Passa al contenuto principale
Impostazioni cookie

Ti trovi in:

Nuove tecnologie Biotech, sicurezza e sviluppo sostenibile

Le applicazioni delle tecniche di biologia molecolare in campo biomedico rappresentano attualmente il settore nel quale le biotecnologie hanno dato il contributo più significativo sia in termini di prodotti terapeutici che di ricerca e sviluppo.

Le applicazioni delle tecniche di biologia molecolare in campo biomedico rappresentano attualmente il settore nel quale le biotecnologie hanno dato il contributo più significativo sia in termini di prodotti terapeutici che di ricerca e sviluppo.

Le biotecnologie sono uno dei settori di ricerca avanzata in cui maggiormente si è cercato di sviluppare delle linee guida e delle regolamentazioni atte a tutelare la salute dell'uomo, degli animali e dell'ambiente, spinti anche dalla necessità di armonizzare le strutture legislative ed amministrative dei diversi Stati Membri dell’UE. Infatti, la promulgazione di norme comunitarie che regolamentano l’utilizzazione dei microorganismi geneticamente modificati, piani di verifica e controllo, vigilanza sulla gestione dei rifiuti e organizzazione di misure di emergenza, consente di ridurre la probabilità che si verifichino effetti negativi. Il Decreto legislativo n°206 del 2001 (Direttiva 2009/41/CE) stabilisce che chiunque abbia intenzione di utilizzare un MOGM deve ricevere l’autorizzazione dall’Autorità Competente Italiana che ha sede presso il Ministero della Salute.

Con l'attuazione di questi provvedimenti, l’Autorità Competente, tramite un Comitato Tecnico Sanitario, del quale fa parte anche l’Inail-Dit, ha il compito di valutare ed autorizzare gli impianti dove vengono effettuate le attività (di ricerca, di sviluppo e produzione) ed il tipo di manipolazione genetica, nonché i rischi prevedibili, immediati o futuri che il MOGM o la combinazione di MOGM utilizzati possono presentare per la salute umana, animale e per l’ecosistema in generale.

Le biotecnologie trovano, inoltre, applicazione anche nel settore dell'agricoltura, con le piante geneticamente modificate, che rappresentano un importante strumento per la difesa delle colture dagli agenti dannosi biotici e abiotici, il miglioramento e la diversificazione della produzione, nell'industria alimentare, nel campo della veterinaria e nel campo ambientale.

La direttiva 2001/18/CE, sull’emissione deliberata nell’ambiente di organismi geneticamente modificati (OGM) e il regolamento (CE) n. 1829/2003, relativo agli alimenti e ai mangimi geneticamente modificati, definiscono un quadro normativo completo per l'autorizzazione all’immissione in commercio degli OGM, inclusa la coltivazione, con l'obiettivo di garantire un elevato livello di tutela della salute umana e animale, dell'ambiente e degli interessi dei consumatori, assicurando al contempo l'efficace funzionamento del mercato interno.

Nel 2013 il MATTM, nel suo ruolo di Autorità Nazionale Competente per l’attuazione del decreto legislativo n. 224/2003, ha costituito un Gruppo di Lavoro tecnico-scientifico in materia di OGM a cui hanno partecipato anche gli esperti designati di INAIL-Dit, fino al 2019. Il Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti, Prodotti e Insediamenti Antropici partecipa in qualità di esperto:

  • in collaborazione con il Ministero della Salute (DGPREV), al Progetto “Pilot Project on increased coordination in the assessment of GMO-related aspects in the context of clinical trials with human cells genetically modified by means of retro/lentiviral vectors”, Interplay GMO- pharma/COM UE - Group 3, nell’ambito delle attività svolte presso il Ministero della Salute - CTS – sezione g Biotecnologie;
  • in collaborazione con Ministero della Transizione Ecologica (MITE), al Working Group specifico sulle nuove tecniche di modificazione e miglioramento genico realizzato dal MITE (approfondimento delle problematiche nell’applicazione delle Nuove Tecniche Biotecnologiche);
  • alle attività di EFSA, in qualità di esperto del Scientific network for risk assessment of GMOs - Environmental risk assessment e alle attività di scambio di esperienze tra Stati Membri nell’ambito del Progetto Europeo Cost Action CA 15223 - modifying plants to produce interfering RNA - Working Group 3 “Specific biosafety issues associated with RNAi”.

