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07 luglio 2016

Tutela dei lavoratori agricoli nelle serre: più prevenzione grazie alla ricerca dell’Inail

In un seminario a Lamezia Terme illustrato un bilancio del progetto che ha visto l’Istituto coinvolgere numerose aziende della Calabria in un’intensa attività di analisi e campionamenti in relazione all’uso dei pesticidi. Iavicoli, direttore DiMEILA: “La collaborazione col mondo produttivo il canale più efficace per garantire migliori condizioni di salute a operatori e consumatori”

Tutela dei lavoratori agricoli nelle serre: più prevenzione grazie alla ricerca dell’Inail

Lavoratori agricoli nelle serre

LAMEZIA TERME – “La collaborazione tra l’Inail, le istituzioni e il mondo produttivo è il canale più efficace per garantire migliori condizioni di lavoro agli operatori ed ai consumatori, col risultato finale di favorire anche le aziende stesse”. Così Sergio Iavicoli, direttore del dipartimento Medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (DiMEILA) di Inail, ha aperto il convegno nazionale recentemente svolto a Lamezia Terme e dedicato al tema della ricerca prevenzionale per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori agricoli nelle serre. Alla giornata di studio hanno partecipato oltre 150 professionisti tra medici, tecnici della prevenzione, agronomi, chimici, fisici, biologi e operatori del settore agricolo.

Per oltre due anni impegnati ricercatori, tecnici chimici, fisici e biologici. Nel corso dell’evento è stato illustrato il bilancio dell’importante progetto che ha visto l’Inail collaborare con numerose imprese in attività di analisi e campionamenti, secondo le linee indicate dal programma 2013 del Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie del ministero della Salute. Il progetto ha impegnato per oltre due anni ricercatori e tecnici chimici, fisici e biologici in una intensa campagna di studi dalla quale è emerso come l’utilizzo di pesticidi all’interno di ambienti totalmente o parzialmente chiusi – quali le serre – produca effetti diversi rispetto al loro impiego in campo aperto, con un livello di rischio maggiore legato ai tempi più lunghi di permanenza delle sostanze a causa della minore ventilazione.

Condotte analisi dettagliate sui fattori di rischio. Con riferimento al settore fisico è stata, inoltre, rilevata la presenza di uno stress termico maggiore per i lavoratori, determinato dal clima interno caldo-umido, mentre il fattore di rischio legato al rumore aumenta per effetto delle riflessioni sulla copertura. Nel corso del convegno si è fatto, inoltre, riferimento al delicato aspetto delle possibili conseguenze di natura oncologica. In questo ambito non sono emersi ancora precisi collegamenti tra l’uso di fitofarmaci e l’insorgere di malattie tumorali, anche se alcune evidenze, studiate nel corso degli anni, dovranno essere tenute sotto osservazione. In ogni caso – è stato rimarcato – l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale può in alcune situazioni diminuire notevolmente i rischi per la salute. Il lavoro dei ricercatori sul progetto ha poi aperto un ulteriore fronte legato all’assorbimento cutaneo delle sostanze, che rappresenta il nuovo orizzonte di analisi per i prossimi anni.