Ti trovi in:
16 giugno 2025
Sensibilizzanti cutanei: le differenze di sesso e di genere nell’esposizione professionale
Donne più soggette a dermatiti allergiche da contatto per caratteristiche fisiologiche e ruoli sociali: uno studio Dimeila approfondisce cause e conseguenze
Sensibilizzanti cutanei: le differenze di sesso e di genere nell’esposizione professionale

ROMA - Le differenze di sesso e genere influenzano la suscettibilità all’esposizione a sensibilizzanti cutanei. Le donne risultano più frequentemente colpite da dermatiti allergiche da contatto, anche per le mansioni svolte e per usi culturali più diffusi nel genere femminile, come il piercing. Una scheda tecnica del Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale dell’Inail (Dimeila) evidenzia la necessità di una prevenzione mirata nei contesti lavorativi.
Gli agenti sensibilizzanti un rischio diffuso nei luoghi di lavoro. I sensibilizzanti cutanei sono agenti chimici capaci di provocare reazioni allergiche della pelle, anche a seguito di esposizioni a basse concentrazioni. Secondo il Regolamento CLP (CE 1272/2008), centinaia di sostanze sono già classificate in Europa come sensibilizzanti cutanei. L’Agenzia europea delle sostanze chimiche (Echa) stima che ogni anno circa 180.000 persone si sensibilizzino a questi composti. Una proposta di restrizione attualmente in discussione mira a limitarne la presenza nei prodotti tessili e in articoli in cuoio.
Differenze di sesso e genere: ecco cosa cambia. Lo studio Dimeila mette in evidenza come la fisiologia cutanea tra uomini e donne presenti differenze significative, con la pelle femminile generalmente più sottile e vulnerabile. Ma oltre al sesso biologico, anche il genere, ovvero il ruolo sociale e culturale e le abitudini di vita, incide sulla maggiore esposizione. Le donne sono infatti spesso maggiormente impegnate in mansioni caratterizzate da “lavoro umido”, come l’assistenza sanitaria o l’estetica, aumentando così il rischio di dermatiti allergiche. Anche il lavoro domestico, storicamente più associato al genere femminile, contribuisce a questa fragilità cutanea.
Il caso del nichel. Un esempio emblematico di come sesso e genere si intreccino nell’insorgenza delle dermatiti è l’allergia al nichel. Storicamente più diffusa tra le donne (25%) rispetto agli uomini (4-5%), l’allergia è risultata correlata all’uso di orecchini e piercing, diffusi precocemente perlopiù tra le ragazze. Dopo l’introduzione della restrizione europea del 2006, che vieta il rilascio eccessivo di nichel in oggetti metallici a contatto con la pelle, la prevalenza nelle donne è crollata fino a livelli simili a quelli maschili. Interessante notare come, tra gli uomini con piercing precedenti alla restrizione, i tassi di allergia fossero simili a quelli femminili, confermando che il fattore determinante non è solo biologico, ma anche sociale.
Prevenzione per un sistema più equo e sicuro. Le evidenze raccolte indicano l’urgenza di adottare misure preventive specifiche nei luoghi di lavoro. Sarebbe opportuno che i datori di lavoro, con il supporto dei medici competenti, identificassero le situazioni a rischio per promuovere strategie finalizzate a ridurre l’esposizione diretta a sostanze sensibilizzanti, soprattutto nei soggetti più vulnerabili. Un’anamnesi approfondita, la sorveglianza sanitaria e la formazione mirata sono strumenti fondamentali per tutelare equamente la salute di lavoratrici e lavoratori, tenendo conto non solo delle differenze biologiche, ma anche di quelle culturali e sociali che influenzano i rischi sul lavoro.
TI POTREBBE INTERESSARE
Per approfondire
-
Il ruolo della differenza di sesso e di genere nell’esposizione ad agenti chimici sensibilizzanti cutanei
L’esposizione ad agenti chimici sensibilizzanti per la cute rappresenta una delle condizioni più comuni rilevabili in numerosi cicli produttivi. Più di mille sostanze possiedono una classificazione armonizzata in Europa come sensibilizzante cutaneo
Condivisione social
Pubblicazione
16/06/2025, 10:19
Ultimo aggiornamento
16/06/2025, 10:19
Condividi