Nell’ambito della prevenzione e valutazione del rischio nel settore agroalimentare il Dipartimento ha realizzato lo Sportello della Conoscenza Scientifica e Tecnologica e ha partecipato all’elaborazione del Piano d’Azione Nazionale (in vigore dal 13 febbraio 2014) e allo sviluppo di indicatori utili alla sua attuazione, istituito con la direttiva 2009/128/CE, recepita in Italia con il d.lgs. n. 150 del 14 agosto 2012, con lo scopo di istituire un quadro di azione comunitaria su un utilizzo sostenibile dei pesticidi.

L’attività del Dipartimento è inoltre orientata a promuovere la cultura della prevenzione e della sicurezza, la formazione e l’informazione nei luoghi e lavoro, pubblici e privati, che utilizzano tecniche biotecnologiche, nonché di avvicinare il mondo della ricerca al mondo della scuola al fine di trasferire i corretti contenuti scientifici.

Il Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e Insediamenti Antropici elabora proposte educative e didattiche destinate alle Università e alla Scuola. In particolare: iniziative di formazione rivolte a operatori e tecnici specializzati nel campo delle biotecnologie; prodotti e iniziative formative rivolte agli studenti e ai docenti delle Scuole Superiori, al fine di fornire contenuti di aggiornamento finalizzati ad una acquisizione dei principi generali della sicurezza nell’utilizzo delle biotecnologie.

Le attività di prevenzione e divulgazione, nella particolare e attuale prospettiva di avvicinamento dei giovani al mondo della Ricerca, consentono l’acquisizione di competenze e una maturazione di sensibilità culturale sulla sicurezza, grazie a un rapporto diretto con i tecnici e gli esperti del settore e alla proposta di contenuti specialistici, attraverso un linguaggio comprensibile, esauriente e completo, che si avvalga di moderne strategie di divulgazione.

Nello specifico le attività del Dit intendono inserire strumenti idonei a formare tecnici, ricercatori e studenti e ad insegnare come riconoscere e promuovere quelle attività che attuano comportamenti di lavoro sicuri, come normale metodo di lavoro. La standardizzazione di metodologie innovative di addestramento, basate sulla simulazione di scenari, la produzione di materiale multimediale innovativo - idoneo a trasmettere messaggi prevenzionistici in maniera semplice e facilmente comprensibile anche per il personale non esperto del settore (ad es.: per gli studenti che si alternano ciclicamente nei laboratori didattici) - permetteranno la diffusione di una adeguata cultura della sicurezza all’interno delle strutture coinvolte.

1. Progetto Ricerca Scientifica

Progetto di Ricerca Scientifica Inail “Prevenzione e tutela della salute e dell’ambiente nei laboratori che utilizzano metodiche biotecnologiche avanzate ed innovative”. Realizzazione di uno studio pilota per formare e sensibilizzare il personale in modo da assicurare il rispetto della Direttiva 2009/41/CE da parte degli utilizzatori di tecniche biotecnologiche.

Gli obiettivi prioritari del Progetto sono:

  • accrescere la cultura e le competenze per la prevenzione e la tutela della salute e dell’ambiente in caso di uso confinato di MOGM: con la creazione di una rete tra i RSPP degli Atenei e Aziende ospedaliere e le Istituzioni per un efficace e sistematico confronto sulle conoscenze di base e sulle nuove evidenze lavorative che possono emergere in realtà così inevitabilmente “fluide”, in ottemperanza al D.Lgs.206/2001;
  • sviluppare e mettere a disposizione della rete una piattaforma digitale che raccolga, elabori e proponga materiali informativi relativi alle figure professionali, alle fasi lavorative, ai profili di rischio, alle strategie di prevenzione con particolare riferimento ai settori delle aziende sanitarie, universitarie ed ospedaliere;
  • sviluppare specifici dispositivi ingegneristici per monitorare in continuum il benessere lavorativo. Tali dispositivi potrebbero essere considerati utili misure di contenimento alternative nel caso di carenze impiantistiche di strutture obsolete;
  • formare e sensibilizzare le aziende sanitarie, universitarie ed ospedaliere, ai fini di assicurare il rispetto della Direttiva 2009/41/CE da parte degli utilizzatori di tecniche biotecnologiche.

