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16 aprile 2015
Realizzato il primo prototipo di mano artificiale di Inail e IIT. Sarà disponibile dal 2017
Presentato oggi, alla presenza dei ministri Poletti e Lorenzin, consente agli amputati di arto superiore il recupero della funzionalità complessiva. Una nuova start-up si occuperà della sua produzione e commercializzazione sia a livello nazionale che internazionale, puntando su competitività, tecnologia e design
Realizzato il primo prototipo di mano artificiale di Inail e IIT. Sarà disponibile dal 2017

ROMA - L’Inail e l’Istituto italiano di tecnologia di Genova hanno presentato questa mattina a Roma, presso il Parlamentino di via IV Novembre, il primo prototipo di mano artificiale antropomorfa poliarticolata e polifunzionale, derivata dalla tecnologia robotica dell’IIT e perfezionata grazie alle competenze tecniche del Centro Protesi Inail di Vigorso di Budrio.
Il dispositivo realizzato con la stampa in 3D. Sviluppata nell’ambito dell’accordo siglato tra l’Istituto e l’IIT nel dicembre 2013 per lo sviluppo di nuovi dispositivi protesici e riabilitativi avanzati, con investimenti congiunti complessivi pari a 11,5 milioni di euro, la nuova mano artificiale è stata realizzata in materiale plastico con alcune componenti metalliche, utilizzando la tecnologia di stampa in 3D. Robusta e leggera – pesa meno di 500 grammi – è estremamente flessibile, grazie all’ingegnerizzazione di un tendine artificiale che consente di riprodurre i movimenti naturali, e permette agli amputati di arto superiore il recupero della funzionalità complessiva. Indossabile con semplicità sull’arto amputato, senza operazioni invasive, il paziente la controlla attraverso due sensori che recuperano il segnale naturale dei muscoli residui. L’obiettivo è di ottenere un dispositivo altamente ergonomico e con consumi ottimizzati.
De Felice: “Dagli anni Sessanta seguito un percorso coerente”. ”Quella di oggi è un’occasione particolarmente speciale – ha sottolineato nell’intervento di apertura il presidente dell’Istituto, Massimo De Felice – che mostra come un ente semiautonomo entro lo Stato come l’Inail possa contribuire a portare nella politica sociale grande forza innovativa, dando il proprio apporto tecnico a progetti di ricerca all’avanguardia, rafforzando la sua tradizione in questo campo. Dalle prime protesi artigianali degli anni Sessanta, infatti, seguendo un itinerario coerente di forte partecipazione alle politiche riabilitative, siamo arrivati a soluzioni di altissima tecnologia”.
“È il frutto di una strategia basata su un sistema a rete”. Il prototipo di mano artificiale, ha spiegato De Felice, “è il primo risultato di una strategia altrettanto innovativa messa in atto dall’Inail, che parte dalla costruzione di un sistema a rete, per integrare l’esperienza clinica e riabilitativa del Cento Protesi di Vigorso di Budrio e del Centro di Riabilitazione Motoria di Volterra con progetti che si situano sulla frontiera della robotica ad alta tecnologia. L’integrazione tra processi di ricerca ed esperienza d’uso consente, infatti, di migliorare e abbreviare i percorsi di trasferimento tecnologico”. La strategia comprende anche l’innovazione gestionale rappresentata dal Regolamento dei brevetti dell’Istituto, che disciplina le modalità per la tutela dei diritti di proprietà intellettuale e dello sfruttamento industriale derivanti dalle invenzioni realizzate a seguito dell’attività di ricerca. “Lo scorso dicembre – ha precisato a questo proposito il presidente dell’Inail – il Regolamento è stato definito e approvato in una forma nuova, che l’accordo con l’IIT riconosce per primo”.
“Per l’Istituto un ruolo importante nell’innovazione”. “L’auspicio – ha aggiunto De Felice – è che l’Inail possa generare spinoff e partecipare a nuove imprese innovative attraverso delle start-up. Crediamo, infatti, che l’Istituto possa avere un ruolo importante in questo tipo di attività, che potrà essere rilevante per l’occupazione di giovani ricercatori, per il trasferimento efficace della tecnologia e per la rilevanza sociale delle realizzazioni. Se per farlo ci sarà bisogno di interventi normativi, confidiamo nell’aiuto dei ministeri vigilanti”.
Il primo paziente: “Sono tornato a pensare con due mani”. Durante la presentazione di questa mattina, alla quale hanno presenziato anche il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, e quello della Salute, Beatrice Lorenzin, Marco Zambelli, il primo paziente del Centro Protesi Inail che ha sperimentato la nuova mano, ha mostrato dal vivo le sue funzionalità e il buon livello di utilizzo che è riuscito a raggiungere dopo un primo periodo di addestramento, afferrando e impilando alcuni oggetti. “Ho subito l’amputazione del braccio destro a 15 anni, in seguito a un infortunio sul lavoro – ha spiegato – In tutti questi anni la protesi l’ho sempre considerata un corpo estraneo, ma questo nuovo tipo di tecnologie mi ha portato di nuovo a pensare con due mani”.
