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05 dicembre 2019

PA digitale, l’Inail in prima linea per un’amministrazione sempre più trasparente e partecipata

La IX Giornata della trasparenza è stata l’occasione per riflettere sul rapporto tra diritto di accesso e privacy e fare il punto della situazione sulle iniziative promosse dall’Istituto negli ultimi anni, in uno scenario che vede l’Italia in pesante ritardo rispetto alla maggioranza degli altri Paesi europei

PA digitale, l’Inail in prima linea per un’amministrazione sempre più trasparente e partecipata

PA digitale, l’Inail in prima linea per un’amministrazione sempre più trasparente e partecipata

ROMA - In uno scenario che vede l’Italia in pesante ritardo rispetto alla maggioranza degli altri Paesi europei, l’Inail è uno degli enti pubblici che hanno cercato di anticipare i tempi, dotandosi dell’organizzazione e degli strumenti necessari ad adempiere in modo efficace alle disposizioni della normativa sulla trasparenza. È questa una delle considerazioni emerse dalla IX Giornata della trasparenza dell’Istituto, appuntamento ormai tradizionale di fine anno che si è svolto ieri a Roma, presso il Parlamentino Inail di via IV Novembre, alla presenza del presidente Franco Bettoni e del vicepresidente Paolo Lazzara.
 
Bettoni: “È anche un’opportunità per migliorare la qualità dei servizi”. È stata l’occasione per riflettere sul rapporto tra diritto di accesso e diritto alla privacy e raccontare l’impegno per un’amministrazione pubblica trasparente e partecipata dell’Istituto, che in questi anni ha avviato la completa riprogettazione, in chiave digitale, di tutte le procedure istituzionali e la diffusione di buone pratiche che rendano sostenibili i principi della trasparenza. “L’Inail – ha spiegato Bettoni – ha ormai quasi completamente superato l’antico principio della ‘segretezza degli atti pubblici’ per contribuire alla fondazione di una democrazia sempre più diretta e controllabile da parte del cittadino. L’Istituto porta avanti il suo impegno nell’attuazione della trasparenza gestendola non semplicemente come un obbligo normativo, ma anche come un’opportunità per migliorare il livello di efficienza e qualità dei propri servizi”. 
 
Lucibello: “La sostanza deve prevalere sulla forma”. Come sottolineato dal direttore generale dell’Inail, Giuseppe Lucibello, nell’intervento di apertura dei lavori, il compito si è rivelato più complesso e oneroso di quanto previsto inizialmente dal legislatore. A dispetto di queste difficoltà oggettive, però, “abbiamo colto il senso di quello che l’Autorità nazionale anticorruzione ha ricordato con la delibera 1064 dello scorso 13 novembre: la sostanza deve prevalere sulla forma. I processi non devono essere attuati in modo formalistico, secondo una logica di mero adempimento. Per soddisfare il diritto di sapere come vengono utilizzati i fondi pubblici, il cittadino deve essere messo nelle condizioni di capire quello che pubblichiamo e come funziona l’amministrazione, non deve essere travolto da una messe di informazioni. La trasparenza è appropriatezza delle informazioni e del linguaggio utilizzato”.
 
Attias: “Dove c’è più digitale c’è più efficienza”. Il tema della trasparenza, come ha spiegato Luca Attias, commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda digitale, è strettamente correlato a quello della digitalizzazione. “Dove c’è più digitale, c’è più efficienza, più trasparenza e meno corruzione – ha detto – Non è un caso che il nostro Paese sia agli ultimi posti in Europa non solo per la trasparenza, ma anche per la quantità e qualità del ricorso alla tecnologia digitale, comprese le infrastrutture, le competenze e i servizi pubblici”. Per Attias, nonostante alcuni passi avanti compiuti negli ultimi anni – come il sistema pagoPA e la carta di identità elettronica – esiste tuttora “un’emergenza digitale trasversale, di cui la popolazione non ha consapevolezza”.
 
“Un italiano su quattro non utilizza Internet”. Da un lato, ha sottolineato il commissario, “c’è un problema di inclusione, che è superiore rispetto agli altri Paesi. Un quarto dei cittadini italiani di età compresa tra i 16 e i 74 anni non utilizza Internet. Serve dunque la formazione, a partire dal mondo della scuola. La competenza digitale, infatti, è una delle competenze chiave per vivere appieno la propria cittadinanza”. L’emarginato digitale, però, “non è più solo chi non ha accesso al digitale, ma anche chi non sa vivere la rete e le tecnologie. È dunque ancora più necessario sviluppare competenze tradizionali e in qualche modo contestualizzarle. I nativi digitali, invece, spesso sono lasciati soli con la tecnologia. Il compito delle generazioni precedenti dei ‘digital immigrants’ è quello di accompagnarli in questo processo di consapevolezza”.
 
“L’assenza di governance nella PA ha portato a migliaia di monarchie assolute”. Il problema riguarda, però, anche la pubblica amministrazione, che “per lungo tempo è stata abbandonata a se stessa a causa di un’assenza di governance”. Il risultato, ha spiegato Attias, è stata “la proliferazione delle applicazioni sviluppate autonomamente da ogni ente, che ha portato alla creazione di migliaia di data center che funzionano come monarchie digitali assolute”. Il nuovo Data Center Inail, inaugurato nei primi mesi del 2017, è nato proprio con l’obiettivo di ridurre questa parcellizzazione e di contribuire a ridurre il ritardo sul fronte dell’informatizzazione di processi e servizi, che penalizza ancora molti enti. 
 
