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07 giugno 2017

L’agricoltura comparto a due velocità, tra forte innovazione e fenomeni di irregolarità e sfruttamento

Nel centenario dell’introduzione nell’ordinamento italiano della tutela dei lavoratori del settore, al centro di un nuovo Quaderno monografico della Rivista degli Infortuni e delle Malattie Professionali, l’auditorium della Direzione generale Inail ha ospitato un convegno dedicato alle nuove sfide per la sicurezza, la competitività e la sostenibilità

L’agricoltura comparto a due velocità, tra forte innovazione e fenomeni di irregolarità e sfruttamento

Cento anni di tutela del lavoro agricolo

ROMA - L’agricoltura italiana è un comparto a due velocità. A una forte spinta verso l’innovazione, resa possibile dalla meccanizzazione dei processi produttivi e dalla digitalizzazione delle procedure di monitoraggio delle filiere, fa infatti da contraltare il perdurare di situazioni di irregolarità e sfruttamento dei lavoratori di un settore che resta tra quelli più a rischio dal punto di vista infortunistico e che deve anche fare i conti con rischi nuovi ed emergenti. Questo, in sintesi, lo scenario descritto dal convegno organizzato ieri mattina presso l’auditorium della Direzione generale Inail di piazzale Pastore, a Roma, in vista del centenario della tutela obbligatoria del lavoro agricolo – introdotta nell’ordinamento italiano con il decreto-legge luogotenenziale n. 1450 del 23 agosto 1917 – cui la Rivista degli Infortuni e delle Malattie Professionali ha dedicato un nuovo Quaderno monografico.

De Felice: “Un panorama interessante ma anche problematico”. Il Quaderno, articolato in 28 contributi, affronta una grande varietà di temi: itinerari storici, commenti a testi giuridici, analisi statistiche, valutazioni delle politiche di prevenzione e incentivo, analisi di situazioni territoriali, esiti di ricerche specifiche e originali sull’utilizzo delle macchine, delle sostanze chimiche e degli agenti biologici, sul rischio percepito e sul ruolo dei lavoratori immigrati. Come sottolineato dal presidente dell’Inail, Massimo De Felice, nell’intervento che ha aperto i lavori del convegno, “abbiamo di fronte un panorama molto interessante dal punto di vista tecnico, ma anche problematico. La lettura del Quaderno sollecita molti approfondimenti trasversali sui vari temi e ha la potenzialità di suggerire completamenti delle analisi già svolte”.

Rampi: “Il ritardo iniziale si è trasformato in sorpasso”. “La tutela del lavoro agricolo – ha osservato Francesco Rampi, presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inail – è stata introdotta più tardi rispetto ai settori industriali, ma con garanzie più pesanti. Il ritardo iniziale si è trasformato in un sorpasso, perché il decreto del 1917, che ha riconosciuto l’automaticità delle prestazioni per i lavoratori infortunati, ha rappresentato il primo caso di normazione della flessibilità e dell’occasionalità del lavoro. Le tutele assicurate ai lavoratori agricoli, infatti, continuavano a essere garantite anche in presenza di una discontinuità dei tempi di lavoro. Per la prima volta, inoltre, vi fu un’apertura rispetto a soggetti che non erano lavoratori dipendenti, ma autonomi, familiari o minori. L’idea era quella di uno scambio di carattere sociale: da un lato la richiesta di flessibilità e dall’altro la fornitura di maggiori garanzie”.