Galateri: “Fondamentale il lavoro di squadra”. Per il presidente dell’IIT, Gabriele Galateri di Genola, “il progetto promosso insieme all’Inail è il simbolo di quello che vogliamo fare: sviluppare innovazione e trasferirla sul mercato, con benefici per i pazienti, per il sistema del welfare e anche per il sistema industriale ed economico, attraverso la nascita di start-up”. Una volta conclusa la fase di sviluppo preclinico con i pazienti della struttura di Vigorso di Budrio, entro il 2017 la produzione e la commercializzazione della nuova mano artificiale saranno affidate proprio a una nuova start-up che sta nascendo in seno all’IIT, con l’obiettivo di valorizzare questa tecnologia sia sul mercato nazionale che su quello internazionale, a partire da Europa e Stati Uniti, grazie alla competitività dei costi, all’avanzato contenuto tecnologico e a un design unico nel suo genere. “In un mondo ipercompetitivo, l’innovazione può ridare slancio al nostro sistema industriale – ha aggiunto Galateri di Genola – L’innovazione, però, si fa insieme, facendo squadra, perché da soli non si va da nessuna parte. La collaborazione tra due realtà di eccellenza come l’IIT e il Centro Protesi Inail va esattamente in questa direzione”.
Il gruppo di lavoro composto da 20 persone. Il lavoro di squadra che ha portato alla realizzazione del primo prototipo di mano artificiale è stato guidato per l’IIT da Antonio Bicchi, Giorgio Grioli e Manuel Catalano e sviluppato verso il paziente grazie alla sinergia con Rinaldo Sacchetti, Emanuele Gruppioni e Simona Castellano per l’Inail. Il gruppo di lavoro ha visto il coinvolgimento diretto di una ventina fra ricercatori, sviluppatori dei laboratori IIT e personale tecnico e medico presso il Centro Protesi di Vigorso di Budrio. “Complessivamente, però, sono circa 300 le persone coinvolte – ha precisato il direttore scientifico dell’IIT, Roberto Cingolani – perché oltre al team che ha inventato la mano e all’eccezionale gruppo clinico dell’Inail, il progetto ha beneficiato del lavoro di ricerca di oltre 200 tra robotici e nanotecnologi”.
Cingolani: “Un progetto made in Italy all’avanguardia”. Il nuovo dispositivo protesico rientra nella più ampia strategia progettuale Rehab Technologies, che prevede lo studio di tecnologie che permettano all’uomo di migliorare la propria qualità della vita, eliminando le barriere derivanti da inabilità temporanee o permanenti. “Si tratta di un’iniziativa interamente made in Italy, che colloca il nostro Paese all’avanguardia nella robotica e ci consente di esportare tecnologia negli stessi Paesi in cui eravamo soliti acquistarla – ha sottolineato Cingolani – Ora bisogna cercare di non perdere il treno, come è già avvenuto in passato su altri versanti, perché oggi chi ha l’hardware in mano ha il pallino dell’economia: se noi facciamo automazione e robotica, in futuro tutto quello che sarà intelligenza artificiale e servizi associati ci verrà dietro”.
Nella fase di pre-industrializzazione anche altri due dispositivi. Gli altri due dispositivi frutto della collaborazione tra Inail e IIT attualmente in fase di pre-industrializzazione sono un esoscheletro motorizzato per la deambulazione di persone paraplegiche e una piattaforma robotica per la riabilitazione in campo ortopedico, neurologico e per tutte le patologie connesse all’invecchiamento, e sono anch’essi destinati a essere sviluppati a livello industriale e commercializzati dalla start up di IIT entro il 2017.
Lucibello: “Necessario fare convergere le nostre eccellenze”. Per il direttore generale dell’Inail, Giuseppe Lucibello, che ha ricordato gli analoghi progetti di ricerca promossi dall’Istituto con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e con l’Università Campus Bio-Medico di Roma, queste collaborazioni dimostrano come “la compartecipazione di eccellenze consenta di perseguire risultati di assoluta rilevanza”. Dopo aver ricordato il primo direttore del Centro Protesi dell’Istituto, il professore austriaco Johannes Schmidl “padre” della protesi mioelettrica al quale Budrio dedica proprio in questi giorni una mostra, che “innovò in maniera significativa il modo di approcciarsi alle tecnologie protesiche e riabilitative mettendo il paziente al centro della ricerca”, Lucibello ha sottolineato che “oggi ci sono le condizioni per fare un ulteriore passo avanti, promuovendo con decisione la convergenza delle principali eccellenze italiane in ambito clinico e tecnologico, spesso ancora troppo parcellizzate”. Si tratta di un passaggio cruciale, secondo il direttore generale dell’Inail, “per creare quella indispensabile massa critica in grado di competere a livello internazionale in un settore altamente innovativo e strategico, con ampie ricadute, come dimostra il prototipo presentato oggi, in ambito tecnologico, clinico, sociale e industriale”.
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(16 aprile 2015)
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Pubblicazione
16/04/2015, 16:22
Ultimo aggiornamento
16/04/2015, 16:22
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