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15 ottobre 2018

Punti di forza e criticità dell’attività Inail al centro del seminario del Civ con i Co.co.pro.

Le tre giornate organizzate a Firenze dal Consiglio di indirizzo e vigilanza hanno coinvolto dirigenti dell’Istituto e rappresentanti dei Comitati consultivi provinciali in un confronto costruttivo su alcune tra le tematiche più significative. Il presidente Giovanni Luciano: “Iniziativa utile da replicare su tutto il territorio nazionale”

Punti di forza e criticità dell’attività Inail al centro del seminario del Civ con i Co.co.pro.

Punti di forza e criticità dell’attività Inail al centro del seminario del Civ con i Co.co.pro.

FIRENZE - Dalla comunicazione al reinserimento lavorativo, dalla ricerca agli incentivi del bando Isi per la sicurezza nelle imprese, fino al piano degli investimenti, criticità e punti di forza dell’attività dell’Inail sono stati approfonditi nel corso di “Civ Incontra”, l’iniziativa articolata in tre giornate seminariali organizzata a Firenze, dall’8 al 10 ottobre, dal Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Istituto. Ne è nato un confronto costruttivo che ha coinvolto dirigenti Inail, consiglieri Civ e rappresentanti dei Comitati consultivi provinciali (Co.co.pro.), gli organismi espressione delle parti sociali che operano da punto di raccordo tra il Civ e il territorio. 
 
Luciano: “Un’occasione per incoraggiare la partecipazione e la conoscenza dei processi”. Lo ha sottolineato anche il presidente del Civ, Giovanni Luciano, tirando le conclusioni del tradizionale evento annuale di studio e approfondimento, il primo della sesta consiliatura, alla presenza del direttore generale dell’Inail, Giuseppe Lucibello. “Queste tre giornate seminariali – ha detto Luciano – si sono rivelate molto utili e interessanti, tanto che sarebbe auspicabile organizzare iniziative simili più spesso, su tutto il territorio nazionale. Il confronto tra noi e con i dirigenti dell’Istituto, infatti, può stimolare la curiosità, incoraggiare la partecipazione e accrescere la nostra conoscenza dei processi”.
 
Paura: “La comunicazione tra emergenze e social network”. La prima delle cinque sessioni di lavoro, ospitate presso il Centro Studium di Fiesole, ha puntato i riflettori sulle attività di comunicazione dell’Inail, prendendo spunto dai gravi incidenti avvenuti nel mese di agosto. L’approccio dell’Istituto alla comunicazione in casi di emergenza, ha osservato il direttore centrale Pianificazione e Comunicazione, Giovanni Paura, parte dalla necessità di “garantire il presidio delle istituzioni, di rassicurare attraverso una presenza anche dichiarata rispetto a fatti che hanno sconvolto l’opinione pubblica”, in un contesto caratterizzato da “una crisi delle istituzioni, vera o percepita” e da rapporti non sempre semplici coi media. In molti casi di infortunio, ha osservato a questo proposito Luciano, continuano a essere imputate all’Istituto “responsabilità che non ha”, perché esulano dalle sue competenze specifiche. Positivo invece il rapporto con i social – in particolare Facebook, Twitter e YouTube – definiti da Paura “un elemento determinante per una veicolazione immediata delle informazioni”, che l’Inail utilizza da tempo “come strumento innovativo proprio per l’assolvimento dei suoi compiti istituzionali di formazione e informazione a fini di prevenzione”.
 
Per il reinserimento lavorativo numeri bassi rispetto alle potenzialità. Sul fronte del reinserimento lavorativo delle persone con disabilità da lavoro, al centro delle riflessioni della seconda sessione, restano ampi margini di miglioramento. Al 30 giugno scorso, infatti, in Italia i casi di reinserimento per i quali c’è il consenso dei lavoratori e dei datori di lavoro – che l’Inail sostiene con risorse a fondo perduto (20 milioni nel 2018) per l’abbattimento delle barriere architettoniche, l’adeguamento delle postazioni e interventi di formazione – erano solo 35: otto realizzati e 29 in fase di istruttoria. “I numeri sono decisamente bassi rispetto alla potenzialità dello strumento e alle risorse stanziate dall’Istituto”, ha commentato la presidente della Commissione Politiche previdenziali del Civ, Barbara Gatto.
 
