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26 settembre 2017

Strategie in cammino: presentato a Roma il Rapporto di fine Consiliatura del Civ

Al Tempio di Adriano un momento di bilancio e confronto, ma anche un ideale passaggio di testimone, a conclusione del mandato quadriennale del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inail. Il presidente Francesco Rampi: “Essenziale ridefinire le modalità di esercizio delle tutele per renderle adeguate ai cambiamenti del mondo del lavoro”

Strategie in cammino: presentato a Roma il Rapporto di fine Consiliatura del Civ

La presentazione del Rapporto di fine Consiliatura del Civ

ROMA - Un momento di bilancio e di confronto sul lavoro svolto ma anche un ideale passaggio di testimone nell’articolato cammino di sviluppo del “nuovo Inail”. Questo, in sintesi, il significato della presentazione del rapporto di fine Consiliatura del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inail che si è svolta oggi a Roma, presso la Sala del Tempio di Adriano.
 
La profonda trasformazione sociale dell’Istituto. “Le ultime due consiliature dell’Inail hanno costituito un unicum in termini elaborativi – ha affermato il presidente del Civ, Francesco Rampi – È stato, infatti, posto al centro degli indirizzi strategici il percorso di incorporazione di Ipsema e Ispesl e di innovazione dei compiti e delle relazioni che i mutamenti economici e sociali hanno richiesto”. L’Istituto è stato, così, al centro di un processo di profonda trasformazione sociale che lo ha visto, in primis, “ridefinire le modalità di esercizio delle tutele per renderle adeguate al mutato significato del lavoro”.
 
“Promuovere il benessere organizzativo e la tutela della salute nei luoghi di lavoro”. Si è trattato di “cambiamenti profondi – ha osservato Rampi – che hanno guidato i processi di innovazione di un ente a valenza nazionale che ha il compito, storicamente definito, di tutela nei casi di infortunio sul lavoro e malattia professionale e che, con il trascorrere degli anni, ha assunto quello, ben più impegnativo, di promuovere il benessere organizzativo nonché la prevenzione e la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”.
 
“Un’azienda a carattere sociale che ha messo al centro la persona”. Buon esempio di Pa “in cammino”, se sotto il profilo giuridico l’Inail è un ente pubblico non economico e autonomo, ha sottolineato il presidente del Civ, in termini funzionali è “un’azienda a carattere sociale che ha messo al centro la persona”. Un approccio di grande complessità strategica sul fronte dei servizi e delle prestazioni erogate, dove “occorre che l’Esecutivo garantisca la piena attuazione dei piani di investimento patrimoniale, in modo da permettere una reale pianificazione pluriennale e la coerenza con le finalità sociali”, ha detto Rampi in riferimento all’essenziale capitolo della redditività.
 
“Favorire il coinvolgimento delle parti sociali”. Il presidente del Civ si è soffermato anche sul tema dell’innovazione della governance, attualmente all’esame del Parlamento, che dovrà “superare la fase dell’uomo solo al comando”, che ha portato a “un eccessivo accentramento di potere e all’erronea cancellazione di forme di controbilanciamento” e favorire un ritorno alla collegialità delle decisioni, indicando “possibili soluzioni agli elementi di criticità emersi nel corso delle cinque consiliature”. Per Rampi è necessario, in particolare, “rendere effettiva la funzione di vigilanza del Civ, arricchire i temi di sua competenza in relazione ai mutati ruoli e compiti dell’Istituto, e consolidare il sistema dei Comitati territoriali Inail, sede di coinvolgimento delle parti sociali per l’analisi dei bisogni, formalizzando la loro partecipazione alla costruzione delle linee di indirizzo strategico”.
 
“Le competenze professionali vero patrimonio dell’ente”. Un altro nodo da sciogliere nella pubblica amministrazione è quello legato “ai blocchi del turn over, alle limitazioni nello sviluppo professionale e di carriera, e ai livelli retributivi del personale”. Per un’organizzazione come l’Inail, che pone al centro la persona, infatti, “il patrimonio più significativo è rappresentato dalle professionalità e dagli aspetti motivazionali e identitari delle persone che vi lavorano”, che hanno permesso di garantire “funzionalità, qualità e tempestività delle risposte” anche in una fase caratterizzata da una riduzione degli organici. Nella definizione del fabbisogno, nel reclutamento del personale e nella definizione dei piani formativi, ha aggiunto il presidente del Civ, “occorre inoltre farsi carico della necessità di diversificare le professionalità dell’Istituto”.
 
“Serve una manutenzione straordinaria del Testo unico del 1965”. Rampi ha sottolineato anche la necessità di una “manutenzione straordinaria” che adegui ai mutamenti sociali il Testo unico del 1965 per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, garantendo “coerenza tra le trasformazioni del mondo del lavoro e le norme sull’assicurabilità”, ma si è detto contrario a una riforma radicale. Il modello di riferimento del presidente del Civ è quello tedesco, che “garantisce universalità di tutele a chiunque lavori, a prescindere dal tipo di rapporto contrattuale, oltre che a chi svolge attività assimilabili al lavoro”. A questo proposito, Rampi ha ricordato che in questi anni, caratterizzati dall’incorporazione di Ispesl e Ipsema, dall’attribuzione di nuove competenze in tema di reinserimento lavorativo e dall’istituzione presso l’Inail del Fondo per le vittime dell’amianto, “la mappa delle tutele si è andata ampliando e meglio definendo”.
 
“Cultura della prevenzione e investimenti a sostegno dell’innovazione”. In riferimento al futuro impegno della sesta Consiliatura, il presidente del Civ ha spiegato che “la cultura della prevenzione e gli investimenti a sostegno dell’innovazione e della qualità del lavoro sono la chiave per favorire un trend decrescente degli infortuni, delle malattie professionali e delle morti di origine professionale”. Un trend, ha aggiunto, che “nella ripresa economica che il 2017, seppure ancora timidamente, ci presenta si è interrotto. La qualità della ripresa sembra portare con sé elementi non sempre di qualità dell’organizzazione del lavoro e forse i cambiamenti del mercato del lavoro e l’allungamento dell’età anagrafica delle persone in attività possono essere tra le cause di questo rallentamento. Ciò impone un impegno ancora maggiore rispetto al percorso di formazione alla prevenzione, in particolare tra i giovani”.
 
Presenti autorevoli esponenti di governo e istituzioni. Dopo Rampi sono intervenuti il presidente dell’Inail, Massimo De Felice, il direttore generale, Giuseppe Lucibello, e autorevoli esponenti di governo e istituzioni: Giuliano Poletti, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maurizio Sacconi, presidente della 11esima Commissione “Lavoro e previdenza sociale” del Senato, e Cesare Damiano, presidente della Commissione “Lavoro pubblico e privato” della Camera dei deputati. Nel corso della mattinata sono stati trasmessi anche i videomessaggi di saluto di Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Valeria Fedeli, ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, e Paola De Micheli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
 
Giovani: “Il Civ luogo di sintesi e confronto tra le parti sociali”. Nell’intervento di chiusura dei lavori il vicepresidente del Civ, Riccardo Giovani, ha spiegato che “l’esperienza delle ultime due Consiliature del Civ va senz’altro rafforzata. Come parti sociali, infatti, abbiamo dimostrato di essere in grado di avere una dialettica costruttiva, facendo del Consiglio di indirizzo e vigilanza un luogo di sintesi, non di conflitti. L’augurio al nuovo Civ è di avere la nostra stessa capacità di confronto”.