Lucibello: “Necessaria un’anagrafica di settore”. Adesso, secondo Rampi, “è arrivato il momento di considerare la gestione agricoltura una gestione normale”. Si tratta, cioè, “come avviene per tutti gli altri comparti produttivi, di mettere in condizione l’Inail di conoscere, mentre oggi non lo è. Senza una conoscenza degli assicuranti e degli assicurati, infatti, è difficile disegnare delle strategie mirate”. Sul tema si è soffermato anche il direttore generale dell’Istituto, Giuseppe Lucibello, che ha ribadito “l’esigenza di costruire un’anagrafica dei lavoratori del settore agricolo, che oggi sono conosciuti dall’Istituto solo in forma mediata, attraverso la loro iscrizione all’Inps. È necessario, quindi, che i flussi che ci vengono trasmessi vengano elaborati rapidamente per permetterci di intervenire non solo quando si ha notizia di un infortunio o di una denuncia di malattia professionale, ma anche in modo preventivo, come avviene per gli altri settori produttivi”.

Martina: “Con il bando Isi Agricoltura un importante passo avanti”. In un videomessaggio proiettato nel corso del convegno, Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, ha sottolineato che “celebrare i 100 anni della gestione agricoltura fa impressione, perché la sua storia è la storia dell’evoluzione del nostro Paese, dei suoi cambiamenti, della sua capacità di uscire da una fase storica come quella da cui, appunto, ha mosso l’esperienza della gestione agricoltura e arrivare fino a oggi. In mezzo c’è la storia d’Italia con, in particolare, l’evoluzione del nostro modello agricolo. Sono grato all’Inail per tutto il lavoro che è stato fatto per garantire standard di qualità del lavoro in agricoltura, riconosciuti e apprezzati anche oltre i confini nazionali”. Il ministro ha ricordato anche “le ultime azioni che abbiamo condiviso, nello specifico il bando Isi Agricoltura 2016, che ha segnato un importante passo in avanti per il settore agricolo, con l’obiettivo di garantire sicurezza, sempre meglio e sempre di più, e di sviluppare, a partire dalle piccole e medie imprese, un avanzamento sul versante delle tecnologie e dell’innovazione al servizio della sicurezza sul lavoro”.

Incentivi a fondo perduto per le micro e piccole imprese. Grazie al bando Isi Agricoltura 2016 vengono messi a disposizione delle micro e piccole imprese del comparto 45 milioni di euro di incentivi a fondo perduto per l’acquisto o il noleggio con patto di acquisto di trattori agricoli o forestali o di macchine agricole e forestali, caratterizzati da soluzioni innovative per l’abbattimento delle emissioni inquinanti, la riduzione del rischio rumore, il miglioramento del rendimento e della sostenibilità globali delle aziende agricole. “Questo – ha precisato Lucibello – è un tentativo di conciliare la necessità di intervenire a sostegno dell’innovazione tecnologica con il miglioramento dei livelli di salute e sicurezza dei lavoratori. È una misura strutturale, che sarà riproposta anche nei prossimi anni, aperta ovviamente ai miglioramenti che si renderanno necessari”.

Benedetti: “Più di 600mila trattori privi di protezioni antiribaltamento”. Fabrizio Benedetti, coordinatore generale della Contarp, la Consulenza tecnica accertamento rischi e prevenzione dell’Istituto, dopo aver riassunto l’evoluzione normativa in tema di assicurazione e prevenzione in agricoltura – dal decreto del 1917 fino alla legge 199/2016 sul contrasto al lavoro irregolare e al caporalato – ha ricordato anche i numeri relativi all’andamento infortunistico, che confermano questo settore come uno dei più a rischio. Nel 2015, in particolare, le denunce di infortunio in agricoltura sono state pari al 6% del totale, ma la stessa percentuale sale al 14% prendendo in considerazione i soli casi mortali. “I rischi maggiori – ha precisato a questo proposito il coordinatore della Contarp – sono legati all’utilizzo dei macchinari. La maggioranza dei casi mortali, in particolare, è imputabile al capovolgimento dei trattori. Circa 668mila mezzi, infatti, risultano essere sprovvisti di strutture di protezione in caso di ribaltamento, le cosiddette Rops, acronimo di Rollover protection structure”.

