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24 febbraio 2017
Infor.MO azione centrale del Piano nazionale per la prevenzione 2014-2018
In un convegno presso la direzione generale dell’Inail presentati i risultati del progetto promosso insieme al Ministero della Salute per potenziare le capacità del sistema di sorveglianza nazionale degli infortuni mortali, sviluppando un repertorio delle principali criticità riscontrate nei luoghi di lavoro per individuare i fattori di rischio
Infor.MO azione centrale del Piano nazionale per la prevenzione 2014-2018
ROMA - L’Auditorium della direzione generale dell’Inail di piazzale Pastore, a Roma, mercoledì ha ospitato un convegno dedicato alla presentazione dei risultati del progetto finalizzato a potenziare le capacità di Infor.MO, il sistema di sorveglianza nazionale degli infortuni mortali, promosso dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ccm) del Ministero della Salute e sviluppato dal Dipartimento di medicina, epidemiologia e igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’Inail.
Lucibello: “Iniziativa utile per comprendere le cause e trovare soluzioni”. Obiettivi e risultati dell’iniziativa avviata nel 2015, in seguito a un’accordo di collaborazione tra Inail Ricerca e Ministero della Salute, come azione centrale a supporto del Piano nazionale per la prevenzione 2014-2018, sono stati illustrati nel corso della prima delle tre sessioni di lavoro, moderata da Edoardo Gambacciani, direttore centrale Ricerca dell’Istituto, e da Sergio Iavicoli, direttore del Dimeila. Ad aprirla è stato l’intervento del direttore generale dell’Inail, Giuseppe Lucibello, che ha sottolineato come “il sistema Infor.MO, con le implementazioni che abbiamo in atto e che trovano una risposta appropriata anche nel nostro piano di ricerca 2016-2018, possa diventare uno strumento sempre più analitico e utile per comprendere le cause e trovare soluzioni per la riduzione del numero degli infortuni, a partire da quelli più gravi”. Per Lucibello, “strumenti come Infor.MO rappresentano un momento di collaborazione tra tutti gli attori della prevenzione e l’Inail può fare da facilitatore in questo senso”.
Ampliata la rilevazione dei casi gravi e mortali. Nato allo scopo di rafforzare Infor.MO nell’approfondimento delle cause di infortunio, per migliorare l’efficacia degli interventi di prevenzione, il progetto ha visto la partecipazione delle Regioni operanti nel sistema di sorveglianza. In primis i servizi di prevenzione delle Asl, che insieme al Dimeila hanno contribuito ad ampliare la rilevazione degli infortuni gravi e mortali, a sviluppare un repertorio delle principali criticità riscontrate nei luoghi di lavoro per evidenziare fattori di rischio e soluzioni adottate, e ad attuare interventi mirati per supportare la capacità delle imprese di definire e realizzare misure di prevenzione.
“Fondamentale la sinergia tra Stato centrale, Regioni e Asl”. “Questo progetto – ha spiegato Lucibello – è la dimostrazione di quanto la sinergia tra gli enti dello Stato centrale, le Regioni e le Asl sia fondamentale per produrre risultati validi ed efficaci. Quelli presentati in questa occasione devono fungere da pungolo per proseguire su questa strada e comprendere che la battaglia contro gli infortuni potrà essere vinta solo se, tutti insieme, saremo consapevoli del nostro ruolo. Da parte del nostro Istituto non mancherà il sostegno di tipo strumentale, prevenzionale, assicurativo e di ricerca”.
Una morte su tre provocata dalla caduta dall’alto. Tra gli obiettivi del progetto figura, in particolare, l’implementazione di Infor.MO nella sorveglianza degli infortuni mortali e gravi, individuando i fattori di rischio sia nella fase pre-infortunio, attraverso la vigilanza dei servizi di prevenzione delle Asl, sia in quella post-infortunio, grazie alle inchieste condotte dagli stessi servizi. Dall’analisi dei dati presenti nell’archivio nazionale di Infor.MO – relativi a 305 infortuni mortali avvenuti nel 2012, ultimo anno per cui sono disponibili informazioni consolidate – la classe di età degli infortunati più rappresentata risulta essere quella tra i 45 e i 54 anni (31% dei casi), mentre con riferimento al luogo in cui è avvenuto l’infortunio i siti industriali (38%) precedono i cantieri di costruzione (25%) e i luoghi agricoli o forestali (22%). I settori produttivi più colpiti, anche per effetto del numero di addetti elevato, sono le costruzioni (33%), seguite da agricoltura (23%), industria dei metalli (9%) e trasporti (8%). Le principali modalità di accadimento degli infortuni sono la caduta dall’alto, con una percentuale pari al 33,1% che in edilizia arriva fino al 55%, la caduta di oggetti dall’alto (17%) e il veicolo che esce dal suo percorso e/o si ribalta (12,5%).
Analizzate le esperienze territoriali che coniugano assistenza e vigilanza. In linea con il Piano nazionale per la prevenzione, che prevede il miglioramento dell’efficacia delle attività di controllo anche tramite la promozione di un approccio proattivo, orientato al supporto al mondo del lavoro, l’attenzione è stata posta sulle modalità di progettazione e conduzione dei piani di prevenzione, analizzando le esperienze condotte da tempo nei territori che coniugano l’attività di promozione e assistenza con quella di vigilanza. Alcuni esempi di questi piani, che costituiscono modelli di riferimento dell’intervento sinergico tra i diversi soggetti istituzionali, sono stati approfonditi nel corso della seconda sessione dei lavori – moderata da Maria Giuseppina Lecce (Ministero della Salute) e Giuseppe Campo (Dimeila) – anche in un’ottica di valutazione dell’efficacia dell’attività di assistenza fornita alle imprese.
Gli strumenti premiali dell’Istituto. Il supporto alle aziende nella gestione della salute e sicurezza è stato ulteriormente approfondito nella terza e ultima sessione – moderata da Ester Rotoli, direttore centrale Prevenzione dell’Inail, e da Ester Cornaggia, rappresentante del Coordinamento tecnico interregionale per la prevenzione – attraverso la presentazione di alcune iniziative promosse in ambito territoriale e nazionale. Tra queste anche gli strumenti premiali dell’Inail: dagli incentivi dei bandi Isi, che finora hanno messo a disposizione del sistema produttivo più di 1,5 miliardi di euro a fondo perduto per contribuire alla realizzazione di progetti per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, alla riduzione del premio per attività di prevenzione, di cui beneficiano le imprese che effettuano interventi migliorativi delle condizioni di sicurezza rispetto agli obblighi di legge. “Gli interventi che consentono la riduzione del premio – ha precisato a questo proposito Agatino Cariola, direttore centrale Rapporto assicurativo, sono stati ricalibrati per tenere conto dei cambiamenti del fenomeno degli infortuni, che sono in calo, e delle malattie professionali, che hanno invece fatto registrare un incremento”.
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Pubblicazione
24/02/2017, 08:59
Ultimo aggiornamento
24/02/2017, 08:59
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