Gatto: “È un’opportunità ancora poco conosciuta”. A essere d’ostacolo, per Gatto, sono alcune criticità legate “alla mancata conoscenza dell’opportunità da parte dei soggetti coinvolti, alla scarsa percezione del valore aggiunto di questo strumento, a iter procedurali troppo lunghi e complicati, anche in casi di interventi semplici e di basso costo, che spesso portano il datore di lavoro a effettuare gli interventi direttamente, senza il coinvolgimento dell’Istituto”. Questi problemi, ha precisato Gatto, si sommano alla “necessità di dover sostenere l’onere della retribuzione del lavoratore nel periodo compreso tra la ripresa al lavoro e la realizzazione degli interventi, pur in presenza di una limitata prestazione lavorativa, o, in caso di nuova assunzione, tra l’assunzione e l’effettivo inizio dell’attività a seguito degli accomodamenti”.
 
Una proposta per superare i limiti attuali. Una proposta normativa illustrata da Stefano Putti, della Direzione centrale prestazioni socio-sanitarie, prevede proprio “la possibilità di rimborsare al datore di lavoro il 60% della retribuzione corrisposta al lavoratore nel periodo intercorrente tra la sua manifestazione di disponibilità e la realizzazione degli interventi per il reinserimento in azienda” e di finanziare con risorse Inail “l’assegno di ricollocazione per le persone con disabilità da lavoro in cerca di occupazione”. La stessa proposta prevede anche che a presentare progetti di formazione e informazione in materia di reinserimento finanziati dall’Istituto possano essere parti sociali, patronati, enti bilaterali e associazioni senza scopo di lucro.
 
La ricerca come strumento per la prevenzione dei rischi nuovi ed emergenti. I profondi e rapidi cambiamenti del mondo del lavoro, sotto l’impatto sempre più pervasivo delle tecnologie che stanno trasformando le sue forme di organizzazione e i processi produttivi, hanno fatto da sfondo alla terza sessione seminariale dedicata all’attività di ricerca, su cui l’Inail sta puntando sempre di più come strumento per la prevenzione dei rischi nuovi ed emergenti. In cinque anni, infatti, i fondi destinati dall’Istituto alla ricerca sono aumentati di circa il 20%, dai 38,6 milioni del 2015 ai 46,4 milioni stanziati per il 2019. 
 
Aumentate le risorse destinate alle attività sperimentali. Nelle linee di mandato 2018-2021, il Civ ha sottolineato la necessità di dotare la ricerca Inail di “risorse umane e finanziarie in grado di garantire risultati sempre più verificabili sul piano dell’efficacia e della trasferibilità dei risultati per il miglioramento della prevenzione, al servizio delle aziende e dei lavoratori nell’ambito della salute e sicurezza sui posti di lavoro”. Ciò comporta, ha spiegato la consigliera Gaetana Pagano, “non poter prescindere dall’incremento della mole, quantitativa e qualitativa, delle funzioni di ricerca, con un’aumentata attenzione allo studio e alla prevenzione di nuove patologie e nuovi rischi, legati all’invecchiamento della popolazione attiva, alla flessibilità e discontinuità del lavoro e alle sue nuove forme di organizzazione, come smart working e crowd working”. Questa attenzione è testimoniata anche “dall’aumento del 5% previsto dalle linee di mandato per i finanziamenti destinati alla ricerca sperimentale”.
 
Un network di collaborazioni con il mondo accademico e scientifico. Per l’Inail una delle novità principali degli ultimi anni è rappresentata dall’apertura alla collaborazione con partner di eccellenza del mondo accademico e scientifico. In luglio è stato pubblicato il nuovo bando Bric 2018, per l’affidamento di ricerche in collaborazione negli ambiti del reinserimento lavorativo, della tutela assicurativa e della prevenzione, suddivisi in 12 tematiche alle quali corrispondono finanziamenti compresi tra 100 e 500mila euro. “Anche il recente bando del Ministero dello Sviluppo economico per l’istituzione di ‘competence center’ volti a fornire alle aziende un sostegno per il trasferimento tecnologico e l’innovazione, in attuazione del piano nazionale Industria 4.0 – ha sottolineato Alessandra Assogna, direttore vicario della direzione centrale Ricerca – vede l’Inail coinvolto sul tema della salute e sicurezza sul lavoro in tre delle otto proposte ammesse alla fase di negoziazione, realizzate con Politecnico di Milano, Sant’Anna di Pisa e Sapienza Università di Roma”.
 
I bandi Isi per il sostegno alle aziende che investono in sicurezza. La prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali passa anche attraverso il sostegno economico alle aziende che vogliono investire in sicurezza. Una delle due leve finanziarie utilizzate dall’Inail a questo scopo è rappresentata dai bandi Isi, attraverso i quali dal 2010 sono stati stanziati complessivamente oltre 1,8 miliardi di euro a fondo perduto. I progetti ammessi al finanziamento del bando 2017 sono 3.521, pari al 21% delle 16.620 domande presentate nel “click day” di giugno per la distribuzione dei fondi, assegnati fino a esaurimento secondo l’ordine cronologico di arrivo.
 
