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Invecchiamento attrezzature ed impianti negli stabilimenti RIR

La direttiva Seveso III, recepita dal d.lgs 105/2015, chiede ai gestori di stabilimenti a rischio d’incidente rilevante di adottare un piano di monitoraggio e controllo delle apparecchiature per assicurarne un invecchiamento sicuro (art.27, allegato H, appendice 3).

L’adozione dello schema Risk Based Inspection (API 580 o RIMAP) supporta bene tale pianificazione, tuttavia la sua applicazione richiede un notevole sforzo su almeno tre piani: (i) conoscenza dei fenomeni di degradazione concorrenti di tipo fisico e chimico; (ii) gestione delle informazioni relative a ogni singolo componente e alla sua storia, (iii) misurazione appropriata per l’acquisizione e la gestione dei dati.

Nell’ambito generale del SGS-PIR, l’efficacia del programma d’integrità deve essere valutata attentamente negli audit pianificati dal gestore. A maggior ragione questo tipo di valutazione rientra nei compiti svolti dei tecnici Inail all’interno delle commissioni ispettive istituite dai Comitati Tecnici Regionali CTR, ai sensi dell’art. 27 comma 6 del d.lgs. 105/2015.

Il termine “invecchiamento” non si riferisce semplicemente al tempo trascorso dalla data di produzione, di collaudo o di messa in servizio delle apparecchiature, ma è legato alla loro condizione e a come essi cambiano nel corso del tempo. L’invecchiamento di un componente si manifesta come una forma di deterioramento generale, di solito associato al tempo in servizio, che ne riduce l’affidabilità. Il fenomeno aumenta il rischio di perdita di contenimento e altri guasti, ed è riconosciuto come una delle cause determinanti degli incidenti nell’industria di processo in Europa. In Italia il problema è molto sentito perché molte raffinerie e impianti petrolchimici sono in esercizio da oltre cinquanta anni e pochi impianti nuovi vengono costruiti, anche per le difficoltà delle procedure autorizzative.

Per verificare l’adeguatezza della gestione dell’invecchiamento negli stabilimenti Seveso è stato sviluppato un metodo speditivo. Il metodo valuta la forza dei fattori che accelerano l’invecchiamento (ageing factors) e l’adeguatezza dei fattori frenanti nel rallentare il fenomeno (longevity factors). L’approccio può essere schematizzato secondo un modello a spina di pesce. I fattori acceleranti includono (i) età/tempo di servizio, (ii) fermate impreviste, (iii) guasti e rotture registrate in rapporto ai tassi di guasto usati nell’analisi del rischio, (iv) incidenti/quasi-incidenti dovuti alla corrosione, (v) meccanismi di deterioramento e (vi) difetti/danneggiamenti; mentre i fattori frenanti includono (i) audit SMS del sistema di gestione della sicurezza per la prevenzione degli incidenti rilevanti (SGS-PIR), (ii) sistema di gestione dell’integrità (e.g. API580,/581, EUUMUA159, ecc.), (iii) risultati delle verifiche di integrità e di funzionalità, (iv) adeguatezza dei controlli (tecniche utilizzate e qualificazione personale), (v) controllo di processo, inclusi standard di sicurezza funzionale e (iv) protezioni specifiche. Il metodo ideato dal Dipartimento Innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici, illustrato nel documento Valutazione sintetica dell’adeguatezza del programma di gestione dell’invecchiamento delle attrezzature negli stabilimenti Seveso, è stato implementato dal Coordinamento per l’uniforme applicazione della Direttiva Seveso (art. 11 d.lgs. 105/2015) ed è ora adottato regolarmente nelle ispezioni (art. 27 d.lgs. 105/2015).

In caso di problemi nell’applicazione della linea guida o del software, inviare una comunicazione a dit.impiantirir@inail.it, inserendo nell’oggetto la parola “Invecchiamento”.

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