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05 novembre 2024

Salute e sicurezza per chi si occupa di raccolta dei rifiuti e igiene urbana

Una pubblicazione a cura della Consulenza tecnica per la salute e sicurezza (Ctss) dell’Inail aggiorna il tema della sicurezza nell’ambito della gestione dei rifiuti

Salute e sicurezza per chi si occupa di raccolta dei rifiuti e igiene urbana

ROMA - Mantenere il decoro e l’igiene delle nostre città è un’occupazione tutt’altro che esente da rischi. Lo racconta un opuscolo a disposizione di coloro che operano nelle attività di raccolta dei rifiuti e spazzamento stradale, recentemente aggiornato dalla Ctss dell’Inail sulla base di uno studio avviato nel 2009 e sviluppato anche attraverso accordi e protocolli con Federambiente, Fondazione Rubes Triva e Utilitalia.

Metodologia di valutazione del rischio. L’opuscolo affronta il tema della valutazione del rischio per i lavoratori del settore, suddividendo il ciclo di lavorazione in differenti fasi e individuando, per ciascuna di esse, le fonti di pericolo. Le criticità nella gestione della sicurezza dal punto di vista tecnico, organizzativo e procedurale dipendono dal fatto che lo svolgimento delle operazioni si verifica tramite frequenti interazioni tra uomo e macchina/attrezzatura (ad esempio i mezzi meccanici in cui sono conferiti i rifiuti) nell’ ambiente di lavoro “strada”, denso di variabili difficili da controllare e prevedere. Gli operatori sono esposti a svariati fattori di rischio (biologico, chimico, da movimentazione manuale dei carichi, rumore, vibrazioni, sicurezza), la cui valutazione ha permesso di indicare possibili interventi di riduzione della probabilità di esposizione al rischio e di riduzione del danno, tutte esaustivamente descritte nello studio della Ctss.

Il problema della terziarizzazione delle aziende municipalizzate. In Italia le aziende di raccolta rifiuti, municipalizzate e associate in Utilitalia, sono solitamente di grandi dimensioni e con una struttura multifunzionale, poiché affiancano alla raccolta dei rifiuti anche altre attività come la gestione di acqua, gas, energia elettrica ecc., con un’accentuazione delle difficoltà gestionali. Ciò ha gradualmente condotto a una loro terziarizzazione, con la creazione di connesse realtà imprenditoriali di piccole dimensioni e limitate risorse, a cui vengono trasferiti di fatto i rischi lavorativi. Queste realtà presentano un indice di frequenza infortunistica alto (rispetto al valore medio relativo al complesso della gestione dell’Industria e Servizi), riguardante soprattutto le attività di raccolta rifiuti, dove si riscontra una forte componente manuale e un basso livello di innovazione tecnologica, mentre negli impianti ad elevato livello tecnologico, come i termovalorizzatori, il fenomeno infortunistico è sensibilmente più contenuto.

Il quadro attuale nell’ottica del riciclo e della transizione ecologica.  La transizione, ecologica e digitale, verso un’economia circolare, richiede una riformulazione delle modalità di raccolta, nella quale i rifiuti divengono risorse impiegabili in un nuovo ciclo produttivo, e rappresenta una necessità ecologica e una opportunità di progresso industriale.  Le direttive europee del "Pacchetto Economia Circolare", attraverso le quali raggiungere gli obiettivi di riciclo dei rifiuti urbani, sono state recepite in Italia a partire dal 2020. Certamente l’obiettivo di migliorare il sistema di gestione dei rifiuti, con investimenti mirati a colmare il divario tra le regioni del Centro-Sud e del Nord, passa attraverso il potenziamento della raccolta differenziata e del riciclaggio di alcune tipologie di rifiuti strategiche (RAEE, plastica, tessile, rifiuti organici, rifiuti di carta e cartone), ma la transizione, per potersi definire completa, implica  anche il miglioramento costante della tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.