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25 maggio 2020
Paolo Lazzara: “Un patto per la sicurezza”
Il vicepresidente dell’Inail, in un articolo pubblicato sul quotidiano “L’Unità”, si è soffermato sulla complessità della fase due e sull’esigenza di accrescere e garantire la sicurezza sul lavoro attraverso efficaci azioni di prevenzione
Paolo Lazzara: “Un patto per la sicurezza”

Le difficoltà della fase due ma anche l’opportunità di una ripartenza condivisa in grado di contemperare le diverse esigenze in campo: economiche, produttive e sociali. La necessità che il dibattito sull’allarme Coronavirus non distolga l’attenzione dal fenomeno infortunistico nel suo complesso e una riflessione sul binomio qualità della vita lavorativa e valore d’impresa. Sono questi alcuni dei temi al centro del contributo editoriale che il vicepresidente dell’Istituto, Paolo Lazzara, ha pubblicato sul quotidiano “L’Unità”.
“Ben più complessa è la fase due, per i valori contrapposti che si fronteggiano”. Paolo Lazzara, nel suo intervento, sottolineando le criticità del periodo che stiamo vivendo, ha spiegato: “La gravissima emergenza Covid pone il sistema Paese di fronte a difficoltà straordinarie. Debolezze e criticità della struttura socio-economica diventano “emergenza” a trecentosessanta gradi. Nella prima fase il blocco totale ha avuto diffusa e generalizzata accettazione sociale e istituzionale. Ben più complessa è la fase due, oggettivamente conflittuale per i valori contrapposti che si fronteggiano. Si vuole evitare il collasso del sistema produttivo, pur senza significativi avanzamenti nelle cure per il Covid 19”.
“I limiti alle attività economiche sono condizioni per la ripartenza e non ostacoli all’economia” Nell’analisi del vicepresidente dell’Istituto si fa strada l’individuazione di due elementi per giungere alla formulazione di una proposta condivisa: “Primo. I limiti alle attività economiche sono condizioni per la ripartenza e non ostacoli all’economia; segnano il processo di gestione del rischio e non costituiscono ingiustificati limiti alla libertà. Tale inquadramento deve essere condiviso da tutti: Istituzioni, operatori economici, parti sociali, per una strategia in grado di contemperare e ordinare le diverse esigenze. Secondo. Le imprese non possono assumere responsabilità dai contorni indistinti e imprecisati, per eventi non legati e non occasionati dalle attività produttive. Non debbono rispondere per il contagio comune, con adeguate garanzie affinché ciò non accada”.
“Il dibattito sul Covid-19 non deve allontanarci dal problema generale della sicurezza nei luoghi di lavoro”. La discussione sull’emergenza Covid-19, nella riflessione di Lazzara, non deve distogliere l’attenzione dal fenomeno infortunistico nel suo complesso: “Il dibattito sul Covid-19 non deve allontanarci dal problema generale della sicurezza nei luoghi di lavoro, che va ripreso con forza, imparando la lezione. Non si può dimenticare che nel 2019 vi sono state 641.638 denunce di infortunio, mille in più dell’anno precedente. 1089 con esito mortale (circa tre eventi al giorno). Nell’UE, il tasso standardizzato è di 2,4 incidenti, mentre in Italia è di 3,11 (ogni 100 mila lavoratori). È un dato insopportabile. Da superare con un salto di qualità, con responsabilità (di tutti), autonomia (di ciascuno) e informazione circolare. Dobbiamo fare molto di più”.
“Occorre avviare efficaci azioni di prevenzione”. Alla luce di questi dati, Lazzara ha ribadito, nella sua analisi, la necessità di potenziare e garantire la sicurezza, avviando efficaci azioni di prevenzione: “Occorre accrescere e garantire la sicurezza sul lavoro, avviare efficaci azioni di prevenzione che facciano abbattere drasticamente questo indice. L’esperienza della pandemia ci conferma ancora di più che la sicurezza sul lavoro è valore di impresa, garanzia per gli utenti e per i consumatori, qualità della vita lavorativa, risultato in sé. Passa per la responsabilità di ciascuno, per la corretta individuazione del rischio e per l’adozione di adeguate misure di prevenzione; è il sistema della qualità. Le regole, beninteso, non possono venire dall’alto; debbono essere condivise e precisate in autonomia nell’assetto aziendale, continuamente aggiornate e migliorate. La soglia del rischio consentito deve essere rigorosamente ridotta”.
“L’auspicio è che le misure economiche per la ripartenza possano creare valore, come veri e propri investimenti”. Lazzara ha spiegato che inquadrando il dibattito in questa prospettiva, limiti e prescrizioni diventano condizioni dell’attività produttiva, il cui livello deve legarsi alle garanzie di salute e sicurezza dei lavoratori, seguendo l’articolo 41 della Costituzione. “I documenti di valutazione del rischio - afferma il vicepresidente dell’Inail - i protocolli attuativi e le buone prassi dovranno tradursi in qualità del lavoro, nell’interesse dell’impresa. L’auspicio è che le misure economiche per la ripartenza possano creare valore, come veri e propri investimenti in un quadro tecnico-giuridico ambizioso e rigoroso. Solo in questo modo ci sarà giustizia, intesa come corretta distribuzione delle responsabilità, superando la tensione tra attività economica e sicurezza sul lavoro”.
“La qualità della vita lavorativa si accompagna al valore d’impresa”. Nell’analisi di Paolo Lazzara il benessere delle lavoratrici e dei lavoratori rappresenta un’occasione di profitto per l’impresa: “La qualità della vita lavorativa si accompagna così al valore d’impresa e diventa occasione di profitto e benessere. Dobbiamo rinnovare questo patto fondamentale e avere chiaro che i dati sugli infortuni non sono degni di un Paese civile e non possono essere accettati. Costano molto e bisogna ridurli. Si riparte in sicurezza. Istituzioni, parti sociali, imprese e lavoratori, con autonomia, responsabilità e informazione”.
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Pubblicazione
25/05/2020, 12:42
Ultimo aggiornamento
25/05/2020, 12:42
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