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02 febbraio 2017

Intervista a Joachim Breuer, nuovo presidente dell’ISSA

Al World Social Security Forum, tenutosi a Panama City nel novembre 2016, eletto il 16° Presidente dell’ISSA, il tedesco Joachim Breuer. Già direttore generale della DGUV, Ente tedesco di assicurazione infortuni sul lavoro, Breuer succede all’olandese Errol Frank Stoové

Intervista a Joachim Breuer, nuovo presidente dell’ISSA

Joachim Breuer

Potenziare lo scambio di conoscenze e competenze tra gli Istituti di sicurezza sociale, aumentare la membership Issa, affrontare le sfide poste dalla trasformazione digitale, questi i principali obiettivi del neo presidente dell’Issa Joachim Breuer intervistato da Inail.
 
Le priorità del nuovo Presidente. Durante la sua presidenza vorrebbe proseguire il lavoro di quanti lo hanno preceduto. “In questo senso – ha spiegato Breuer – intendo migliorare ulteriormente il Centro per l’Eccellenza ISSA. Prima e durante il Forum, molti Istituti membri hanno espresso l’esigenza di trovare modalità di trasferimento delle competenze che siano più efficaci sul terreno, ad esempio attraverso lo scambio di programmi, una pratica che richiede una lunga esposizione a nuove idee. E’ un’esperienza – ha proseguito – che ho fatto molte volte. Una soluzione ovvia sono gli stage o i programmi di scambio e una sfida sarà quella di ottenere i necessari finanziamenti per queste iniziative, soprattutto in ragione delle limitate risorse dell’ISSA. Comunque, sono fiducioso che riusciremo a individuare possibili fonti di finanziamento, come il Fondo G7 Vision Zero”.
 
Accrescere la base membri dell’ISSA. “Quaranta Paesi al mondo non sono ancora presenti nell’ISSA: vorrei cambiare questa situazione perché una forte base membri rende l’Associazione ancora più forte nei suoi rapporti con i governi e con le altre organizzazioni internazionali”. Non meno importante, per il neo presidente, dare maggiore voce all’Issa che rappresenta istituzionalmente la sicurezza sociale nel mondo e ha un ruolo fondamentale nel suo sviluppo. “Attualmente le idee e le politiche internazionali in materia di sicurezza sociale – ha spiegato – sono delineate prevalentemente da organizzazioni come la Banca Mondiale e il Fondo monetario internazionale. Non è scontato che questo stato delle cose debba continuare nello stesso modo”.
 
Nuove politiche di prevenzione per nuove forme di lavoro. Una sfida, forse la maggiore, è rappresentata non solo dalla semplice trasformazione digitale delle economie mondiali, ma in particolare, ha specificato Breuer “da quella dimensione che attiene allo sviluppo del crowdwork e del clickwork, in cui i lavoratori collaborano attraverso piattaforme online. Non è ancora ben chiaro come queste nuove forme di lavoro, la cosiddetta gig economy, influenzeranno le nostre idee tradizionali di sicurezza sociale, imperniate sulla figura del datore di lavoro in quanto responsabile sia della salute e della sicurezza sul lavoro che del pagamento dei contributi di sicurezza sociale. Non sappiamo – ha proseguito – quanti concetti verranno soppiantati dalla gig economy e se l’idea dell’imposta sul valore aggiunto che risolva il problema del finanziamento della sicurezza sociale sia perseguibile. Sappiamo che in quanto esperti di sicurezza sociale dovremmo smettere di restare al margine di questo processo e cominciare a farne parte promuovendo inclusione e giuste opportunità per tutti”.
 
Il Forum di Panama e le linee guida. Per Breuer molte Istituzioni di sicurezza sociale sono consapevoli della sfide sistemiche che dovranno affrontare nel prossimo futuro, ovvero la trasformazione digitale, gli effetti dei cambiamenti climatici e della scarsità di energia, il mutamento demografico. “Molti membri dell’ISSA – ha dichiarato il Presidente – stanno cercando strumenti per migliorare le loro procedure amministrative, ma anche idee per promuovere cambiamenti politici che contribuiscano a garantire la percorribilità nel tempo dei loro sistemi e la capacità di ridurre sofferenze, povertà e incertezza. Le linee guida dell’ISSA, parte essenziale del Centro per l’Eccellenza – ha concluso – sono un valido strumento per affrontare questi bisogni. In questo contesto anche le nuove forme di comunicazione offrono un potenziale notevole agli obiettivi. Anche se, non sono sufficienti. Uno degli aspetti affrontati nelle linee guida è l’esigenza di promozione della cultura della sicurezza sociale. Per riuscirci è importante integrare i programmi scolastici per far sì che i cittadini escano dalla scuola con un’adeguata conoscenza dei loro diritti e dei loro doveri in materia di sicurezza sociale”.