L’impegno dell’Istituto per normazione, formazione e ricerca. A Benedetti è toccato anche il compito di tracciare il quadro d’insieme delle iniziative che coinvolgono l’Inail sul fronte della salute e sicurezza in agricoltura. Oltre ai circa 68 milioni di euro di incentivi erogati alle imprese del settore attraverso i bandi Isi 2010-2015, al bando a graduatoria Fipit 2014, di cui hanno beneficiato circa duemila aziende per l’adeguamento di trattori e macchinari, e al nuovo bando Isi Agricoltura, l’Istituto supporta il legislatore nella normazione, come nel caso della revisione delle norme tecniche relative alle macchine agricole e forestali, ed è impegnato anche nell’attività di formazione e informazione degli addetti e nella ricerca sui rischi nuovi ed emergenti, sulla loro percezione, sulla sicurezza dei macchinari, sulle sostanze che possono essere utilizzate in alternativa ai pesticidi e sull’utilizzo dei lavoratori immigrati.         

De Camillis: “Con il protocollo anticaporalato rilanciato il tema del lavoro dignitoso”. Come sottolineato da Romolo De Camillis, direttore per la tutela delle condizioni di lavoro e delle relazioni industriali del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, per contrastare il fenomeno del caporalato, che colpisce soprattutto i lavoratori stranieri, nel maggio dello scorso anno insieme ai Ministeri dell’Interno e delle Politiche agricole, alimentari e forestali è stato promosso un protocollo sottoscritto dalle principali organizzazioni sindacali e datoriali del settore agricolo. “È stata un’iniziativa significativa – ha spiegato De Camillis – perché abbiamo voluto riportare al centro dell’azione del nostro Ministero la questione del lavoro dignitoso e di qualità”. Altri temi all’ordine del giorno sono quelli che riguardano l’agricoltura sociale – “la scelta cioè di considerare il lavoro agricolo anche come strumento di inclusione sociale, dandogli dignità all’interno del disegno di legge delega del terzo settore, che ormai va a compimento dopo quasi un anno dalla sua adozione” – e il decreto che dovrebbe essere adottato nei prossimi mesi per aggiornare il quadro delle semplificazioni delle attrezzature e della valutazione dei rischi nel settore agricolo. “È un compito difficile, che non sottovalutiamo – ha aggiunto De Camillis – perché il settore agricolo, come emerge anche dai dati pubblicati nel Quaderno monografico, si caratterizza per un’estrema varietà di fattori di rischio”.

I rischi dei prodotti fitosanitari e la strategia Agrifood 4.0. Nel corso del convegno Paolo Balsari, professore ordinario del Dipartimento di Scienze agrarie, forestali e alimentari dell’Università di Torino, ha descritto quelli legati all’utilizzo dei prodotti fitosanitari in agricoltura, che può avere ricadute negative sulla salute degli operatori, ma anche sull’ambiente e sulla popolazione in generale. I rischi possono derivare dall’esecuzione errata delle procedure, dall’assenza di dispositivi di protezione individuale o dall’utilizzo di mezzi agricoli senza cabina, e riguardano tutte le fasi della lavorazione: prima, durante e dopo la distribuzione dei pesticidi. Una risposta a questo tipo di pericoli può essere rappresentata dall’innovazione tecnologica del settore, uno dei pilastri della strategia Agrifood 4.0, che rientra nel piano Industria 4.0 lanciato dal governo lo scorso autunno. Le sue caratteristiche principali sono state illustrate da Paolo Bonaretti, direttore generale di Aster, consorzio della regione Emilia Romagna per l’innovazione e la ricerca industriale, e consigliere per le politiche industriali e l'innovazione presso il Ministero per lo Sviluppo economico: agricoltura di precisione, tracciabilità, autenticità e integrità di filiera, tecnologie 4.0 per macchine, impianti alimentari e logistica, fino allo sviluppo di applicazioni basate sulle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, in grado di incidere in misura significativa sui processi produttivi e sui modelli di business delle imprese agricole e agroindustriali.

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