Il personale che lavora nei laboratori di ricerca è esposto ad un rischio professionale frequentemente sottovalutato dai diretti interessati, i quali percepiscono l’esistenza di tale rischio solo in caso di incidente. Ne consegue che, la pericolosità degli agenti utilizzati, l’adeguatezza dei dispositivi di protezione e le condizioni delle attrezzature, non dovrebbero essere sottovalutati o comunque valutati separatamente, ma come facenti parte di un’unica procedura. Per la riduzione del rischio di esposizione risulta quindi di fondamentale importanza la professionalità, l’addestramento, l’esperienza ed il buon senso dell’operatore.

Il progetto prevede la collaborazione dei ricercatori della Fondazione Santa Lucia IRCCS e l’Istituto di biologia e biotecnologia Agraria del CNR nell’ambito del Progetto BRIC dal Titolo “Approcci innovativi alla biosicurezza per la tutela della salute dell’uomo e dell’ambiente”.

Il Progetto prevede la realizzazione di corsi ed eventi per offrire ai diversi operatori nel campo biotecnologico, in relazione al ruolo svolto, l’opportunità non solo di ricevere informazione e formazione sulla normativa e sulle buone pratiche di gestione ed utilizzo del biotech, ma anche di fare rete con professionisti, esperti del settore e istituzioni, per un proficuo scambio di esperienze ed informazioni.

Il Progetto ha, inoltre, tra i suoi obiettivi principali, quello di cercare di creare maggiore consapevolezza sulle problematiche attinenti al settore delle biotecnologie; aggiornare e rendere più rigorosa la valutazione del rischio ambientale e della salute dell’uomo, motivando alla cultura della prevenzione.

Gli eventi inoltre intendono presentare alcune delle attività innovative del progetto che riguardano le principali metodologie e strumentazioni utilizzate nel Neuromanagement che trovano una ricaduta e possibile applicazione nell'ambito della sicurezza sul lavoro.

L’obiettivo della convergenza tra neuroscienze e sicurezza è tentare di offrire strumenti per agire sulle forze dinamiche, spesso inconsapevoli, che danno forma ai processi decisionali. Il portato emozionale relativo alle decisioni sulla sicurezza è infatti fondamentale per portare una persona ad adottare la giusta dose di attenzione ai comportamenti sicuri. Le decisioni infatti non sono solo frutto di calcoli logici, ma l’esito di un complesso processo in cui cognizione e emozione giocano un ruolo importante. Le emozioni sono dominanti in tutti i processi organizzativi, compresi quelli che sottostanno alla sicurezza in contesto lavorativo.

Nel vivere quotidiano lo studio dei fili invisibili che muovono con maggiore o minore elasticità i nostri comportamenti, può essere efficacemente utilizzato, quindi, anche per sensibilizzare i lavoratori alla sicurezza sul luogo di lavoro dove spesso i comportamenti appaiono razionali, ma sono invece anche qui mossi da dinamiche interne più complesse.

Infatti, una volta che una persona è edotta sui rischi cui va incontro sul lavoro, la sicurezza dipende da un insieme di fattori quali la propensione ad obbedire alle regole, le emozioni quali paura e disgusto, capacità di far fronte al sovraccarico cognitivo e altri fattori che oggi, grazie alle tecniche di Neuromanagement, sono indagabili in modo molto più preciso ed oggettivo di quanto mai accaduto in passato.

2. Progetto Ispettori Accordo Inail - Ministero della Salute

Progetto dal titolo “Progetto di Formazione e Aggiornamento, per ispettori incaricati di controllare gli impianti e gli impieghi autorizzati su territorio nazionale, che prevedono l’utilizzazione di Microorganismi Geneticamente Modificati (MOGM), come previsto dal D.Lgs.206/01”

Gli aspetti applicativi del decreto legislativo n°206 del 2001 è prevista una attività di vigilanza (art.17) svolta da funzionari individuati dalla CTS e nominati dal Ministero della Salute. Gli ispettori incaricati di queste attività di vigilanza e controllo possono accedere agli impianti e alle aree dove vengono utilizzati i MOGM per verificare la congruità di quanto eseguito con quanto autorizzato dall’AC, richiedere i dati, le informazioni ed i documenti necessari per l’espletamento delle loro funzioni e sono tenuti agli obblighi di riservatezza. Delle attività ispettive su territorio nazionale viene data informazione alla Regione o Provincia autonoma interessata, anche ai fini dell’effettuazione di eventuali ispezioni congiunte. Poiché il corpo ispettivo del Ministero della Salute non è stato ancora formalizzato, l’oggetto di questo progetto è quello di istruire i funzionari -individuati in base ai criteri presentati dalla CTS (sez. biotecnologie) al Ministero della Salute - al fine di permettere l’acquisizione delle basi tecnico scientifiche necessarie ad eseguire l’attività di verifica e controllo su impianti e impieghi autorizzati dall’Autorità Competente nazionale.

