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06 maggio 2016
Coltiviamo sicurezza
Si è tenuto a Perugia, il 5 maggio, presso l’Istituto Agrario “Augusto Ciuffelli”, il convegno “Coltiviamo sicurezza. Prevenzione e innovazione in agricoltura” previsto nell’ambito delle iniziative di cui al Protocollo d’intesa siglato nel novembre 2015 tra Regione Umbria, Inail Umbria, Ente bilaterale per l’Agricoltura umbra (Erba) e i principali Istituti di Istruzione superiore Agraria del territorio regionale umbro con l’obiettivo di promuovere la sicurezza nel settore agricoltura.
Coltiviamo sicurezza
Il convegno, che ha visto il coinvolgimento di oltre cento partecipanti tra studenti degli Istituti agrari di Todi, Città di Castello e Sant’Anatolia di Narco oltre che di professionisti del settore, si è aperto con le testimonianze molto toccanti da parte di due assistiti disabili da lavoro Inail che hanno subito infortuni gravi in agricoltura e che grazie al loro forte carattere sono riusciti a ricostruire la proria esistenza, sia umanamente che professionalmente.
A seguire i saluti istituzionali da parte dei partner promotori dell’iniziativa.
Marcello Rinaldi, Dirigente scolastisco dell’Istituto agrario “Ciuffelli”, nel dare il benvenuto ai presenti, ha rimarcato il ruolo chiave che iniziative di sensibilizzazione come queste giocano nei confronti della lotta agli infortuni sul lavoro.
Fernanda Cecchini, Assessore regionale alle politiche agricole, ha tenuto a sottolineare come l’impegno della Regione Umbria sia quello di investire sulla formazione dei giovani per accrescere e radicare la cultura della prevenzione e della sicurezza in agricoltura che passa anche attraverso l’innovazione del settore. Fondamentale quindi affidarsi ai giovani studenti, futuri imprenditori e operatori del mondo agricolo, affinchè consolidino la consapevolezza dei rischi e adottino come stile di vita comportamenti corretti e sicuri.
Alessandra Ligi, Direttore regionale Inail Umbria, ha inizialmente rimarcato l’evoluzione subita dalla mission dell’Istituto in questi ultimi anni con il contestuale passaggio da Ente assicuratore a soggetto attivo nel sistema del welfare. Quattro i driver che orientano oggi le attività dell’Inail: prevenzione, assicurazione, riabilitazione e reinserimento lavorativo con la finalità di perseguire la tutela globale del lavoratore infortunato. Ha quindi illustrato l’andamento del fenomeno infortunistico caratterizzante il settore agricolo a livello regionale, contraddistinto da un calo degli infortuni sul lavoro, da una stabilità dei casi mortali e da un aumento delle malattie professionali. Ha concluso l’intervento illustrando quelli che sono i finanziamenti che l’Istituto concede al settore: dal bando “Fipit” del 2014 al bando “Isi agricoltura” di prossima emanazione e mirato a finanziare l’acquist e/o il noleggio di trattori e macchine agricole a basso livello di emissioni inquinanti e che comportano la riduzione del rischio da rumore.
La parola è passata quindi ai relatori “tecnici” previsti in scaletta. Questi in flash i messaggi lanciati.
Donato Rotundo, Direttore area sviluppo sostenibile ed innovazione di Confagricoltura nazionale, ha in prima battuta elencato quelli che secondo lui sono i principali problemi che allo stato affliggono il settore agricolo: la necessità di un miglioramento della sicurezza del parco macchine, l’esigenza di formazione/informazione nei confronti degli addetti ai lavori e gli eccessivi adempimenti buroratici ai quali sono soggetti le aziende agricole. Ha quindi illustrato l’attuale quadro normativo in materia di salute e sicurezza nel settore agricolo prima di rimarcare alcune leve strategiche da muovere per rendere virtuoso il tessuto produttivo: semplificazione del quadro normativo, incentivi alla sicurezza (plauso ai bandi Inail), sensibilizzazione e istruzione con il ruolo chiave giocato dagli enti bilaterali e dalla formazione professionale (cfp).
