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26 maggio 2016
Tecnologia, ricerca e servizi alla persona: il nuovo “Super Inail” al Forum PA
L’articolato percorso di riorganizzazione interna avviato dall’Istituto negli ultimi anni per la realizzazione del “Polo Salute e Sicurezza”, nel segno di una tutela dei lavoratori sempre più globale e integrata, è stato al centro di un incontro organizzato nell’ambito della 27esima edizione della mostra convegno dell’innovazione nella pubblica amministrazione
Tecnologia, ricerca e servizi alla persona: il nuovo “Super Inail” al Forum PA
ROMA - Il contrasto serrato al fenomeno degli infortuni sul lavoro e lo sforzo costante a favore della promozione di un sistema sempre più ampio di tutela globale e integrata. Un imponente piano di ricerca dai tratti innovativi e caratterizzato anche da importanti sinergie in campo protesico e riabilitativo. Un significativo processo di riorganizzazione interna, in particolare sul fronte della digitalizzazione avanzata di servizi e processi a favore dell’utenza. Sono questi, in estrema sintesi, alcuni dei tratti che caratterizzano il percorso avviato dall’Inail negli ultimi anni per la realizzazione, a seguito dell’incorporazione di Ispesl e Ipsema nel 2010, del “Polo Salute e Sicurezza”, un sistema di tutela globale capace di integrare cultura della sicurezza e della prevenzione, ricerca, assicurazione dai rischi e assistenza ai lavoratori per gli aspetti sanitari, di riabilitazione e reinserimento lavorativo.
Al Palazzo dei Congressi presentati i risultati raggiunti e gli obiettivi futuri. I risultati raggiunti e gli obiettivi futuri sono stati al centro di un incontro che si è svolto ieri mattina al Palazzo dei Congressi di Roma nell’ambito della 27esima edizione del Forum PA, mostra convegno dell’innovazione nella pubblica amministrazione. Il profilo di quello che già oggi si configura come una sorta di “Super Inail” – per usare la definizione coniata dal responsabile della direzione centrale Comunicazione e Pianificazione dell’Istituto, Giovanni Paura, che ha moderato l’evento – è stato tracciato attraverso gli interventi di quattro direttori centrali – Ester Rotoli (Prevenzione), Stefano Tomasini (Organizzazione digitale), Luigi Sorrentini (Prestazioni socio-sanitarie) e Carlo Biasco (Assistenza protesica e Riabilitazione) – integrati dal contributo di Stefano Amoroso, direttore Comunicazione e Relazioni esterne dell’Istituto italiano di tecnologia (IIT) di Genova.
Una rete di collaborazioni con partner istituzionali e stakeholder. Il filo conduttore di tutte le attività promosse dall’Inail, come sottolineato dallo stesso Paura nel suo intervento introduttivo, è la logica di rete che colloca l’Istituto al centro di un network di collaborazioni con partner istituzionali e stakeholder. È il caso, per esempio, della prevenzione “che si fonda – ha spiegato Rotoli – sulla sinergia tra i diversi attori della sicurezza”, fondamentale anche “per sostenere e accompagnare nel processo di valutazione dei rischi le piccole e medie imprese”, che rappresentano la realtà più diffusa nel sistema produttivo italiano e, in misura più contenuta ma comunque rilevante, anche nel contesto europeo.
L’accordo quadro con Ministero della Salute e Regioni. Tra le iniziative frutto della collaborazione con altri enti istituzionali, il direttore centrale Prevenzione ha ricordato i piani nazionali elaborati insieme al Ministero della Salute e alle Regioni, con cui l’Inail ha anche sottoscritto lo scorso 15 dicembre un accordo quadro di durata quinquennale che fissa diversi ambiziosi obiettivi, da raggiungere attraverso iniziative congiunte: dall’individuazione di percorsi per la prevenzione allo sviluppo e consolidamento di sistemi informativi/gestionali e di sorveglianza, dal supporto tecnico per la redazione e realizzazione dei piani nazionali di prevenzione, dei piani di settore e per il monitoraggio dei risultati ottenuti alle metodologie e gli strumenti per il miglioramento dei livelli di salute e sicurezza sul lavoro.
Con i bandi Isi 1,3 miliardi per la sicurezza nelle imprese. In quest’ultimo ambito rientrano “gli accordi con le associazioni di categoria per costruire linee guida ed elaborare buone prassi, gli strumenti di valutazione del rischio come la piattaforma Oira, per la valutazione interattiva dei rischi online da parte dei datori di lavoro, e la piattaforma Moodle per la formazione a distanza”. Un’altra leva importante sul fronte della prevenzione citata da Rotoli è rappresentata, inoltre, dagli incentivi erogati alle imprese attraverso i bandi Isi, Fipit e per il settore agricolo. Con i bandi Isi, in particolare, a partire dal 2010 l’Inail ha stanziato un ammontare complessivo di oltre un miliardo e trecento milioni di euro a fondo perduto a favore delle imprese che investono in sicurezza.
I numeri dell’Istituto. Sintetizzando le tappe del piano strategico dell’Istituto per la valorizzazione del personale e il ripensamento dell’organizzazione, contraddistinto da una forte enfasi sulla digitalizzazione e reso ancora più complesso dal blocco delle assunzioni, il responsabile della nuova direzione per l’Organizzazione digitale, Stefano Tomasini, ha citato alcuni numeri che inquadrano le dimensioni dell’attività dell’Inail: sono oltre tre milioni le aziende assicurate, cinque milioni le richieste di Durc, poco meno di 10mila le unità del personale, quattro miliardi le transazioni in un anno, e 106 milioni le visualizzazioni del portale web, che in marzo è stato completamente rinnovato per rispondere in modo sempre più puntuale e adeguato alle esigenze degli utenti.