Nel 2015 è stato condotto dall’ Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con Ministero della Salute DGPRE-Ufficio IV, il Progetto Formativo Corpo Ispettori MOGM: “Formazione di un corpo ispettori secondo decreto legislativo 206/01 sull’ uso confinato di microrganismi geneticamente modificati”, a cui ha partecipato anche Inail, che ha formato, attraverso specifici Corsi Residenziali, un corpo ispettore del Ministero della Salute.

Tanto premesso, il Progetto è finalizzato all’aggiornamento del corpo ispettivo già formato con il Progetto CCM 2015 e alla formazione dei nuovi ispettori per la valutazione e il controllo degli impianti e delle attività svolte dai notificanti che utilizzano MOGM sul territorio nazionale in ottemperanza al D.Lgs.206/2001, attuando anche quanto richiesto dalla Direttiva Comunitaria e dal Decreto legislativo 206/2001.

Ulteriori obiettivi del Progetto prevedono:

  • la progettazione di nuovo materiale formativo e aggiornamento di quello in uso ottenuto dal precedente progetto CCM, condotto da ISS, al fine di educare e formare il personale coinvolto attraverso strumenti operativi che possano semplificare e armonizzare le attività dei nuovi ispettori.
  • aggiornamento e la formazione gli ispettori coinvolti nelle attività di controllo degli impianti e degli impieghi che prevedono l’utilizzo di MOGM al fine di creare l’adeguata conoscenza tecnico-scientifica di base necessaria alla valutazione della sicurezza d’uso dei MOGM;
  • acquisizione di tecniche ispettive di base adeguate al fine di poter intervenire con competenza sulla valutazione degli aspetti tecnico-scientifici implicati nella gestione di aree e impieghi con MOGM verbalizzando correttamente quanto individuato nel corso delle visite ispettive.

L’attività esplora diverse aree tematiche e offre esperienze di coinvolgimento dei giovani, atte a garantire agli stessi un approccio con taglio “professionale” a settori occupazionali fortemente legati all’innovazione e allo sviluppo e perseguiti dall’Europa come campi di specializzazione fortemente richiesti nel mercato del lavoro.

Le tematiche scientifiche proposte alle scuole sono: biotecnologie, sicurezza e corretti stili di vita; utilizzo della crossmedialità nel campo della comunicazione scientifica, con particolare riferimento ai social network; campi elettromagnetici e salute; educazione ad un corretto uso del telefono cellulare tra bambini e adolescenti; sistema di gestione della sicurezza attraverso un percorso culturale di indirizzo al rispetto delle fragilità.

I percorsi di approfondimento permettono di indagare argomenti specialistici in accordo tra ricercatori e insegnanti, con l’obiettivo di garantire alle scuole un percorso autonomo e compatibile con il programma e favorire, allo stesso tempo, un confronto costruttivo tra gli studenti di diversa età, provenienti da vari indirizzi.

Obiettivi trasversali a tutte le tematiche sono: la promozione di Innovazione e Ricerca Responsabile, la tutela delle Fragilità, la centralità nello studente nel processo di apprendimento attraverso la sua partecipazione attiva, la valorizzazione delle “eccellenze” che non sempre corrispondono alle eccellenze individuate dalla scuola, lo sviluppo di atteggiamento critico di pensiero nello studente, la valorizzazione delle intuizioni e la creatività innata degli studenti, la critica costruttiva delle idee per modificare al meglio la proposta dei ragazzi attraverso un percorso di autonomia e sperimentazione.

L’attività sperimenta, quindi, positivamente un processo di apprendimento la cui forza motrice è il piacere dei ragazzi di esserne protagonisti andando a realizzare, con la supervisione dei docenti, una comunicazione adeguata per contenuti e finalità di prevenzione.

