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28 febbraio 2023

Sport senza barriere, “In pista per ricominciare a vivere”. Il video su Sabato Senatore

È online un nuovo episodio del progetto di reportage narrativi dedicato agli infortunati che, attraverso la pratica sportiva e i servizi messi a disposizione dall’Inail, hanno seguito con successo un percorso di riabilitazione e reinserimento sociale

Sport senza barriere, “In pista per ricominciare a vivere”. Il video su Sabato Senatore

Sabato Senatore, lo sport per ricominciare a vivere

ROMA - Sabato Senatore, 53 anni, autotrasportatore, nel 2005 era al lavoro alla guida di un camion, quando il mezzo si è improvvisamente capovolto. A causa dell’incidente gli è stato amputato il braccio destro. “Subito dopo l’infortunio – racconta – ero molto sconfortato. Nel 2006 sono andato al Centro Protesi Inail di Vigorso di Budrio per fare la prima protesi. E lì ho capito che la mia amputazione era zero”. Perché, continua, “ho visto altre persone che si trovavano in condizioni ancora più gravi della mia, e nonostante questo, ce la mettevano tutta e combattevano per superare le difficoltà. Alcuni di loro praticavano sport a livello agonistico, facevano gare e avevano ottenuto grandi soddisfazioni. Quindi ho capito che dopo incidenti di questo tipo, è molto importante non isolarsi. Condividere le proprie esperienze e confrontarsi con gli altri aiuta a non sentirsi soli e ad affrontare meglio paure e problemi”. Oltre al desiderio di vivere la socialità, Sabato ritrova la voglia di correre, come faceva già prima dell’incidente.

“Corsa e allenamenti fondamentali nella mia vita”. Ma deve ricominciare ad allenarsi gradualmente perché ha diversi problemi derivanti dall’infortunio. L’amputazione, infatti, gli ha causato disturbi alla schiena e difficoltà nella stabilità e nel bilanciamento del braccio mentre corre. Frequentando la pista di atletica di Cercola, poco distante da Napoli, inizia a correre insieme a Claudio De Vivo, primatista italiano nei 1500 e 800 metri, che diventerà un amico. “Io mi alleno non solo al campo di Cercola spiega Sabato ma anche su un’altra pista frequentata da ragazzi molto giovani. All’inizio mi guardavano con stupore e io mi sentivo in imbarazzo; poi, con il tempo, vedendo la mia passione per la corsa e l’impegno che ci mettevo, hanno imparato a conoscermi e ora mi chiedono come faccio a fare un certo esercizio, parliamo di allenamenti”. “La corsa mi ha aiutato a ritrovare energia e voglia di superare i miei problemi: oggi non posso più farne a meno” conclude.

L’impegno dell’Istituto per le persone con disabilità da lavoro. Il reinserimento sociale delle persone con disabilità da lavoro attraverso lo sport affianca il sostegno economico destinato dall’Inail agli assistiti, e con il tempo ha acquisito un ruolo sempre più centrale tra le attività istituzionali. Attraverso il Centro Protesi di Vigorso di Budrio, l’Istituto fornisce i servizi necessari per avviare il percorso di riabilitazione, servizi che possono includere anche protesi per praticare diverse attività sportive. Oltre al supporto offerto attraverso il Centro Protesi e le sue filiali e i punti di assistenza attivi sul territorio, Inail mette a disposizione dei propri assistiti, con la collaborazione del Comitato Italiano Paralimpico, corsi di avviamento allo sport con l’obiettivo di ottenere un maggior benessere psicofisico per gli infortunati e il loro reinserimento sociale.

L’eredità di Antonio Maglio. Precursore e personalità di riferimento in Italia nell’uso dello sport come strumento di riabilitazione e reinserimento degli infortunati sul lavoro è stato proprio un medico dell’Inail, Antonio Maglio, ispiratore dei primi Giochi Paralimpici di Roma nel 1960. Il patrimonio di competenze che oggi ci appartiene in questo settore, affonda le radici in quegli anni. Il progetto “Sport senza barriere” è stato ideato per valorizzare quell’esperienza, offrendo un segnale di continuità.