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09 gennaio 2023

Malattie asbesto correlate, online il report Inail 2022

Lo studio periodico curato dalla Consulenza statistico attuariale riepiloga i dati relativi al quinquennio 2017-2021. Ogni anno, in media, sono più di 1400 i lavoratori affetti da queste patologie

Malattie asbesto correlate, online il report Inail 2022

Immagine pubblicazione

ROMA – Risale al 1992, trent’anni fa, la legge 257 con cui l’Italia metteva definitivamente al bando l’amianto. Ma le conseguenze dannose che questo agente cancerogeno provoca sulla salute umana sono ancora evidenti, dovute alla lunghezza particolare del processo di sviluppo delle malattie asbesto correlate. Il periodo di latenza infatti supera generalmente i 25 anni e le patologie conseguenti possono manifestarsi anche a 40 anni dall’esposizione. Per assicurare una tutela maggiore ai malati affetti da queste patologie, la legge di stabilità 2008 ha istituito presso l’Inail il Fondo per vittime dell’amianto. A beneficiarne sono i titolari di rendita diretta Inail, a cui è stata riconosciuta una patologia asbesto correlata, e i titolari di rendita a superstiti di lavoratori vittime dell’amianto. Nel 2015 i benefici del Fondo sono stati estesi anche ai malati affetti da mesotelioma per esposizione ambientale o familiare. Di recente, la legge di stabilità 2021 ha stabilizzato queste prestazioni. Vista quindi l’attualità della questione amianto, la Consulenza statistico attuariale (Csa) dell’Inail cura l’aggiornamento periodico dei dati riguardanti questo comparto. Nel report più recente, consultabile sul portale dell’Istituto, sono disponibili i dati sulle malattie asbesto correlate riconosciute dall’Inail nel quinquennio 2017-2021, le rendite erogate, il numero dei beneficiari e le prestazioni una tantum per mesoteliomi di natura non professionale, desunti dagli archivi Open data Inail e dai monitoraggi del Fondo per le vittime dell’amianto.

Annualmente in media più di 1400 lavoratori colpiti da malattie asbesto correlate. Dal 2017 al 2021 mediamente ogni anno i lavoratori affetti da patologie da amianto, con riconoscimento dell’origine professionale da parte dell’Inail, sono stati oltre 1400, e poco più di 1700 nel triennio più consolidato 2017-2019. Va precisato che i dati relativi agli anni più recenti, in particolare al 2021, non possono essere ritenuti consolidati a causa dei tempi di definizione della pratica e di osservazione dei postumi patologici.

Il 4% dei riconoscimenti riguarda il genere femminile. Nel 2021 il 28% dei lavoratori affetti da queste patologie risulta deceduto a causa della malattia, mentre nel 2017 la percentuale si attesta al 44%. In pochi anni, osservano i professionisti della Csa, una cospicua parte dei tecnopatici con menomazione permanente compresa tra il 51 e il 100% subisce un aggravamento dei postumi e l’esito diventa mortale. Confrontando ancora il termine e l’inizio del quinquennio, nel 2021 i lavoratori presenti nella classe di menomazione 51%-100% sono il 28% mentre nel 2017 si attestano al 6%. Sempre in questo periodo, rileva il report dell’Inail, circa il 4% dei riconoscimenti ha riguardato le donne, per le quali la definizione dei postumi si è rilevata più severa. Nell’anno 2017 il 67% delle lavoratrici sono decedute, l’11% ha registrato una menomazione compresa tra il 51% ed il 100%, e solo il 22% una menomazione inferiore.

Le patologie asbesto correlate più diffuse.  Nel triennio 2017-2019 a ricevere il maggior numero di riconoscimenti, con circa 600 casi l’anno, sono stati i tumori maligni di tessuto mesoteliale e dei tessuti molli, pari al 35% delle tecnopatie derivanti dall’esposizione ai minerali d’amianto. A seguire, le altre malattie della pleura con circa 580 casi l’anno (33%). Le malattie polmonari da agenti esterni e i tumori maligni dell’apparato respiratorio e degli organi intratoracici hanno ricevuto entrambi circa 270 riconoscimenti l’anno, pari al 15%.

La diffusione sul territorio nazionale e per settore. Di interesse anche la ripartizione territoriale condotta dallo studio Inail. Nell’anno 2021, nel Nord-Ovest la malattia professionale asbesto correlata di gran lunga più diffusa è il tumore maligno di tessuto mesoteliale e dei tessuti molli con una percentuale del 75%. E in questo territorio risulta concentrato il 53% dei casi a livello nazionale. Analogamente, questo riconoscimento riguarda il 45% dei casi nel Nord-Est e del 42% nelle regioni centrali.  Nel Sud e nelle Isole invece lo scenario cambia, con il 35% dei riconoscimenti riguardanti le malattie polmonari da agenti esterni. Anche il report 2022 conferma la concentrazione delle malattie asbesto correlate nel settore industria. Nel 2021 la percentuale in questo comparto è stata del 75%, con prevalenza dei casi nella metalmeccanica e nelle costruzioni, seguita dall’artigianato con il 15%.

Le rendite di inabilità e quelle a superstiti. Riguardo alle rendite di inabilità permanente, nel periodo 2017-2021 si registra una continua decrescita del loro numero, con una diminuzione quantificabile nell’11,2%. Anche qui il report aggiorna sulla ripartizione territoriale di erogazione, con la prevalenza di Campania (18%), Liguria (11%), Piemonte (10%) e Toscana (9%). A fronte di un decremento delle rendite di inabilità permanente, quelle a superstiti nel quinquennio 2017- 2021 sono aumentate di oltre il 12%.
 
Le prestazioni del Fondo vittime amianto. La pubblicazione riepiloga infine i dati dei beneficiari professionali del Fondo: nel periodo 2008-2021 la loro platea risulta aumentata del 45%. In particolare, il numero dei tecnopatici percettori della prestazione aggiuntiva registra una flessione del 14% mentre il numero dei superstiti beneficiari della prestazione si è incrementato dell’89%. Dal 2015 la tutela del Fondo è prevista anche per i malati di mesotelioma dovuto a esposizione di natura ambientale o familiare, e per i loro eredi. La prestazione viene erogata una tantum ed è pari a 10mila euro. Come riporta lo studio Csa, al 15 settembre 2022 sono pervenute all’Inail 2706 richieste di prestazioni, con anno di prima diagnosi collocabile tra il 2015 e il 2021, e con una media di 340 istanze l’anno. Delle 2706 richieste, l’80% sono state accolte, il 16% respinte e il restante 4% risulta in istruttoria. Di esse viene fornita la distribuzione territoriale, ripartita su base nazionale, regionale e provinciale.

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