Gli studenti imparano a presentare, in una divulgazione responsabile e corretta, messaggi appresi attraverso laboratorialità e lezioni partecipate, in sinergia con i ricercatori, appropriandosi di contenuti attuali al centro dell'interesse pubblico e del linguaggio scientifico adatto alla loro efficace comunicazione.

Le nuove tecnologie di comunicazione diventano così espressione creativa, nuova poetica dell'immagine, dimensione narrativa e didattica, nell'entusiasmo e nella straordinaria facilità dei giovani di comprendere i nuovi strumenti, di studiarne e di applicarne responsabilmente le potenzialità per realizzare l’auspicato lifelong learning.

Il progetto pilota a carattere nazionale finanziato dal Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e Insediamenti Antropici e realizzato in collaborazione con l’Organismo di ricerca CRF e la Fondazione Universitaria INUIT prevede di sviluppare una nuova strategia a lungo termine per:

  • favorire il dialogo tra gli attori coinvolti nel processo di innovazione e ricerca scientifica e tecnologica: Università, Centri di Ricerca, Imprese, Associazioni di categoria e Scuole
  • favorire percorsi di valorizzazione delle attività di ricerca (tecnologie e competenze) nella scuola e nell'industria, promuovendo iniziative di servizi innovativi di disseminazione e compartecipazione attraverso processi di convergenza e di contaminazione intersettoriale
  • mettere a sistema strumenti, competenze e obiettivi raggiunti perché siano di sostegno all'innovazione, alla ricerca applicata e allo sviluppo sperimentale.

Dopo una prima fase di consultazione, è stato scelto un territorio modello, quello della Tuscia ed in particolare Tuscania, per dare il via a un’attività che in futuro potrebbe essere estesa anche ad altre aree. Lo sportello ha lo scopo di garantire all’utenza l’aggiornamento sulla continua evoluzione delle disposizioni normative di riferimento attraverso la creazione di una struttura che funzioni da collegamento tra le esigenze del tessuto imprenditoriale e dell’istruzione e il know-how in continua evoluzione prodotto dall’attività di ricerca.

Si tratta di uno strumento di dialogo tra impresa, ricerca e istruzione, creato con l’intento di mettere in relazione il mondo della “scienza” con la “società”, incoraggiare il dialogo tra le parti e consolidare il network degli attori della formazione universitaria con quella scolastica e con il mondo del lavoro, in modo da assicurare alle aziende e alla società civile di reperire sul territorio le competenze di cui necessitano e garantire ai giovani un corretto orientamento per il proprio inserimento nel mondo del lavoro. All’interno di questa cornice, “delineata come “la terza missione dell’Università”, lo sportello si configura come un’importante tessera del mosaico ed ha lo scopo di porsi come strumento di dialogo tra impresa, ricerca e istruzione.

Per facilitare lo scambio di informazioni ed esperienze di tipo scientifico, tecnico, ambientale e giuridico concernenti la sicurezza in campo agroalimentare, lo sportello utilizza il sito web “INNsite”, strumento ideato per far incontrare domanda e offerta e mettere in contatto chi cerca e chi fornisce beni, servizi o informazioni.

Nell’ambito delle attività di ricerca del Progetto Sportello i ricercatori del Dit hanno contribuito alla ideazione, progettazione e costituzione di una Rete per la realizzazione del Progetto Erasmus Plus (Call: 2018, KA2 - Cooperation for Innovation and the Exchange of Good Practices, KA201 - Strategic Partnerships for school education) per lo scambio delle buone pratiche, dal titolo “Apprendere le basi scientifiche per un pubblico giovane con minori opportunità: verso un'educazione inclusiva".

Dai dati di letteratura esaminati emerge che una quota significativa dello spreco alimentare è imputabile al comportamento dei consumatori individuali e delle famiglie. Questi sono oggi fortemente influenzati dai media e dunque dai forti interessi commerciali: industria di trasformazione e di distribuzione con grandi capacità di persuasione di proposta di comportamenti a favore del consumo.

Da qui nasce l’esigenza di fornire un’informazione volta a promuovere stili di vita corretti dei componenti individuali e della famiglia, al fine di arginare il fenomeno specifico dello spreco ma anche della prioritaria tutela della salute. L’attuale accezione di famiglia delega sempre più l’educazione “anche alimentare” (ma in generale di comportamento) alla scuola ma principalmente e di fatto al mercato e ai gruppi di spontaneo riferimento dei giovani.

