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21 luglio 2016

Sicurezza in piscina, online la nuova edizione del Quaderno dell’Inail

Il manuale, curato dal Dimeila, descrive sia gli adempimenti tecnico-normativi sia gli aspetti organizzativi e comportamentali, con l’obiettivo di informare lavoratori e utenti sui potenziali rischi derivanti dagli agenti fisici, chimici e microbiologici e ridurre il numero degli incidenti che avvengono nelle strutture natatorie

Sicurezza in piscina, online la nuova edizione del Quaderno dell’Inail

Sicurezza in piscina

ROMA - È online la nuova edizione del Quaderno “Le piscine” curata dal Dimeila, il Dipartimento di Medicina, Epidemiologia, Igiene del lavoro e ambientale dell’Inail. La pubblicazione si rivolge ai responsabili e agli utenti delle strutture natatorie e offre utili indicazioni sugli aspetti legislativi, sui requisiti igienico-ambientali e di sicurezza, sui rischi per la salute fino a occuparsi delle tecniche di primo soccorso nei casi di annegamento. Il volume fa parte della collana “Quaderni per la salute e la sicurezza”, che affronta tematiche rilevanti in tema di salute pubblica e rappresenta uno strumento di informazione, comunicazione e diffusione della cultura della sicurezza negli ambienti di vita.

Iavicoli: “È un tema di sanità pubblica che merita molta attenzione”. “Gli infortuni che avvengono in luoghi considerati al contempo di lavoro e di vita rappresentano senza dubbio una tematica di sanità pubblica che merita la massima attenzione – spiega nella premessa del Quaderno Sergio Iavicoli, direttore del Dimeila – Un esempio è rappresentato dagli impianti natatori, dove la salute e la sicurezza dei lavoratori e degli utenti si intrecciano nel contesto di attività ludiche, sportive, ricreative che richiedono particolare attenzione, non solo per il benessere ma anche per la prevenzione dei rischi, al fine di garantire la sicurezza di tutti i frequentatori”.

“Gli argomenti trattati con un linguaggio semplice e accessibile”. “L’esposizione degli argomenti, trattati con un linguaggio semplice e accessibile, è stata sviluppata allo scopo di informare un vasto pubblico sui potenziali rischi derivanti dagli agenti fisici, chimici e microbiologici, fornendo, nel contempo, elementi per il controllo e la prevenzione di tali rischi – prosegue Iavicoli – Per ridurre gli incidenti nelle strutture natatorie serve una maggiore informazione sulle fonti di pericolo, rivolta principalmente a genitori e persone di sorveglianza per educare i bambini a comportamenti sicuri e consapevoli”.

In Europa l’annegamento prima causa di morte tra uno e quattro anni. In piscina gli infortuni più frequenti sono dovuti a cadute e scivolamenti che possono causare lesioni dell’apparato scheletrico, quali fratture del cranio, del rachide, del bacino, al torace. Inoltre possono verificarsi fratture a carico degli arti superiori o inferiori, lesioni articolari o muscolo-tendinee. Stando ai dati dell’Istat, in Italia tra il 2003 e il 2012 si sono verificati oltre 2.500 casi di annegamento. Tra i fattori di rischio più frequenti la mancanza di barriere nelle piscine, la sorveglianza inadeguata, la scarsa abilità al nuoto e la poca consapevolezza dei pericoli. Il piano di prevenzione dell’Istituto superiore di sanità punta, nel triennio 2016-2018, a dimezzare la mortalità per annegamento nel nostro Paese e ad azzerare, in particolare, quella dei bambini. L’annegamento, infatti, in Europa è la prima causa di morte nella fascia di età tra uno e quattro anni.

Le tecniche di primo soccorso. L’ultimo capitolo del Quaderno dell’Inail è dedicato all’intervento in caso di annegamento. Se la vittima è cosciente basta tranquillizzarla, metterla in posizione semiseduta per facilitare la respirazione, aiutarla a espellere il liquido presente nelle vie aeree con dei colpetti sulla schiena e con movimenti circolari delle braccia, per aumentare l’espansione della gabbia toracica. Nel caso di tuffi in acque basse, la sospetta presenza di una frattura al rachide cervicale, che potrebbe provocare l’annegamento, richiede una grande attenzione nel rimuovere l’infortunato e l’intervento immediato di personale addestrato. Se l’infortunato ha perso coscienza, è necessario agire con la massima urgenza e chiamare idonei soccorsi, che devono essere prestati da personale opportunamente formato.

(fd)