Elisabetta Pedrazzoli, del Dipartimento Agricoltura FlaiCgil in rappresentanza delle organizzazioni sindacali di categoria FlaiCgil/FaiCisl/UilaUil, ha invece sottolineato come il settore agricolo, pur in questi anni di forte crisi economica, abbia retto bene l’urto e questo grazie all’impegno ed alla professionalità degli operatori. Il lavoro “buono” si raggiunge se c’è il rispetto dei diritti, dei contratti e della tutela. Quanto alla lotta agli infortuni questa potrà risultare efficace se si punta sui seguenti tre aspetti: sulla contrattazione nazionale e su quella provinciale (competente su alcune specifiche tematiche quali le limitazioni dell’orario di lavoro, le attività pesanti e pericolose, la formazione, i dpi), sul ruolo giocato nel sistema sicurezza da parte dei rls/rlst che devono riuscire ad incidere nel processo di prevenzione dei rischi e nell’adozione delle misure di sicurezza concretizzato dai datori di lavoro ed infine sul contrasto al lavoro irregolare ed al caporalato (stimati a livello nazionale circa 400.000 lavoratori irregolari) tramite l’intensificarsi dell’attività ispettiva da parte dei soggetti preposti allo scopo.
Vincenzo Laurendi, Professionista della Direzione Centrale Ricerca Inail, ha effettuato un intervento incentrato sulla revisione delle macchine agricole e sull’obbligo di abilitazione all’uso. Ha quindi rimarcato come la principale causa di infortunio in agricoltura sia oggi collegata alla vetustà del parco macchine: su circa 1.800.000 trattori circolanti infatti almeno 750.000 non hanno in dotazione il telaio di protezione e circa 1.000.000 non hanno le cinture di sicurezza. Non a caso in Italia ogni anno si registrano tra le 120/130 morti all’anno causate proprio dal ribaltamento del trattore. Morti che potrebbero essere evitate con la semplice messa a norma di queste macchine.
Quanto all’aspetto dei controlli ha rimarcato come la lotta sostenuta dagli organi preposti sia purtroppo fortemente impari: se si considera infatti che le aziende agricole in Italia sono oltre 1 milione e che ogni anno vengono effettuati circa 10 mila controlli, si comprende subito come la probabilità per un’azienda di essere ispezionata sia pari ad 1 a 100 (1 volta ogni 100 anni) quando inceve un buon indice prevenzionale dovrebbe attestarsi su 1 a 5. Ha quindi rimarcato come sia imminente l’entrata in vigore dell’obbligo della revisione: il prossimo 30 giugno 2016 per i trattori, il prossimo 1 gennaio 2018 per le macchine agricole semoventi e per i rimorchi agricoli ed il prossimo 1 gennaio 2019 per le macchine operatrici. Tutto ciò contribuirà indubbiamente alla messa in sicurezza del settore. In conclusione di intervento ha rimarcato l’importanza della formazione per gli addetti del settore e degli studenti che si apprestano a lavorare in agricoltura e ciò deve avvenire attraverso percorsi strutturati e sistematici.
In chiusura di iniziativa l’intervento di Jacopo Gabriele Orlando, Project manager del Gruppo Aboca, che ha sottolineato come oggi occorra puntare sul connubio agricoltura-salute per una crescita qualitativa. L’impatto che le attività agricole hanno sull’ecosistema, sul benessere della popolazione e sullo sviluppo dei territori può rappresentare un problema o, all’opposto, una risorsa, a seconda del tipo di agricoltura che si pratichi. All’agricoltura odierna è richiesto di contrastare i cambiamenti climatici e il dissesto idrogeologico, di preservare la biodiversità animale e vegetale. Orientare la produzione agricola verso uno schema maggiormente sostenibile rappresenta una necessità pressante cui l’Unione europea fa esplicito riferimento, tanto che anche la PAC intende promuovere, almeno nelle intenzioni, la produzione di beni pubblici segnatamente a valenza ambientale e sociale. Individuare soluzioni atte a favorire produzioni a basso impatto ambientale può servire per avere il sostegno dell’opinione pubblica, vendere meglio i prodotti ed intensificare la collaborazione con altri settori produttivi come il turismo. Il biologico, a certe condizioni, rappresenta un metodo per perseguire la sostenibilità, ma non è l’unico: è possibile, infatti, pensare a coltivazioni non biologiche, ma ad impatto ridotto. In altri termini il problema non è l’uso di fitofarmaci, ma, spesso, come questi vengono impiegati.
L’iniziativa è stata accreditata dal Collegio dei periti agrari e periti agrari laureati dell’Umbria e dalla Federazione regionale dei dottori agronomi e forestali dell’Umbria e prevedeva il riconoscimento rispettivamente di n. 3 e n. 0.5 crediti formativi professionali.
ALLEGATI
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Pubblicazione
6/05/2016, 14:13
Ultimo aggiornamento
6/05/2016, 14:13
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