Questi, rafforzati dalla tecnologia che permette di essere interconnessi in tempo reale, giocano un ruolo determinante nel diffondere ma potenzialmente anche nell’ideare un comportamento che può diventare di tendenza e che “non può non essere considerato” dai ragazzi. Intervenire sulla formazione dei giovani in età adolescenziale appare dunque necessario per la loro tutela e molto opportuno per la loro capacità di essere attori di “tendenze” che vadano a correggere gli obiettivi “altri” di chi li vede semplici ma fondamentali consumatori.

L’ambito della scuola secondaria superiore - anche grazie alle reali possibilità offerte dall’autonomia e dal ricorso istituzionalizzato alla didattica non formale - offre una realistica concreta possibilità di attuare un percorso formativo degli studenti, ricorrendo al loro coinvolgimento attivo.

La scuola offre opportunità di realizzare un’esperienza concretamente “glocale” (globale/locale) come “ambiente” di riferimento per progettualità connesse alle specificità del territorio. L’approccio metodologico adottato fa riferimento al concetto di “nudging” per il quale la “spinta” verso un comportamento corretto debba essere gentile per non essere ricusata, e dunque efficace e acquisibile culturalmente.

Questo approccio al contrasto agli sprechi alimentari, già proposto con successo  in vari studi sull’economia comportamentale degli individui, tratta quindi di un modello psico-comportamentale da applicare alle scelte consapevoli dei consumatori (dalla scuola al mondo del lavoro rendere i cittadini partecipi della salute del pianeta), percorso orientato su un modello educativo, che stimoli l’adozione di buone pratiche e comportamenti virtuosi nella quotidianità: il ricorso a semplici, piccoli aggiustamenti, che possono però portare impatti enormi e influenzare le scelte delle persone.

La straordinaria capacità d’interconnessione degli adolescenti deve essere utilizzata per veicolare messaggi che siano al tempo stesso corretti ma declinati nello “stile” degli utenti e declinati laboratorialmente sul contesto territoriale di riferimento. Pertanto, si individuano i giovani, oggi cittadini di marginale responsabilità nei confronti degli sprechi alimentari, quali decisori e possibili orientatori del mercato di domani, ponendo lo studente al centro del percorso formativo, favorendo la conoscenza del tema, la consapevolezza, e stimolando la proposta di soluzioni innovative creative ed efficaci.

L’atteggiamento responsabile verso il cibo viene proposto come aspetto collegato al rispetto del proprio stile di vita alimentare e del proprio benessere.

La fase di disseminazione dei risultati del Progetto SPAIC si sta attuando attraverso il suo specifico Toolkit, che intende preparare gli insegnanti, supportare tutti gli attori coinvolti in una nuova sperimentazione, ma principalmente ha la finalità di ispirare e motivare gli studenti e le classi che saranno sensibilizzate in tema di spreco alimentare, alla diffusione di messaggi di sviluppo sostenibile nella loro realtà territoriale.

Il Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e Insediamenti Antropici effettua uno studio geochimico dettagliato finalizzato alla definizione della mobilità geochimica dei metalli correlati alle diverse fasi minerali ed organiche presenti nei suoli e nelle coperture detritiche del substrato ultramafico, con particolare attenzione al ruolo dei sedimenti fini nei processi di interazione acqua-suolo-roccia e di mobilitazione o immobilizzazione degli agenti contaminanti.

L’attenzione è stata focalizzata su un’area campione dove sono presenti diverse sorgenti, alcune delle quali utilizzate a scopi potabili e/o irrigui, che presentano tenori elevati in Cr(VI).
In tale area è anche presente un’orticoltura piuttosto sviluppata, benché a carattere familiare, su suoli che presentano a loro volta concentrazioni elevate di nickel e cromo, derivando, prevalentemente, dall’alterazione di rocce serpentinitiche. Su tali aree si procede ad una caratterizzazione geo-pedologica e stratigrafica e al prelievo di campioni di terreno a differenti profondità per la successiva caratterizzazione composizionale (tessiturale, geochimica e mineralogica). E’ in atto, inoltre, una sperimentazione finalizzata alla simulazione dei processi di interazione acqua-suolo-roccia in laboratorio e alla valutazione della biodisponibilità e della mobilità geochimica di alcuni metalli pesanti e, in particolare, del cromo.

