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23 maggio 2016

Per una vita lavorativa sostenibile: lancio nazionale della Campagna europea Eu-Osha 2016/2017

All’Inail, Focal point per l’Italia dell’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro, l’evento ufficiale di lancio della campagna biennale finalizzata al sostegno di un invecchiamento attivo sul lavoro e al miglioramento della produttività aziendale

Per una vita lavorativa sostenibile: lancio nazionale della Campagna europea Eu-Osha 2016/2017

Un momento dell'evento di lancio nazionale della campagna Eu-Osha 2016/2017

ROMA – E’ dedicato al tema della promozione di una vita lavorativa sostenibile la nuova campagna biennale Eu-Osha 2016/2017 che, in Italia, ha preso il via lo scorso 19 maggio, a Roma, con  l’evento di lancio ufficiale organizzato dall’Inail – Focal point per l’Italia dell’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro – presso il Parlamentino della sede di via IV Novembre.

L’importanza della prevenzione nel corso dell’intera vita lavorativa. Obiettivi principali della campagna sono la promozione del lavoro sostenibile e dell’invecchiamento in buona salute e l’importanza della prevenzione nel corso dell’intera vita lavorativa, nonché il supporto ad imprese e lavoratori - in particolare quelli delle micro e pmi - fornendo loro le informazioni e gli strumenti adeguati per la gestione della sicurezza nel contesto dell’invecchiamento della forza lavoro. Tra le altre finalità primarie della strategia Eu-Osha, inoltre, anche agevolare lo scambio delle buone pratiche in questo settore.

De Felice: “La sicurezza fattore in grado di generare valore e competitività”. Ad aprire i lavori della mattinata è stato il presidente dell’Inail, Massimo De Felice. “Il messaggio più importante che dobbiamo dare è che la sicurezza non deve essere considerata come una sorta di ‘impegno marginale’, ma piuttosto va considerata come un autentico fattore in grado di generare valore e competitività - ha affermato - questo significa trasmettere il messaggio chiaro e forte che un’impresa sicura riduce i costi e che macchinari e processi innovativi, e quindi più sicuri, sono anche un volano di crescita e di efficienza”.

Un solido coordinamento nella promozione delle strategie di intervento. Essenziale - ha sottolineato De Felice - un solido coordinamento nella promozione delle strategie di intervento. “Bisogna mettere insieme tecniche di rilevazione dei fenomeni che siano ben coordinate tra i diversi attori che contribuiscono alla prevenzione e alla gestione della sicurezza - ha aggiunto - e mettere in atto analisi dei dati che siano realmente efficaci, utilizzando progetti di ricerca realmente finalizzati alla prevenzione”.

Rotoli “Un lavoro in rete basato sui principi di cooperazione, partecipazione e condivisione”. Sugli obiettivi della campagna e le iniziative che saranno messe in campo in questo biennio si è soffermata il direttore centrale Prevenzione Inail, Ester Rotoli, manager Focal Point Italia Eu-Osha. “Come già per le passate campagne faremo un lavoro di rete basato sui principi della cooperazione, della partecipazione e della condivisione – ha affermato – dove lo scambio e la diffusione di informazioni e di buone pratiche si qualificano come elementi di rilevanza strategica”.

“Un approccio olistico alla gestione dell’età negli ambienti di lavoro”. Dopo aver richiamato le precedenti iniziative svolte a livello comunitario, Rotoli ha spiegato analiticamente come un approccio olistico alla gestione dell’età negli ambienti di lavoro impatti su una molteplicità di fattori diversi quali l’ambiente, il contesto, la salute fisica e psicologica, la formazione e l’apprendimento permanente, la leadership del management, la partecipazione di tutte le parti coinvolte (dai responsabili delle risorse umane agli addetti alla SSL), le politiche per la promozione del benessere lavorativo.