Percorsi innovativi sui temi dell’IT governance e del procurement. Tomasini ha ricordato, inoltre, come l’Inail, accogliendo una sollecitazione dell’Agenzia per l’Italia digitale (Agid), abbia ripensato le proprie piattaforme infrastrutturali e applicative in un’ottica di servizio da rendere ad altre amministrazioni pubbliche. “Abbiamo pertanto ritenuto necessario – ha aggiunto – migliorare le nostre capacità di pianificazione e controllo, per governare le risorse e i progetti in modo finalizzato rispetto a quelli che sono gli obiettivi che l’Istituto si è dato nel tempo, andando anche a identificare percorsi innovativi sotto il profilo organizzativo e di implementazione sui temi dell’IT governance e del procurement”. In questo ambito, il progetto avviato dall’Inail nel 2013 per la realizzazione di un modello di IT vendor rating, finalizzato a definire e sperimentare un sistema innovativo e trasparente di valutazione della qualità delle forniture, “rappresenta un esempio particolarmente interessante, nel panorama della PA e non solo”.
Verso il piano strategico 2017/2019. Se il piano strategico 2014/2016 dell’Istituto “ha cercato di indirizzare le energie verso il raggiungimento degli obiettivi che l’Inail si era dato, tenendo conto del blocco delle risorse a disposizione”, per Tomasini “il passo successivo sarà quello di un piano strategico 2017/2019 che veda molto più integrate la componente organizzativa con quella tecnologica e le strutture istituzionali con il tema del digitale, che rappresenterà il percorso di evoluzione dell’Istituto nei prossimi anni”. Il digitale, ha precisato, “non è un tema di esclusiva competenza dell’IT, ma è pervasivo a tutta l’organizzazione. Tutte le strutture, infatti, devono essere consapevoli delle opportunità che il digitale ci offre sotto il profilo della valorizzazione del patrimonio dei dati”.
Passi avanti anche nello sviluppo delle politiche sanitarie. Altrettanto significative sono le novità illustrate nel corso del convegno da Luigi Sorrentini e Carlo Biasco, responsabili rispettivamente delle due nuove direzioni centrali Prestazioni socio-sanitarie e Assistenza protesica e Riabilitazione, create in seguito alla riorganizzazione dell’Inail. Dopo la stipula degli accordi con tutte le Regioni per l’erogazione delle prestazioni integrative assistenziali (Lia), il 2016 sta registrando infatti significativi passi avanti nella strategia di sviluppo delle politiche sanitarie. A cominciare dall’avvio dei lavori per la realizzazione del nuovo Centro di riabilitazione motoria di Volterra, che porrà grande attenzione alla rieducazione al gesto lavorativo per rispondere alle necessità degli infortunati, intervenendo con trattamenti di elevata qualità per il reinserimento nella vita lavorativa, familiare e sociale. Prossima è anche l’apertura dei nuovi padiglioni del Centro Protesi di Vigorso di Budrio – struttura all’avanguardia da più di mezzo secolo nella ricerca applicata su protesi, ortesi e ausili che nel 2015 ha assistito circa 13mila persone – e della sua nuova filiale di Lamezia Terme.
Le novità sul fronte della ricerca. Il nuovo piano delle attività di ricerca 2016/2018 vede l’Istituto operare sia nei campi più tipicamente strutturali e orientati alla riduzione degli infortuni e delle malattie professionali, sia in quelli di carattere più innovativo o sperimentale, come lo studio sui “nuovi rischi”, ovvero gli aspetti di pericolosità lavorativa non ancora sufficientemente indagati che hanno acquisito crescente rilevanza in tempi recenti, e quello sugli eventuali pericoli legati alle nanotecnologie e alle biotecnologie. Negli ultimi anni, però, anche la ricerca negli ambiti più tradizionali della protesica e della riabilitazione ha trovato nuova linfa grazie alla rete di collaborazioni che gravitano intorno al Centro Protesi di Vigorso di Budrio, coinvolgendo diversi partner di eccellenza.
La partnership all’avanguardia con l’IIT. Uno di questi partner è l’IIT, che affianca al suo laboratorio centrale di Genova una rete di 11 centri di ricerca su tutto il territorio nazionale e due outstation negli Stati Uniti, presso il Mit di Boston e l’Università di Harvard. Come spiegato da Stefano Amoroso, la collaborazione con l’Inail finora si è tradotta in tre progetti all’avanguardia nell’ambito della robotica riabilitativa e terapeutica: la realizzazione di un esoscheletro motorizzato per la deambulazione di persone con disabilità motoria da mielolesione, lo sviluppo di una mano robotica antropomorfa poliarticolata e polifunzionale, indossabile con semplicità sull’arto amputato, e la sperimentazione clinica presso il Centro di Volterra di Arbot (Ankle rehabilitation robot), una macchina che riunisce in un unico strumento le capacità manipolatorie del fisioterapista e l’abilità di un sistema hi-tech programmabile per la riabilitazione post traumatica della caviglia. Un nuovo accordo sottoscritto lo scorso marzo prevede, inoltre, iniziative congiunte tra i due enti per la ricerca e la cooperazione scientifica a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.
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Pubblicazione
26/05/2016, 10:38
Ultimo aggiornamento
26/05/2016, 10:38
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