Vengono effettuate analisi di laboratorio finalizzate all’individuazione di bioindicatori e di possibili pathways di migrazione dei contaminanti dai suoli e dalle acque ai prodotti destinati alla nutrizione umana, sia attraverso la caratterizzazione chimica dei vegetali cresciuti sui suoli contaminati in situ, sia attraverso la realizzazione di test di tossicità in vivo, ovvero l’esecuzione di test finalizzati alla valutazione della fitotossicità e genotossicità dei contaminanti presenti nei suoli o nelle acque su piante modello (Vicia faba) lasciate crescere direttamente sulla matrice solida o irrigate con la matrice acquosa contaminata.

Il Dipartimento si occupa anche di studi in laboratorio, serra e campo per la valutazione dell’efficacia e dell’effetto di formulati a base di oli essenziali utilizzati come antifungini in alternativa a prodotti di sintesi in agricoltura, attraverso l’utilizzo di tecniche di mutagenesi vegetale, studi in vivo sul modello animale C. elegans, organismo non-bersaglio presente naturalmente nel suolo, bioindicatore di elezione per studi di ecotossicità e studi di spettroscopia vibrazionale FT-IR e FT-NIR al fine di identificare modifiche molecolari sui campioni vegetali esposti ai formulati a diverse concentrazioni.

Allegati

Il Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impipanti prodotti e insediamenti antropici studia e approfondisce l'aspetto dell’epigenetica, in particolare le modifiche che avvengono a livello cellulare a causa dei cambiamenti molecolari indotti dai xenobiotici quali arsenico, cromo etc., al fine di sviluppare strategie preventive e terapeutiche nell’uomo.

Le modifiche epigenetiche del DNA, degli istoni e dei microRNA determinano il profilo di espressione genica di una cellula, che è principalmente di natura tessuto-specifica. La disregolazione in questo profilo epigenetico normale può portare a diversi esiti dalla malattia della cellula ad uno sviluppo anormale, alla proliferazione o alla morte cellulare. Nell’uomo esposto a composti tossici quali l’arsenico, sono stati osservati esiti negativi gravi a volte attribuibili ad una disregolazione del profilo epigenetico e a schemi di espressione genica anormale.

Negli ultimi 10 anni il progressivo accumulo di una grande mole di dati generati con tecnologie “omiche” ha indotto la comunità scientifica a dotarsi di appositi repository digitali presso i quali sono depositati i dati relativi ai singoli esperimenti, per permettere la condivisione dei dati con l'intera comunità.

Anche lo studio delle diverse esposizioni occupazionali e ambientali, ha portato all' accumulo di una notevole quantità di osservazioni, molte delle quali sono state depositate in repository generalisti. Sebbene alcuni di questi studi siano spesso limitati nel numero di campioni esaminati, la possibile presenza di esperimenti comparabili che possono essere oggetto di meta-analisi suggerisce l'opportunità di una ricognizione nei repository disponibili.

Il Laboratorio Biotecnologie del Dit in collaborazione con il Dipartimento di Biotecnologie Cellulari ed Ematologia dell’Università degli Studi della Sapienza, attraverso attenta attività di studio, ha effettuato una catalogazione sistematica di una ampia letteratura e ha individuato e analizzato i dati relativi all’esposizione ad agenti o sostanze, organizzandoli in un database che li possa rendere più facilmente fruibili alla comunità scientifica.

Progetto Elixir

I ricercatori del Dit hanno partecipato con un nuovo progetto bioinformatico, a una call di Elixir, infrastruttura di ricerca europea per i dati biologici, presente in 23 Paesi europei che ha tra i suoi obiettivi l’erogazione di risorse di calcolo ad alte prestazioni, per portare la ricerca bioinformatica a un livello sempre più avanzato e integrato. Per il progetto presentato dall’Inail dal titolo: “Transcriptomes profiling after xenobiotics exposure to identify early biomarkers for differential diagnosis in lung and mesothelial cancer”, che si trova al termine della sua attività, sono state stanziate 50mila ore di calcolo da utilizzare sull’infrastruttura di Galileo, il supercomputer dedicato al calcolo scientifico e ingegneristico ospitato presso il Cineca.