“La sfida strategica della Silver Economy”. L’obiettivo, dunque, è giungere “a una valutazione dei rischi più inclusiva, legata all’età, al genere, alle forme di disabilità e alle capacità di lavoro, meno ancorata alla logica dell’adempimento normativo e più attenta alle reali competenze dei lavoratori e alle esigenze delle imprese”. Ciò comporterà – ha valutato Rotoli – un generale ‘ripensamento’ del luogo di lavoro e una ridefinizione e rotazione di mansioni e attività. E’ questo un terreno dove può utilmente svilupparsi la cosiddetta ‘Silver economy’, con un interessante bilanciamento tra sfide da affrontare e opportunità da cogliere, basata sulla crescita di un mercato di servizi specifici, su innovazioni tecnologiche e crescita occupazionale, su ritrovate competitività delle imprese e con una riduzione dei costi a carico degli Stati”.

De Camillis: “Per l’Italia è un’iniziativa di grande attualità”. Secondo Romolo de Camillis, responsabile della direzione generale della Tutela delle condizioni di lavoro e delle relazioni industriali del ministero del Lavoro e delle politiche sociali, “quella dell’invecchiamento della popolazione lavorativa è sicuramente una sfida significativa. I dati sull’occupazione, infatti, mostrano che in Italia tra il 2008 e il 2015 la quota di lavoratori di età compresa tra i 55 e i 64 anni è cresciuta di quasi il 14%”. L’iniziativa lanciata dall’Agenzia di Bilbao “per un Paese come il nostro è quindi di grande attualità, specie dopo le recenti riforme che hanno prolungato i tempi per l’accesso alla pensione per un numero rilevante di lavoratori, che devono perciò essere coinvolti e valorizzati”.

“Per vincere la sfida nelle Pmi serve il sostegno di tutti”. Per il rappresentante del ministero del Lavoro, però, “l’attenzione sul tema dell’age management, che è centrale per le nostre aziende, non può concentrarsi solo nei due anni di durata della campagna, ma deve restare nell’agenda politica anche successivamente, con un’attenzione rivolta specialmente alle piccole e medie imprese. La Commissione consultiva permanente, presieduta e ospitata dal nostro ministero, è certamente il luogo nel quale è possibile raccogliere con più capacità costruttiva le sensibilità e i punti di vista dei diversi soggetti coinvolti”.

Rantanen: “Ogni giorno in Europa l’età mediana aumenta di quattro ore”. La necessità di affrontare tempestivamente il tema dell’invecchiamento della popolazione lavorativa è emersa anche dall’intervento dell’ex presidente dell’International Commission on Occupational Health (Icoh), Jorma H. Rantanen, che ha messo a confronto i dati sul fenomeno relativi all’Unione Europea, all’Italia e alla Finlandia. “Ogni giorno in Europa l’età mediana aumenta di quattro ore – ha sottolineato – L’invecchiamento, quindi, è un fenomeno molto dinamico”.

Nel 2060 over 65 più di un lavoratore su tre. Se nel 2012 gli europei con più di 65 anni erano pari a un sesto della popolazione complessiva, nel 2060 gli over 65 saranno un terzo del totale. Di qui la necessità di “intervenire presto per affrontare i problemi legati all’invecchiamento”, ha spiegato Rantanen, indicando tra gli interventi possibili “la valutazione e il monitoraggio regolari dei rischi e la promozione di attività di prevenzione strutturale e primaria, come succede in Finlandia, per esempio”.
“Per conservare la capacità lavorativa esercizi regolari e formazione continua”. Per mantenere la capacità lavorativa dei dipendenti anziani, ha aggiunto l’ex presidente dell’Icoh, “sono opportuni esercizi regolari e il controllo del peso, per mantenere l’abilità fisica”, mentre la prevenzione dell’invecchiamento mentale passa attraverso “la partecipazione ad attività culturali e la formazione continua dei lavoratori”.

Marcaletti: “Con più longevità e meno nascite enormi pressioni”. La riflessione è proseguita con la relazione dedicata all’impatto socioeconomico dell’invecchiamento e all’occupabilità sostenibile del lavoratore anziano di Francesco Marcaletti, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che ha descritto alcuni scenari futuri, elaborati sulla base della formulazione di stime, che mostrano come “l’Europa, insieme ad altre aree del pianeta, subirà enormi pressioni derivanti dalla combinazione tra accresciuta longevità e calo dei tassi di natalità”. È dunque necessario capire “come rendere sostenibile l’occupabilità in età avanzata di una quota crescente della forza lavoro e come assicurare un adeguato ricambio generazionale”.