Tomasini: “È uno dei pilastri dell’open government”. Il compito di riassumere le tappe compiute dall’Istituto nel suo percorso di trasformazione digitale è toccato al responsabile dei sistemi informativi, Stefano Tomasini, che ha ricordato come nel corso del tempo sia stato necessario adattarsi “ai cambiamenti tecnologici e normativi, come l’introduzione del codice della trasparenza e il Gdpr, il regolamento generale europeo sulla protezione dei dati”. Tomasini ha spiegato anche che “la trasparenza, insieme alla partecipazione e alla collaborazione, è uno dei pilastri dell’open government, che coniugato insieme alla trasformazione digitale si traduce in democrazia sostanziale”. La trasparenza, in particolare, “può innalzare il livello di fiducia dei cittadini nei confronti della PA, mentre l’informatizzazione, attraverso l’introduzione di assistenti virtuali, può estendere le competenze e la conoscenza delle persone”, rendendole dunque più consapevoli, come auspicato da Attias.
 
“I servizi devono tenere conto delle richieste dell’utenza”. “Per il futuro – ha aggiunto Tomasini – è necessario avere un’organizzazione in grado di adattarsi rapidamente ai cambiamenti della società e della tecnologia, per fornire risposte adeguate alle esigenze dei cittadini. I servizi devono essere organizzati tenendo conto delle richieste che ci arrivano dall’utenza finale e, in questo senso, i dati ci possono fornire moltissime informazioni per farci comprendere quali sono gli aspetti sui quali è necessario intervenire. La certificazione dei servizi forniti dall’Inail risponde all’esigenza di un monitoraggio costante ed è da stimolo per continuare a migliorare”.
 
Un approccio orientato al miglioramento continuo. L’approccio orientato al miglioramento continuo investe anche i servizi che riguardano la trasparenza amministrativa. Dopo essersi dotato, nel corso del 2018, di un nuovo Regolamento unico per garantire l’esercizio del diritto di accesso e di un Centro unico di raccolta delle istanze, che confluiscono successivamente nel Registro degli accessi, in seguito all’entrata in vigore del nuovo Gdpr l’Inail ha istituito la figura del “data protection officer” e ha adottato i principi di “privacy by design”, che prevede l’incorporazione della privacy a partire dalla progettazione dei processi, e “privacy by default”, che sottolinea la necessità di tutelare la privacy come impostazione predefinita.
 
Un nuovo applicativo per la gestione telematica di tutte le istanze di accesso. Come anticipato da Alessandro Pastorelli, responsabile Inail per la prevenzione della corruzione e la trasparenza, la prossima novità, ormai imminente, è rappresentata dall’attivazione di un applicativo che consente la gestione digitalizzata di tutte le domande di accesso documentale, civico e civico generalizzato e la successiva pubblicazione automatica delle informazioni previste dalla normativa vigente nel Registro degli accessi. “Ad oggi – ha precisato Pastorelli a questo proposito – non esiste nulla di simile su tutto il territorio nazionale”. Dal Registro emerge che nei primi 11 mesi del 2019 le istanze di accesso presentate all’Istituto sono state 8.324, mentre in tutto il 2018 erano state 8.828. Nella quasi totalità dei casi si è trattato di istanze di accesso documentale.
 
Il Sistema di misurazione e valutazione della performance. Tra i temi toccati nel corso della Giornata anche le relazioni tra il Piano della performance e il Piano dell’anticorruzione e della trasparenza, alla luce delle novità introdotte dal Sistema di misurazione e valutazione della performance, finalizzato al miglioramento dei servizi offerti e alla crescita delle competenze professionali. Massimiliano Mariani, direttore centrale Programmazione, Bilancio e Controllo dell’Istituto, ha spiegato che “l’aggiornamento del sistema per il 2020 è in fase di formalizzazione” e tra le novità più significative introdotte prevede “la valorizzazione della performance dell’Inail nel suo complesso, la maggiore valorizzazione della customer satisfaction esterna e interna ai fini della misurazione della performance e la rilevanza, ai fini della valutazione della performance delle strutture centrali, degli obiettivi di produzione aggregati a livello nazionale”.
 
Criticità e soluzioni interpretative del diritto di accesso. Roberto Di Tucci, data protection officer dell’Istituto e coordinatore reggente dell’Avvocatura regionale della Sardegna, ha presentato le linee portanti della tutela dei dati personali nel nuovo regolamento Inail sull’accesso alla documentazione amministrativa, mentre Vito Zammataro, coordinatore di settore dell’Avvocatura generale, ha approfondito criticità e soluzioni interpretative del diritto di accesso, a partire dalla circolare 1/2019 del ministro della Pubblica amministrazione sull’attuazione delle norme sull’accesso civico generalizzato, esito di un percorso avviato dal Dipartimento della Funzione pubblica con l’Anac con l’obiettivo di “orientare il sistema amministrativo verso una piena attuazione della disciplina dell’accesso civico generalizzato”.
 
Colapietro: “Il legislatore si faccia carico di una revisione degli obblighi di pubblicazione”. Un tema particolarmente controverso, come segnalato da Carlo Colapietro, professore ordinario di istituzioni di Diritto pubblico all’Università degli studi Roma Tre, è quello che riguarda il bilanciamento tra due diritti potenzialmente confliggenti: quello di accedere ai dati in possesso delle pubbliche amministrazioni e quello alla tutela dei dati personali. Per Colapietro la diffusione e pervasività dei motori di ricerca pone “il problema serio dell’indicizzazione, che vanifica di fatto il diritto all’oblio”. È quindi necessario che il legislatore si faccia carico di “una revisione complessiva degli obblighi di pubblicazione”, senza delegare il compito di dirimere le controversie alla magistratura, “intervenendo in particolare sull’accesso civico generalizzato”, anche perché “le eccedenze di pubblicità possono diventare opacità”.

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