Rotoli: “Iniziativa che non ha eguali in Italia e in Europa”. “Il divario tra il numero delle domande presentate e quello dei progetti ammessi al finanziamento – ha spiegato il direttore centrale Prevenzione, Ester Rotoli, intervenendo alla quarta sessione del seminario Civ – si spiega con il fatto che il bando Isi è l’unico a livello nazionale a concedere finanziamenti in conto capitale, un’iniziativa ormai strutturale che non ha eguali neppure in Europa”. Un bando come questo, ha aggiunto Rotoli, “richiede mille adempimenti, ma stiamo cercando di semplificare il più possibile la procedura. La distribuzione dei fondi in più assi di finanziamento, per esempio, aiuta le aziende a individuare gli interventi per cui richiedere gli incentivi, riducendo il numero delle domande respinte”.
 
Orlandi: “Per la prima volta recuperate le risorse non assegnate nel click day”. “Con l’ultimo bando Isi – ha spiegato la consigliera Civ Barbara Orlandi – per la prima volta è stato attuato un meccanismo di redistribuzione delle risorse economiche stanziate ma non assegnate al termine del ‘click day’. Ciò ha consentito a un numero maggiore di imprese di poter superare la fase del ‘click day’, grazie all’ampliamento del budget per le regioni che lo avevano esaurito”. È stato inoltre previsto “il recupero delle somme relative a domande non confermate per mancata consegna della documentazione da parte delle aziende nel termine di 30 giorni previsto dal bando. I fondi recuperati in questo modo sono assegnati alle imprese collocate nelle posizioni immediatamente successive negli elenchi cronologici provvisori”.
 
Benedetti: “Bisogna puntare alla corrispondenza tra domanda e progetto”. Per Fabrizio Benedetti, coordinatore generale della Contarp, la consulenza tecnica Inail per l’accertamento dei rischi e la prevenzione, “per velocizzare la procedura e ridurre il numero dei dinieghi nella fase di valutazione della documentazione presentata bisogna continuare a perseguire la strada della corrispondenza tra i dati inseriti nella domanda e il progetto presentato dopo il ‘click day’. A questo scopo nell’ultimo bando Isi sono stati inseriti 23 modelli di perizia giurata per ogni tipologia di intervento, contenenti campi più specifici per la descrizione della situazione ante operam, da confrontare con quella post operam. Con il bando 2018 puntiamo invece a consentire la compilazione della perizia giurata direttamente online”.
 
Albini: “Patrimonio immobiliare da valorizzare”. Il dibattito della quinta sessione di lavori, che ha chiuso la tre giorni di Firenze, ha affrontato il tema del piano degli investimenti Inail, che secondo Pierangelo Albini, che presiede la Commissione Politiche Bilancio e Patrimonio del Civ, “deve essere rimodulato, in modo da liberare risorse aggiuntive da destinare ad altre attività”. Per Albini serve anche “un alleggerimento del quadro normativo in materia di investimenti immobiliari e deve essere aumentata la propensione dell’Istituto alla ‘concretizzazione’ delle iniziative in essere, valorizzando il patrimonio immobiliare esistente per incrementarne la redditività”.
 
Gasperini: “Si poteva fare di più, ma molto è stato fatto”. Riassumendo le iniziative promosse dall’Istituto dopo la fase delle cartolarizzazioni, il direttore centrale Patrimonio, Carlo Gasperini, ha spiegato che “si poteva fare di più, ma molto è stato fatto”. L’asset più produttivo “è stato quello degli investimenti in immobili da concedere in locazione alla pubblica amministrazione, perché nella maggioranza dei casi riguardava fabbricati già pronti per essere utilizzati, che danno una redditività immediata”. Per gli investimenti “a sviluppo”, che prevedono cioè prima la realizzazione dell’opera che successivamente viene concessa in locazione agli enti locali, “scontiamo anche i ritardi degli enti locali nella predisposizione dei progetti da realizzare, che riguardano l’edilizia scolastica, quella sanitaria e gli uffici pubblici. In quattro anni sono state acquisite tre scuole e altre 68 sono in istruttoria. Entro fine anno, inoltre, arriveranno i primi progetti per le scuole innovative, frutto del concorso di idee promosso dal Miur nel 2015”.