“Anche in Italia maggiore attenzione su questo tema”. Se da un lato “l’Ue da trent’anni a questa parte ha profuso, attraverso Eurofound, un impegno straordinario sul fronte della diffusione di pratiche per combattere le barriere poste dall’età nei luoghi di lavoro”, ha spiegato Marcaletti, anche “le organizzazioni di lavoro italiane hanno cominciato a dimostrarsi sempre più sensibili alla questione”. I risultati di un’indagine condotta tra il 2013 e il 2015 in una quindicina di organizzazioni pubbliche e private di medie e grandi dimensioni, attraverso la raccolta di oltre ottomila questionari individuali, hanno dimostrato che “la relazione tra lavoro svolto, età, anzianità lavorativa e percezione soggettiva della propria condizione in rapporto al trascorrere del tempo è particolarmente complessa”.

“Serve un cambiamento radicale nelle culture organizzative”. La sostenibilità del lavoro a tutte le età, e a maggiore ragione dopo i 60 anni, dipende in particolare dal lavoro svolto e peggiora nel passaggio da lavoro cognitivo a lavoro manuale e da lavori qualificati a lavori meno qualificati. “Ciò implica – ha sottolineato a questo proposito Marcaletti – la definizione di misure differenziate per categoria professionale, anche all’interno della stessa organizzazione di lavoro in cui convivono”. A prescindere dalla posizione lavorativa occupata, però, “a giocare un ruolo fondamentale nell’influenzare le percezioni individuali è la combinazione tra l’età e il trascorrere del tempo al lavoro. Ciò implica un cambiamento radicale nelle culture organizzative, in direzione dell’inclusività e del rendere sostenibile il lavoro a tutte le età”.

Lucibello: “Rendere più sostenibile il lavoro dei soggetti più anziani”. A tirare le conclusioni dell’evento di lancio della campagna dell’Eu-Osha è stato il direttore generale dell’Inail, Giuseppe Lucibello, che aprendo il suo intervento ha sottolineato proprio la necessità di “organizzare il lavoro tenendo conto di questi cambiamenti”, in uno scenario caratterizzato da “una forza lavoro che sta diventando sempre più anziana” e da “condizioni di vita che stanno migliorando”. Per Lucibello, infatti, di fronte a questo fenomeno “il compito di tutte le istituzioni dovrà essere quello di rendere sempre più produttiva, sostenibile e adeguata la vita lavorativa dei soggetti più anziani”.

“Le risorse per la flessibilità in uscita alle categorie più a rischio”. Riprendendo un passaggio dell’intervento del rappresentante del ministero del Lavoro, il direttore generale dell’Istituto ha spiegato che “tutto questo viene anche condizionato da una normativa previdenziale che ha prodotto un allungamento dell’età pensionabile, che rappresenta una delle sfide del confronto politico-sindacale del momento”, definendo “auspicabile” che le limitate risorse disponibili per finanziare l’uscita anticipata dal lavoro “siano circoscritte alle categorie di lavoratori sottoposte a una maggiore esposizione ai rischi lavorativi”.

L’omaggio del direttore generale ad Alessandro Barletta. Lucibello ha sottolineato, inoltre, che “alcuni di questi aspetti, legati al rapporto tra l’invecchiamento attivo, l’innovazione organizzativa e tecnologica, e i rischi che emergono da questo cambiamento sono presenti anche nel nuovo piano delle attività di ricerca dell’Inail, che è stato recentemente approvato”. Nel farlo il direttore generale dell’Istituto ha reso un omaggio commosso al responsabile della direzione centrale Ricerca, Alessandro Barletta, scomparso improvvisamente la scorsa settimana. “È stato un giovane e valoroso dirigente, amico e grande professionista, che ha dato un importante contributo all’elaborazione del nuovo piano della ricerca 2016/2018 - ha detto Lucibello – Il suo esempio e la sua disponibilità saranno la base del nostro lavoro e l’elemento fondante di ogni passaggio esecutivo delle attività previste dal piano”.