo, ha ritirato il premio martedì 14 ottobre, presso la sede del Cnel.

Raggiunti gli obiettivi strategici. Worklimate ha raggiunto tutti gli obiettivi strategici prefissati, traducendoli in strumenti innovativi e operativi a beneficio diretto dei lavoratori e delle imprese. Sono stati ottenuti risultati concreti in termini di salute e sicurezza sul lavoro, prevenendo gli effetti delle ondate di calore, e impatti sistemici sulle politiche pubbliche, normative e regolatorie nazionali e regionali. Grazie a un sistema integrato di indicatori quantitativi e qualitativi di monitoraggio, l’adozione e la valutazione sono realizzate su base scientifica e partecipata.

La piattaforma previsionale. Uno strumento operativo significativo è stata la piattaforma previsionale in grado di prevedere, con un orizzonte temporale fino a 72 ore, il rischio di esposizione al caldo per diversi scenari lavorativi, un sistema capillare disponibile su tutto il territorio italiano che descrive anche l’incertezza della previsione in zone ad orografia complessa. Basata sul modello meteorologico Moloch ad alta risoluzione (circa 2 km) e sull’indice Wbgt (Wet bulb globe temperature - UNI EN ISO 7243:2017), la piattaforma fornisce mappe orarie di rischio calibrate per differenti condizioni espositive (al sole, all’ombra, attività fisica moderata o intensa) e per un profilo standard di lavoratore non acclimatato al caldo.

Previsioni personalizzate con la web app. Altri strumenti sono stati messi a disposizione delle aziende. Tra questi, una web app per le previsioni personalizzate del rischio caldo per gruppi omogenei di lavoratori, utilizzabile solo dai preposti e dagli Rspp, numerose brochure informative sulla gestione del rischio caldo e sulle misure individuali e organizzative da implementare e casi studio con monitoraggi fisiologici e ambientali. Inoltre, sono state realizzate attività di formazione per sensibilizzare i lavoratori e i datori di lavoro sulle strategie di mitigazione del rischio, delle survey sulla percezione e conoscenza del rischio caldo e incontri di ascolto organizzativo per arrivare a eseguire interventi di miglioramento coinvolgendo tutti gli attori della sicurezza.

Un riferimento nazionale e internazionale nella gestione del rischio climatico-occupazionale. Worklimate si configura oggi come un riferimento nazionale e internazionale nella gestione del rischio climatico-occupazionale, non solo per la qualità dei dati forniti, ma anche per la sua capacità di essere integrato nei processi decisionali e nelle politiche pubbliche. L’impatto delle evidenze scientifiche prodotte dal progetto si è concretizzato in azioni normative e regolatorie sempre più diffuse. Nelle estati 2021, 2022, 2023 e 2024, diverse Regioni italiane hanno adottato ordinanze che vietano le attività lavorative più esposte nelle fasce orarie di massimo rischio, sulla base delle mappe di previsione del rischio caldo prodotte dal sistema Worklimate. Nel corso del 2025, in tutte le regioni (ad eccezione di Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige) sono stati emanati provvedimenti di tutela dei lavoratori che hanno fatto esplicito riferimento ai risultati di ricerca e alle mappe di previsione del rischio caldo prodotte nell’ambito del progetto Worklimate, deliberando l’interdizione delle attività lavorative dalle ore 12.30 alle 16.00 nei settori Agricoltura e florovivaismo, Edilizia e cave, Logistica e consegne in bici/scooter e Igiene ambientale. L’Ispettorato nazionale del Lavoro e il Coordinamento tecnico delle Regioni per la salute e la sicurezza del lavoro hanno indicato i risultati del progetto come un riferimento essenziale nella pianificazione degli interventi di contrasto e adattamento al rischio di esposizione occupazionale al caldo. Il d.l. n. 98/2023 ha reso più agevole il ricorso alla cassa integrazione ordinaria nel caso di emergenza climatica per i lavoratori dell’edilizia e dell’agricoltura, ed ha previsto che i ministeri del Lavoro e delle Politiche sociali e della Salute favoriscano la sottoscrizione di intese tra organizzazioni datoriali e sindacali per l’adozione di linee-guida e procedure concordate di riduzione degli effetti del cambiamento climatico sulla salute e sicurezza dei lavoratori. Inoltre, il ministero del Lavoro ha recentemente emanato un protocollo di riferimento con una serie di indicazioni generali per la valutazione del rischio di esposizione al caldo estremo e la gestione degli strumenti di prevenzione.

Coinvolte 40 aziende dal 2020 al 2024. Il progetto Worklimate ha dimostrato una significativa capacità di coinvolgimento di organizzazioni pubbliche e private su tutto il territorio nazionale, creando una rete operativa e scientifica multidisciplinare a sostegno dell’adattamento climatico nei luoghi di lavoro. Dal 2020 al 2024, sono state coinvolte 40 aziende appartenenti a settori economici strategici e ad alta esposizione al rischio caldo, tra cui agricoltura, edilizia, logistica, portualità, servizi ambientali, trasporti e manifatturiero. Il coinvolgimento non si è limitato alla partecipazione passiva, ma ha previsto un'interazione attiva attraverso le sperimentazioni sul campo (monitoraggi fisiologici e ambientali e test di dispositivi come le giacche ventilate), l’adozione di strumenti operativi (piattaforma previsionale, web app e brochure tecniche), la formazione di lavoratori, Rspp e datori di lavoro e il coinvolgimento in momenti di ascolto organizzativo e raccolta della percezione del rischio caldo.